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Giovedì, 28 Marzo 2024
La riforma del fisco

Il bonus a chi è in regola con le tasse: cos'è la "pagella fiscale"

"Premi per chi accetta il patto con il fisco e riduzioni alle imprese che assumono", ha detto il viceministro dell'economia Maurizio Leo. Di cosa si tratta

Un bonus a chi è in regola con le tasse. Questo è quanto ha annunciato il viceministro dell'economia, Maurizio Leo. Per il politico di Fratelli d'Italia, la riforma fiscale "attirerà gli investitori esteri finora spaventati dal nostro sistema. Sono previsti premi per chi accetta il patto con il fisco e riduzioni alle imprese che assumono". Tra gli obiettivi della riforma del fisco, Leo ha spiegato che "bisogna ovviamente ridurre il carico tributario, rispettando le compatibilità finanziarie, ma bisogna anche semplificare il sistema e dare certezze a chi guarda con interesse al nostro Paese".

Per quanto riguarda invece la revisione dell'Ires (imposta sui redditi delle società), "verrà realizzata all'interno del quadro di riferimento internazionale che entrerà in vigore nel 2024, con la global minimum tax. Si dovrà abbassare l'aliquota Ires perché alcuni crediti di imposta e agevolazioni non saranno più compatibili. Ma noi faremo di più: avremo una nuova Ires, con una base imponibile più ampia e modulata su due aliquote, con l'intento di far pagare meno chi più assume e investe". In particolare, il viceministro ha parlato di un'aliquota base inferiore al 24% attuale. Il viceministro Leo ha sostenuto che "tra le debolezze del sistema Italia c'è sicuramente la scarsa attrattività per gli investimenti esteri e non c'è dubbio che il regime fiscale rappresenti uno degli ostacoli maggiori, ancorché non l'unico". 

Ma in cosa dovrebbe consistere questa ipotesi di riforma del fisco, sfruttando quella che è stata definita pagella fiscale? Leo ha precisato: "In realtà stiamo pensando a un sistema più articolato, che va nella direzione di cambiare verso alla fiscalità del nostro Paese. Con la pagella, chi è onesto pagherà meno". "Partiamo dai soggetti più piccoli, fino a 5 milioni di ricavi/compensi, ai quali si applicano gli Isa, gli indicatori sintetici di affidabilità fiscale che, appunto, attribuiscono ai contribuenti un voto", ha affermato il viceministro. "Norme fiscali un regalo agli evasori? Chi lo dice o è in malafede o non conosce le norme del diritto penale tributario", ha inoltre aggiunto Leo, spiegando: "Immaginiamo che uno di questi soggetti abbia un buon voto Isa, pari a 8: l'amministrazione gli potrà proporre un patto - un'adesione 4.0, potremmo dire, che dovrà durare almeno un biennio - in modo che egli abbia la certezza della stabilità del suo rapporto con il fisco".

E ha continuato: "Immaginiamo, invece, un soggetto con voto Isa basso, diciamo 3: con archivi informatici, banche dati, informazioni delle fatture elettroniche e tutto ciò combinato con analisi predittive e intelligenza artificiale, l'amministrazione potrà proporre anche a questo contribuente un'adesione 4.0, in modo che il suo voto Isa arrivi a un livello accettabile. Ebbene - ha sottolineato Leo -, se questo soggetto accetta di pagare più di quanto pagava prima, anche lui riceverà in cambio semplificazioni, certezze e altre misure premiali".

Riguardo alla necessità della riforma fiscale, Antonio Patuelli, presidente dell'Abi (associazione bancaria italiana), chiede che "una parte del disegno di legge delega venga anticipato con un decreto legge, per rendere immediatamente operative le ulteriori misure di incentivo fiscale per gli investimenti delle imprese e, conseguentemente, per sostenere l'occupazione". L'iter parlamentare previsto dalle norme della legge delega è lungo e complesso ma, sottolinea Patuelli, è ora di "evitare una nuova recessione". Il presidente dell'Abi ha ipotizzato che le norme, nonostante siano uno degli interventi prioritari del Pnrr, entreranno in vigore solo tra qualche anno.

Secondo Patuelli, invece, "è ora assolutamente inderogabile la necessità e l'urgenza di adottare e far entrare in vigore subito nuove norme". Il presidente dell'Abi ha ricordato che anche la Banca centrale europea (Bce) ha sostenuto che l'indebolimento del contesto economico porta a "rischi che potrebbero creare difficoltà alle imprese, quando conseguentemente ci sono i primi segnali di aumento del rischio di credito per le banche".

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