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Giovedì, 25 Aprile 2024
Manager di Stato

Manager di Stato, oggi cambia tutto: ma prima 25 milioni di liquidazioni

E' il grande giorno dei cambi al vertice delle aziende di Stato: via i vecchi Ad, dentro "volti nuovi e competenti". Ma i vari Scaroni, Conti e Cattaneo costeranno 25 milioni di euro

ROMA - Da una decina di anni, giorno più giorno meno, sono tutti al loro posto. Hanno superato i due mandati triennali, qualcuno ne ha portati a termine anche tre. E le loro carte d'identità dicono tutte, o quasi, over 60. Sono i manager delle aziende di Stato che oggi, ahi loro, perderanno la poltrona. Renzi lo aveva giurato e alla fine lo farà: via al ricambio generazionale per le holding a partecipazione statale. Il grande giorno dovrebbe essere oggi, con un via vai che si annuncia portatore di novità.

I criteri per la scelta sono i soliti: competenza e ricambio, con un occhio alle quote rosa. Lo ha promesso, in un'intervista a Repubblica, il sottosegretario alla presidenza, Graziano Delrio. "Siamo pronti per Enel, Eni e Finmeccanica i cui vertici scadono adesso. Renzi vuole fare anche le Poste, per dare il segnale di un governo che affronta subito i nodi" ha chiarito. 

"Il desiderio è quello di proporre volti nuovi, ma ciò che cerchiamo di fare non è la rottamazione generazionale. È piuttosto una rivoluzione culturale - ha spiegato Delrio - Per questo, sì, è vero che puntiamo a promuovere le donne, fino ad arrivare a una sostanziale parità di genere nelle nomine. Lo facciamo per colmare un ritardo italiano che è di almeno trenta anni rispetto ad altri Paesi. Così com'è successo con la scelta di otto donne ministro. Una sostanziale parità farebbe avanzare l'Italia nella concretezza molto più di tanti proclami".

Sui nomi e sulle scelte: "C'è stata una ricerca delle migliori intelligenze. Renzi da tempo ascolta tantissime persone eccellenti - ha confessato - Vogliamo dirigenti capaci e che siano orgogliosi di guidare aziende che sono un patrimonio dell'Italia. Come accade in Francia". I rifiuti, ha giurato Delrio, "sono stati pochissimi. Più che altro erano dei 'sì ma', dei 'vorrei ma non posso'". E al di là di Vittorio Colao "i rifiuti non ci sono quasi stati. Del resto, un manager fa più volentieri l'ad di una grande azienda pubblica anziché il ministro o il parlamentare. È una situazione oggettivamente diversa", ha concluso il sottosegretario.

Per Scaroni, Conti, Cattaneo e Sarmi insomma il momento dell'addio è arrivato. Purtroppo per le casse dello Stato, però, è arrivato anche il momento - per loro - di passare dalla cassa. L'addio ai loro ruoli comporta per forza di cose una buona uscita. E i numeri fanno paura. Il settimanale "L'Espresso" ha calcolato che la liquidazione di Conti, Ad Enel, dovrebbe ammontare a 6,4 milioni. Quella di Scaroni, manager Eni, a 8,3 milioni. Sommando tutti i Tfr fra loro si arriverebbe alla cifra "monstre" di 25 milioni di euro. Non resta che sperare che, al momento delle prossime liquidazioni, il tetto massimo agli stipendi sia storia di qualche anno prima. 

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