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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Bonus tiroide: esiste davvero?

Requisiti, ammontare e procedure per il riconoscimento della prestazione Inps

Da qualche giorno si parla con sempre maggiore insistenza di un "bonus tiroide" che sarebbe messo dall'Inps a disposizione di chi soffre di patologie di questa ghiandola. Posta alla base del collo, la tiroide ha un ruolo fondamentale nel controllo del ritmo cardiaco, della temperatura corporea e, soprattutto, del metabolismo: si calcola che oltre 6 milioni di italiani soffrano di patologie tiroidee, a loro volta causa di malattie anche molto serie a carico di vari organi.

Esiste davvero un bonus tiroide?

Con il termine "bonus" normalmente si intende un'agevolazione concessa "una tantum" in presenza di particolari requisiti o al ricorrere di precise condizioni. Va quindi subito precisato che, purtroppo, non esiste alcun bonus tiroide.

Tiroide e invalidità

Chi soffre di patologie invalidanti della tiroide ha diritto alle prestazioni stabilite dalla legge per invalidità civile, che vanno da un'indennità mensile all'esenzione del ticket per specifici prestazioni diagnostiche e mediche.

L'indennità  

L’invalidità civile viene riconosciuta, per legge, a chi soffre di handicap gravi e certificati. Dunque anche a chi soffre di patologie della tiroide tali da determinare una compromissione della capacità di lavorare e/o di svolgere le incombenze quotidiane

Quali patologie della tiroide danno diritto all’invalidità

Per il riconoscimento dell'invalidità civile e delle relative prestazioni, come da specifiche tabelle Inps, occorre una percentuale minima di invalidità. Agevolazioni e prestazioni ottenibili dipendono dalla percentuale di invalidità riconosciuta che per la tiroide può andare dal 50% per l'iperparatiroidismo primario fino al 100% per l'ipotiroidismo associato a riduzione delle capacità mentali.

Come si accede all'indennità

Per richiedere l'indennità di invalidità civile bisogna seguire la specifica procedura Inps per il riconoscimento dell'invalidità civile. Innanzitutto è necessario rivolgersi al medico di famiglia per una prima valutazione e, quindi, in base alla diagnosi, gli va dato incarico di presentare all'Inps l'apposito certificato che dà il via alla procedura. Saranno necessari alcuni esami diagnostici (se non sono già stati fatti) e una visita medica presso l'apposita commissione istituita presso le Asl.  Successivamente, quindi, bisognerà sottoporsi alla verifica della commissione medica dell'Inps.

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