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Venerdì, 19 Aprile 2024

Stop al canone Rai in bolletta: ma il Governo va avanti

La Repubblica riporta il parere del Consiglio di Stato che chiede al governo di riscrivere il decreto ministeriale. Molti i nodi contestati: ecco quali

Il Consiglio di Stato ha imposto l'alt sul canone Rai. Il tribunale amministrativo, che per legge deve dare un parere sul decreto del ministero dello Sviluppo Economico, avanza due critiche: in primo luogo manca una "definizione di apparecchio televisivo"; in secondo luogo non si precisa che il canone si versa una volta sola, anche in presenza di più televisori in casa, né se sia da pagare in presenza di smartphone o tablet in grado di intercettare il segnale tv.

"IL DECRETO VA RISCRITTO" - Una vera e propria bocciatura che cade a metà aprile, a pochi mesi dalla prima bolletta elettrica che conterrà l'imposta, prevista a luglio. Lo scrive la Repubblica, che fornisce i dettagli delle osservazioni del Consiglio di Stato:

E' dunque indispensabile chiarire che la famiglia deve versare la tassa un'unica volta, e soltanto se possiede una tv che riceve i programmi in modo diretto "oppure attraverso il decoder". In questo modo, il decreto chiarirà una volta e per sempre che non si deve pagare niente quando si hanno uno "smartphone o un tablet" che pure riescono oggi a intercettare il segnale televisivo. Il Consiglio di Stato osserva anche che la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy, vista l'elevata mole di dati che si scambieranno gli "enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l'energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell'interno, Comuni e società private)".

Il Consiglio di Stato critica anche la scarsa chiarezza del decreto ministeriale che pure tratta una materia molto sentita dagli italiani. "Oscuro, ad esempio, è il passaggio che definisce le categorie di utenti tenute al pagamento dell'imposta per Viale Mazzini".

"NON E' UNA BOCCIATURA" - Quella del Consiglio di Stato "non è affatto una bocciatura" del canone Rai "ma un utile suggerimento di integrazioni e chiarimenti peraltro assolutamente nella prassi dei pareri del Consiglio stesso". Lo afferma il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli. "Inoltre, già in aula alla Camera il 6 aprile scorso avevo annunciato l`intenzione del governo di procedere a una più esplicita e meno tecnica definizione di apparecchio televisivo, a una capillare campagna di comunicazione e auna proroga al 15 maggio dei termini per la comunicazione all`Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni di esenzione. Quanto al "mancato concerto" del Ministero dell`Economia è solo la segnalazione che per il Mef ha firmato il capo dell`ufficio legislativo e non il capo di gabinetto. Anche sulla privacy, questione delicata e importante, il testo è all`attenzione del Garante e lavoriamo insieme con spirito costruttivo. E` un po` singolare - sottolinea Giacomelli - trasformare nella comunicazione i pareri e i contribuiti consultivi che servono esattamente a migliorare il testo e che sono accolti da noi con spirito costruttivo in una inesistente bocciatura".

Fonte: Repubblica.it →
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