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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Buste paga, altro che bonus: così gli stipendi sono evaporati

Lo studio della Uil sui lavoratori in cassa integrazione. Nelle tasche dei dipendenti mancano 4,8 miliardi di euro netti. Alla Lombardia il primato della peggior perdita

Dopo l'approvazione della riforma sul taglio del cuneo fiscale si è spesso parlato di buste paga più pesanti, ma a causa del lockdown - sembra un paradosso - molti lavoratori stanno sperimentando l'esatto opposto. Nei mesi di aprile e maggio le retribuzioni dei dipendenti interessati dalla cassa integrazione si sono infatti alleggerite di 4,8 miliardi di euro netti. Alla Lombardia va il primato della maggior perdita delle retribuzioni nette, pari al 25% del totale nazionale (1,2 miliardi di euro), seguita dal Veneto dove i cassaintegrati perdono oltre 608 milioni di euro netti, dall'Emilia Romagna (491 milioni di euro netti) e dal Piemonte (418 milioni di euro netti).

È quanto emerge da un'analisi condotta dal Servizio lavoro, coesione e territorio della Uil che ha elaborato i dati Inps delle ore autorizzate di integrazione salariale su cui sono state condotte le simulazioni. Per i lavoratori che a causa del coronavirus sono stati messi in "stand by", i sacrifici sono stati pesanti.

Buste paga, per chi è cassa integrazione tagli fino al 37% del reddito

Secondo Ivana Veronese, segretaria confederale Uil, "tra riduzione dello stipendio e mancati ratei della 13° e della 14°", negli ultimi due mesi i dipendenti hanno perso mediamente dal 18% al 37%, a seconda del reddito. "A fronte di circa 1,7 miliardi di ore di cassa integrazione, autorizzate nei mesi di aprile e maggio rispettivamente 835 e 849 milioni di ore, numeri mai raggiunti in precedenza ed in così breve tempo, gli 8,4 milioni di beneficiari hanno perso, mediamente, 569 euro pro-capite nel bimestre".

La Uil fa due esempi. Se consideriamo un dipendente a tempo pieno con una retribuzione annua netta di 17.285 euro (1.440 euro mensili) posto in cassa integrazione a zero ore per due mesi, la perdita, tra riduzione dello stipendio e mancati ratei di 13° e 14°, ammonterebbe a 889 euro netti (444 euro mensili). Altro caso è quello di un dipendente part-time con una retribuzione netta annua di 10.005 euro (834 euro mensili) che in due mesi in cassa integrazione perderebbe 290 euro netti (145 euro mensili). Per questo, sottolinea Veronese, “nella riforma più complessiva degli ammortizzatori sociali, sottolinea Ivana Veronese, occorre tenere ben presente il tema della revisione dei tetti massimi del sussidio della cassa integrazione e la loro rivalutazione".

Buste paga più pesanti, ecco il bonus

Andrà decisamente meglio a quei lavoratori che invece riceveranno nei prossimi giorni una "gratificazione" grazie al bonus in busta paga. Il loro stipendio lieviterà da 20 a 100 euro al mese, a seconda della fascia di reddito. La misura, che debutta a luglio, interesserà una platea di circa 16 milioni di lavoratori. Ai 10 miliardi di risorse previste messe in campo per il vecchio bonus Renzi, se ne aggiungono altri 3 miliardi per quest'anno, che diventeranno circa 6 miliardi il prossimo anno, grazie al decreto legge cura Italia.

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