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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Nuovo digitale terrestre: dovremo cambiare televisore nel 2022?

Nessun rinvio all'orizzonte, l'unica cosa certa è che il primo luglio 2022 si spegnerà il Dvb-T e passeremo a quello di seconda generazione. C'è il bonus di 50 euro a disposizione

Ci toccherà cambiare televisione l'anno prossimo o quello dopo ancora? Calma e gesso. L'unica cosa certa è che l’1 luglio 2022 si spegnerà il digitale Tv ora in uso (Dvb-T) e passeremo al digitale televisivo di seconda generazione (Dvb-T2). 

Per adesso in pochi hanno già sostituito la televisione, e non è detto che ci sarà la corsa a farlo: ormai la fruizione di contenuti audiovideo avviene in mille altri modi. I broadcaster hanno già drizzato le antenne. Lo scenario nel quale ai blocchi di partenza del T2 non sarà raggiungibile ’intera platea di spettatori è da far tremare i polsi per le aziende.

T2 digitale terrestre: chi deve cambiare tv

Per la sostituzione degli apparecchi televisivi c'è un bonus fino a 50 euro per le famiglie con Isee fino a 20mila euro. Non un aiuto sostanziale, se si pensa a quanto costano i televisori di nuova generazione.Su una disponibilità complessiva di 151 milioni di euro, nota il Sole 24 Ore che riprende i dati Mise, "l’importo utilizzato al 16 settembre era di 9,8 milioni – il 6,5% del totale – per 196.644 contributi. In particolare, è stato age- volato l’acquisto di 175.508 televisori e di 21.136 decoder, di cui 18.886 abili- tati alla piattaforma terrestre e 2.250 solo satellitari".

Una ricerca della Fondazione Ugo Bordoni mostra come su 22,1 milioni di famiglie con piattaforma digitale terrestre, quelle che possedevano almeno un apparato in grado di ricevere trasmissioni Dvb-T2 erano 9,39 milioni ovvero il 42,4% mentre quelle non ancora pronte erano 12,77 milioni quindi il 57,6 per cento.

Ci sono alcune criticità da risolvere, come la rottamazione delle frequenze per le Tv locali perché mancano criteri e certezze per gli indennizzi. Ma soprattutto procede molto lentamente la sostituzione degli apparecchi nelle famiglie. Chiede uno sforzo nella comunicazione sul tema  Confindustria Radio Televisioni. Al momento nessuna richiesta di rinvio è stata formalizzata e bisognerà muoversi entro i confini della direttiva della Commissione europea. All'orizzonte una campagna di pubblicità "molto aggressiva per ricordare agli utenti la scadenza e la disponibilità degli incentivi per tv e decoder".

Prima della pausa estiva il Mise ha consultato gli stessi operatori sui messaggi chiave della campagna, che partirà verso fine anno e andrà per il 40% su spazi televisivi per il 35% sui giornali, per il 15% in radio e per il 10% con altri mezzi a partire dal web.

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