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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'intervista

Discoteche, tutta la rabbia dei gestori: "Il governo ci sta bullizzando da due anni"

Intervista di Today a Maurizio Pasca, presidente della Silb-Fipe: "Quantifico in 60 milioni di euro le perdite per queste feste"

Dopo le rovinose perdite legate ai 20 mesi di chiusura continuativa di discoteche e sale da ballo per la pandemia Covid, i gestori dei locali tornano a rivivere lo stesso incubo a ridosso del Capodanno. In un’intervista a Today, Maurizio Pasca, presidente della Silb-Fipe, ha parlato delle possibili conseguenze economiche e sociali della decisione improvvisa del governo di chiudere i locali da ballo fino al 31 gennaio 2022.

Discoteche e sale da ballo chiuse fino al 31 gennaio 2022

Tornano in “quarantena” le discoteche e le sale da ballo, dopo un brevissimo ritorno alla normalità durato appena un paio di mesi seguito a 20 mesi continuativi di stop. Pochi giorni prima di Natale, il governo ha deciso di richiudere i locali da ballo, alla luce dell’impennata dei contagi Covid e della preoccupante variante Omicron altamente contagiosa. Nel comunicato stampa del Consiglio dei ministri del 23 dicembre scorso si legge che fino al 31 gennaio 2022:

  • sono vietati gli eventi, le feste e i concerti, comunque denominati, che implichino assembramenti in spazi all’aperto;
  • saranno chiuse le sale da ballo, discoteche e locali assimilati.

La decisione presa dal governo a pochissimi giorni dal Capodanno non era stata anticipata a nessuno, nemmeno alle associazioni di categoria, palesandosi come un vero e proprio fulmine a ciel sereno. I gestori dei locali da ballo, infatti, si erano già organizzati per la festa dell’ultimo dell’anno anticipando ingenti somme di denaro. I biglietti erano stati venduti, il personale di servizio reclutato, le scorte alimentari comperate, gli artisti ingaggiati. Stiamo parlando di circa 2.200 discoteche, 3.500 se si considerano anche le sale da ballo, con circa 100 mila addetti, la metà regolarmente assunti e l’altra metà con contratti stagionali o a chiamata.

Discoteche: la serata di Capodanno copre il 15% del fatturato annuo

Secondo la Silb-Fipe, il sindacato italiano dei locali da ballo, la più importante associazione italiana di categoria che raduna il 90% delle imprese del comparto censite dalla Camera di Commercio, stiamo parlando di un settore che genera un fatturato pari a circa 2 milioni di euro l’anno. Secondo alcune stime la serata di Capodanno garantisce alle attività circa il 15% del fatturato annuo, cifra che sale a circa il 50% per le discoteche site nei luoghi di montagna.

I gestori dei locali da ballo si sentono ancora una volta discriminati: con questa decisione si tornerà a favorire l’abusivismo e si tornerà a ballare ovunque tranne dove c’è una licenza che lo permette. Con la chiusura delle discoteche, infatti, si moltiplicheranno i festini abusivi, proprio come successo lo scorso Capodanno.

Eravate stati preventivamente informati della decisione di voler chiudere le discoteche fino al 31 gennaio 2022?

“Assolutamente no, noi potevamo restare aperti anche in zona gialla e arancione, si entrava con il green pass rafforzato, il distanziamento e la riduzione della capienza al 50% - risponde Maurizio Pasca, presidente Silb-Fipe -. Quando il 23 mattina si è riunita la cabina di regia erano queste le indicazioni. Volevano mettere anche il tampone, sarebbe stata un ulteriore restrizione, ma a noi andava bene. Poi non sappiamo più cos'è successo nel pomeriggio, quando c’è stata la presidenza del consiglio dei ministri che invece ha deciso diversamente e senza nessun rispetto verso il nostro settore economico. Le discoteche sono state chiuse dall'oggi al domani, senza nessun preavviso, è una totale mancanza di rispetto. Anche perché quest’estate con le discoteche chiuse, si è ballato dappertutto, cosa che succederà anche adesso. Il governo dove pensa che andranno quelle persone se non nei vari cenoni, in feste organizzate in luoghi improvvisati senza nessun controllo? Se il governo vuole fare questo e incentivare l’abusivismo lo faccia pure. Io lo chiamerei bullismo di categoria, il governo ci sta bullizzando praticamente da due anni a questa parte”.

Qual è il danno stimato in termini di fatturato e di posti di lavoro?

“Il valore economico del settore è di circa 2 miliardi di euro l’anno, sono due anni che siamo chiusi quindi il danno è di 4 miliardi di euro. Le persone che lavorano all’interno delle discoteche sono circa 100 mila, molti purtroppo non hanno mai potuto avere accesso alla cassa integrazione in quanto lavoratori atipici, quindi con contratto a chiamata o a intermittenza. Per queste feste, invece, quantifico il danno in circa 60 milioni di euro. Oltre al danno subiremo anche l’ennesima beffa, perché con le discoteche chiuse si ballerà dappertutto, per questo chiedo immediatamente al ministro dell’interno che possa vigilare”.

Quali saranno le conseguenze economiche nel lungo periodo?

“Tenga conto che il 30% delle attività dopo due anni di chiusura hanno già chiuso definitivamente. Se dovesse persistere la chiusura il settore economico scomparirebbe. Secondo me porteranno la chiusura al 31 marzo 2022, fino alla fine dello stato di emergenza. Io mi chiedo perché solo le discoteche? Siamo stati ligi a rispettare le regole finora emesse, ma adesso diciamo basta. Non possiamo restare a guardare che il governo distrugga questo settore economico”, continua Pasca ricordando che le discoteche sono luoghi di socializzazione importanti per i giovani e che in questi mesi di chiusura i giovani si sono ritrovati a fare risse nei luoghi della movida.  

Quali aiuti chiedete alle istituzioni?

“Il governo deve riconoscere gli indennizzi, immediati e certi, per il danno che il settore sta subendo. Noi abbiano sopportato dei costi, ci siamo approvvigionati delle materie prime per l’organizzazione di queste festività, abbiamo assunto il personale anche se con mille difficoltà perché dopo due anni di chiusura i nostri dipendenti sono andati a cercarsi lavoro altrove. Contavamo tantissimo sulla riapertura di queste festività per poter trarre un po’ di beneficio dopo 20 mesi di chiusura. I ristori ricevuti sinora sono stati ben poca cosa rispetto alle perdite subite. Noi stiamo ancora aspettando i 20 milioni di euro già decretati dal ministero dello sviluppo economico che non ci sono ancora stati dati. Altri settori economici del paese sono stati riempiti di denaro, parlo di cinema, teatri, alberghi e pubblici esercizi, invece riscontro una cattiva attenzione nei confronti del nostro settore. Chiediamo poi che quando sarà decisa la riapertura, quando sarà possibile, ci sia detto anticipatamente e non all’ultimo secondo perché le nostre aziende hanno bisogno di programmazione”.

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