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Venerdì, 19 Aprile 2024
Verso la manovra

Buste paga: ci saranno nuovi aumenti da gennaio 2023? I tre scenari sul tavolo

Il governo sembra intenzionato a prorogare il taglio del cuneo fiscale già varato da Draghi, portandolo però al 3%

Il governo è intenzionato a intervenire sul cuneo fiscale, con un beneficio che andrà direttamente ai lavoratori. La manovra in arrivo in Consigli odei ministri dovrebbe prevedere la conferma del taglio del cuneo fiscale del 2% fino a 35mila euro, mentre lo sgravio salirebbe al 3% per i redditi più bassi, cioè quelli fino a 20mila euro. Se fosse così, l'elemento di novità vero è che ci si potrebbe attendere un aumento dei salari dei lavoratori ma si parla di cifre ridotte. 

La misura verrebbe finanziata, almeno in parte, con i soldi risparmiati dalla stretta sul reddito di cittadinanza. Solo il rinnovo del taglio voluto dal precedente esecutivo costerebbe circa 3,5 miliardi, ma al conto andrebbero aggiunte le risorse per il nuovo intervento. L'obiettivo della maggioranza è arrivare - nell'arco della legislatura, ma forse già nel prossimo anno - a quei cinque punti promessi da Fratelli d'Italia in campagna elettorale, di cui due terzi a favore dei lavoratori e un terzo per le imprese. 

Taglio del cuneo fiscale: come stanno le cose 

L'obiettivo minimo comunque è prorogare gli "aiuti" ai lavoratori già messi in campo da Draghi. L'esonero contributivo dello 0,8 per cento era infatti stato introdotto con la legge di bilancio per il 2022 ed era stato poi aumentato di un altro 1,2% con il decreto Aiuti bis.

All'epoca i sindacati si erano infuriati per l'esiguità degli aumenti in busta paga: basti pensare che secondo una stima della Uil un taglio dell'1% (dunque la metà di quello diventato effettivo nel corso del 2022) comporta un incremento mensile di 15 euro per i redditi lordi pari a 20mila euro e di circa 27 per i redditi pari a 35mila. Poco, dunque, ma comunque meglio di niente.

Ora il taglio del cuneo potrebbe essere aumentato. Resta da capire come verrà ripartito il beneficio: il governo Draghi l'aveva destinato tutto ai lavoratori, questa volta - almeno secondo qualche indiscrezione riportata sui giornali - l'esecutivo potrebbe fare una scelta diversa e lasciare una parte anche alle aziende.

In realtà però le parole del ministro dell'economia Giorgetti sembrano abbastanza chiare sotto questo punto di vista: "La misura del cuneo fiscale non è attualmente finanziata per il 2023" ha premesso il titolare dell'Economia, sottolineando poi che "volontà del governo è non solo finanziarla e quindi rinnovarla per il prossimo anno, ma anche aumentarla per i redditi più bassi dei lavoratori". Insomma, a beneficiare del taglio sarebbero di nuovo i lavoratori e nello specifico chi guadagna meno di 35mila euro lordi. Anche Giorgia Meloni, pur non parlando esplicitamente del cuneo, ha fatto sapere che l'esecutivo è al lavoro per aiutare famiglie e imprese, "con particolare attenzione ai redditi bassi". 

I tre scenari per il 2023

Cosa cambierà dunque dal 2023? Ci sono tre diversi scenari. Se il governo decidesse di confermare solo il taglio del 2% gli stipendi rimarrebbero identici dal momento che la misura varata da Draghi è già in vigore da qualche mese e i lavoratori hanno già potuto beneficiare di questi (per la verità modesti) aumenti in busta paga. Così come non cambierebbe nulla, almeno sul versante dei salari, se l'esecutivo decidesse di portare il taglio al 3% ma destinando un terzo della quota alle imprese. Quest'ultima, va da sé, sarebbe una scelta pensata nell'ottica di dare sollievo alle aziende e magari incentivare i datori di lavoro ad assumere, per quanto le risorse in ballo siano in realtà piuttosto risicate.

Infine c'è il terzo scenario, quello che a questo punto è il più verosimile: ovvero portare il taglio a tre punti destinando tutto ai lavoratori. In questo caso è lecito aspettarsi nuovi aumenti sui salari, ma si parla di cifre piuttosto ridotte e non certo sufficienti a compensare la corsa dell'inflazione. In questo momento però non si può fare molto di più. 

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