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Giovedì, 28 Marzo 2024
Allarme rosso

Industrie costrette ad interrompere la produzione a causa del caro energia

SOS di Confindustria: il sistema industriale nel suo complesso potrebbe arrivare a chiedere 400 milioni di ore di cassa integrazione

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, lancia un SOS al governo, dichiarando che siamo nel bel mezzo di una tempesta perfetta, ossia di una serie di eventi che possono essere fatali, per la nostra economia in questo caso. Il caro energia e la guerra in Ucraina possono portare l'Italia sull'orlo del baratro, ma ci sono delle soluzioni, vediamo quali. 

Sistema industriale in difficoltà

Non poteva andare peggio: al caro energia si sono aggiunti i contraccolpi economici della guerra in Ucraina e delle sanzioni imposte alla Russia dai paesi occidentali. La nostra economia, in piena ripresa post pandemia, rischia un brusco rallentamento o addirittura la stagflazione. L'allarme è stato lanciato da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, la principale associazione di rappresentanza delle imprese manifatturiere e di servizi in Italia che conta oltre 150 mila imprese di dimensioni piccole, medie e grandi, per un totale di 5.417.168 addetti. "Per le fabbriche energivore - spiega Bonomi in un'intervista a la Repubblica - è una crisi senza precedenti. Le acciaierie hanno cominciato a sospendere la produzione, presto toccherà anche ai settori della ceramica e delle cartiere. Sono stop temporanei. Ma i prezzi insostenibili creano un effetto domino che può portare il sistema industriale nel suo complesso a chiedere 400 milioni di ore di cassa integrazione". Non è semplice allarmismo, spiega Bonomi, segnaliamo questa "cifra enorme per generare consapevolezza. È una crisi fortissima, drammatica, accentuata da errori di anni e anni, di fronte ai quali servono interventi radicali non più rinviabili".

La tempesta perfetta

Come siamo arrivati a questo punto? Secondo il presidente di Confindustria la guerra sta solo accelerando un processo che era già in atto. "La frenata della ripresa economica è cominciata a settembre, la mancanza di una strategia di politica energetica risale a decenni fa, e ci sono riforme che aspettano da trent'anni", da qui la tempesta perfetta. Dopo aver illustrato come siamo arrivati a questa drammatica situazione, Bonomi ha indicato una possibile via d'uscita, che sembra più o meno sposarsi con il piano RePower EU annunciato ieri dalla Commissione europea. "Ora abbiamo bisogno di interventi radicali. Dobbiamo mettere in condizioni le centrali a carbone ancora attive di lavorare al massimo, sospendere straordinariamente i limiti di emissione per l'uso di olio combustibile, potenziare gli impianti di Gnl, il gas naturale liquefatto, realizzandoli in mare visto che nei porti la politica non li ha voluti. Dobbiamo importare di più da paesi come Algeria e Qatar per fare fronte alla crisi energetica". L'obiettivo principale dell'Italia è cambiare il mix energetico per non dipendere più dalla Russia. Ci vorranno dai 24 ai 30 mesi, ha dichiarato il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Tra le azioni che Bonomi indica per uscire dalla crisi energetica c'è anche la sospensione straordinaria del mercato Ets (sistema di scambio di emissioni dell'Ue per disincentivare l'uso di fonti fossili), "che attualmente finisce per penalizzare l'industria italiana che è più decarbonizzata di quella tedesca". Inoltre, va "rivisto il criterio del prezzo orario dell'energia elettrica, che oggi si stabilisce secondo il costo più elevato di chi la conferisce con enormi premi a chi ha costi più bassi, come gli impianti da fonti rinnovabili".

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