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Giovedì, 25 Aprile 2024
La sentenza

Buoni fruttiferi postali, chi li riscuote? Il "caso spinoso" finalmente risolto

Sciolto il nodo sulla riscossione in caso di morte di uno dei cointestatari

La questione "spinosa" è finalmente risolta. In caso di decesso di uno degli intestatari di un buono fruttifero postale (Bfp), recante la clausola "pari facoltà di rimborso", i cointestatari possono riscuotere l'intera somma, a patto di riconoscere agli eredi il corrispettivo spettante. La Corte di Cassazione, in sostanza, ha dichiarato che tutti i sottoscrittori del buono hanno pari titolarità sulla somma depositata e sui relativi interessi. Questo il principio di diritto affermato dalla sentenza 8 giugno-13 settembre 2021, n. 24639 resa dalla Cassazione: "In materia di buoni postali fruttiferi cointestati e recanti la clausola "pari facoltà di rimborso", in caso di morte di uno dei cointestatari, ciascun cointestatario superstite è legittimato ad ottenere il rimborso dell'intera somma portata dal documento".

Secondo Ivano Giacomelli, segretario nazionale dell'associazione Codici, la sentenza della Cassazione "segna un punto importante in una vicenda complessa, che si trascina da anni. Ci siamo occupati di diversi casi in cui i risparmiatori ricevono meno di quanto previsto, ottenendo importanti vittorie presso l'Arbitro bancario finanziario. Ora si apre questo nuovo fronte - aggiunge Giacomelli -. Il nostro consiglio è quello di non arrendersi, perché anche in situazioni all'apparenza intricate è possibile trovare una soluzione, magari grazie all'aiuto degli esperti che le associazioni di consumatori possono fornire".

La dicitura "con pari facoltà di rimborso" sul buono fruttifero postale

I buoni fruttiferi postali sono prodotti di investimento finanziario: insieme ai libretti di risparmio postale costituiscono il cosiddetto risparmio postale. Si presentano sia nella forma tradizionale cartacea, sia in quella dematerializzata, ovvero come registrazioni contabili di un credito in favore del titolare nei confronti dell'emittente. Sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. (CDP), società di proprietà dello Stato italiano e sono collocati in esclusiva da Poste Italiane. Un buono fruttifero postale può essere cointestato fino ad un massimo di quattro persone.

"Il problema del riscatto in caso di decesso di uno degli intestatari sorgeva da un possibile contrasto con le norme sull'eredità - spiega Davide Zanon, segretario di Codici Lombardia -. Poste Italiane sosteneva l’impossibilità all’incasso del buono se non si presentava preventivamente il consenso degli eredi del cointestatario defunto. Questo problema nasceva dall'errata interpretazione della dicitura ‘con pari facoltà di rimborso’ presente sul buono, che si sosteneva indicasse che la riscossione doveva essere proporzionata al numero dei cointestatari. Il collegio ora, invece, ha chiarito che ciascuno dei cointestatari è libero di agire e riscattare il buono indipendentemente dagli altri".

Se si volesse ovviare a questo problema, è necessario richiedere, al momento della sottoscrizione, che non venga inserita la clausola di "pari facoltà di rimborso": così il riscatto del buono potrà essere eseguito solo insieme agli altri cointestatari. La riscossione del buono non può, quindi, essere rifiutata. "La Cassazione - continua Zanon - ha chiarito che la normativa a cui faceva riferimento Poste, che serviva a tutelare i cointestatari da possibili pretese avanzate dagli eredi del cointestatario defunto, non può essere applicata ai Bfp ma ai libretti di risparmio, in quanto esiste una specifica normativa che non richiede il consenso degli eredi. Resta chiaramente inalterato il diritto di credito degli eredi, sancito dal codice civile: infatti colui che riscuoterà il buon resterà obbligato nei confronti dell'erede o degli eredi del cointestatario defunto".

Buoni fruttiferi postali senza scadenza (e con la nota scritta a mano): cosa succede?

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