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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Stop al canone Rai in bolletta: "Troppe criticità"

Arriva lo stop del Consiglio di Stato al regolamento messo a punto dal ministero dello Sviluppo Economico. E' una clamorosa bocciatura per il pagamento del canone Rai in bolletta. Rilevate criticità sulla privacy e non solo

Sembrava tutto pronto, tutto stabilito sin nei minimi dettagli. Invece rischia di saltare tutto. A ridosso del via ai primi adempimenti per l’esenzione dal canone Rai e al suo pagamento in bolletta, a partire dal mese di luglio, arriva lo stop del Consiglio di Stato al regolamento messo a punto nelle scorse settimane dal ministero dello Sviluppo Economico. E' una clamorosa bocciatura per il pagamento del canone Rai in bolletta. 

PRIVACY - Bisognerà rivedere le modalità con cui riscuotere il canone. Certo, le osservazioni del Consiglio di Stato in teoria non sono vincolanti ma è molto probabile che il ministero si adeguerà. Non c'è, secondo il Consiglio di Stato, un riferimento allo scambio dati tra vari enti necessario per l’addebito, mentre sarebbe necessaria una disposizione che espliciti che le procedure previste avvengano nel rispetto della normativa sulla privacy. Un ulteriore profilo di criticità è dato dal fatto che "non tutte le norme risultano formulate in maniera adeguatamente chiara". Il ministero dell’Economia, inoltre, non ha dato un formale via libera al provvedimento, attraverso il meccanismo del "concerto".

DEFINIZIONI - Il Consiglio di Stato spiega poi che il decreto - scritto dal ministero dello Sviluppo Economico - non offre una "definizione di apparecchio tv". E neanche precisa che il canone si versa una volta sola, anche se abbiamo più televisori in casa. E' dunque indispensabile chiarire che la famiglia deve versare la gabella un'unica volta, e soltanto se possiede un tv che riceve i programmi in modo diretto "oppure attraverso il decoder". In questo modo, il decreto chiarirà una volta e per sempre che non si deve pagare niente quando si hanno uno "smartphone o un tablet" che pure riescono oggi a intercettare il segnale televisivo.

E ADESSO? - "Ora Governo e Parlamento devono modificare urgentemente la legge di stabilità, rinviando le scadenza della prima rata al mese di ottobre" dice Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori. "Erano troppi i quesiti ancora irrisolti», aggiunge Dona, ricordando ad esempio che "nel modello di dichiarazione predisposta dall’Agenzia delle entrate si faceva inevitabilmente riferimento alla nota del ministero dello Sviluppo Economico del 22 febbraio 2012, per niente chiara e superata. In pratica si costringeva il consumatore, ad esempio per le radio, a dichiarare il falso. La nota 2 della dichiarazione predisposta dall’Agenzia delle Entrate, infatti, fa riferimento agli apparecchi indicati nella nota del Ministero per lo Sviluppo Economico del 22/2/2012, nella quale le radio sono indicate tra gli apparecchi atti a ricevere. Di conseguenza, il modello costringeva il cittadino che possiede solo radio (e non deve, quindi, pagare il canone) a dichiarare il falso barrando ugualmente la casella, visto che non esiste altra strada per l’esenzione dal canone. Insomma - conclude Dona - come pretendere che il contribuente non faccia una dichiarazione non mendace, se non si spiega chiaramente cosa deve dichiarare?".

La situazione è talmente incerta che il presidente di sezione del Consiglio di Stato e segretario generale della Giustizia Amministrativa, Mario Torsello a poche ore dalla sospensione del parere precisa che "il Consiglio di Stato ha espresso un parere interlocutorio".

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