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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il ritorno delle trivelle?

Nuovo allarme per il caro gas: "Aumenterà ancora, dobbiamo estrarne di più"

"Ci aspettiamo ulteriori aumenti delle bollette del gas" spiega il ministro Cingolani che chiede un giro di vite anche su impianti eolici e solari bloccati dai vincoli paesaggistici. "Poteri sostituivi contro i no delle soprintendenze"

"Ci aspettiamo ulteriori aumenti del costo del gas". Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani in audizione presso le commissioni Ambiente congiunte di Camera e Senato. "Forse a marzo con l'apertura del gasdotto Nord stream 2 diminuirà". Cingolani ha spiegato come per far scendere i prezzi una soluzione potrebbe essere quella di estrarre più gas in Italia "dai giacimenti che già ci sono".

Meno vincoli ambientali per ridurre la bolletta energetica? Potrebbe sembrare un controsenso ma è questa l'estrema sintesi dell'intervento del ministro che porrà la questione al prossimo consiglio dei ministri.

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"Attenzione a non dire che gli aumenti dipendono dalla transizione. Solo il 20% dipende dal costo della CO2, il resto è materia prima. Noi per fortuna siamo diversificati, abbiamo un buono stoccaggio, con l'80% delle riserve. Però se io potessi dire manteniamo 73 mld di metri cubi quindi non aumentiamo, al contrario consumiamo più energia e manteniamo il gas costante, in realtà stiamo decarbonizzando. Però bisogna chiedersi per quale motivo lo dobbiamo comprare tutto fuori quando se potessi produrne un pò di più internamente ne andremmo a comprare meno fuori. I soldi risparmiati li potremmo investire in mitigazione di bollette".

"Su base tendenziale avendo avuto 9 miliardi di aumento del costo energetico in bolletta in quest'ultimo trimestre e 3 miliardi in quello precedente faccio presente che su base annuale sono 48 miliardi aumento. Allora è ovvio che è un calcolo fuorviante ma qui si parla di aumenti della bolletta che sono grandi quasi quanto il Pnrr quota annuale", ha detto Cingolani.

Il problema delle rinnovabili

"Abbiamo il dovere - ha incalzato il ministro - di guardare a questo problema in maniera molto laica nel tentativo di difendere tanto il percorso della transizione quanto la stabilità sociale. Ovvio che la soluzione è: quando saremo tutti rinnovabili non avremo più la dipendenza dal gas. Stiamo facendo tutti una corsa pazzesca ma io comunque 70 Gigawatt di rinnovabili che mi produrranno il 70% di elettricità verde non ce la faccio a metterli giù in due anni, tre anni, neppure se non ci fossero gli iter autorizzativi. Anche se lo facessimo in maniera selvaggia. Quindi dobbiamo garantire la transizione in questi anni e qui bisogna fare delle riflessioni".

"Per gli impianti a rinnovabili - spiega Cingolani - pubblicheremo le aste dei prossimi 5 anni. Però se il 95% delle proposte è bloccato dalle soprintendenze è un problema, ma su questo posso fare poco. Posso dire che in questo momento abbiamo 3 GigaWatt di impianti eolici e solari che sono bloccati dalle soprintendenze, sarebbe la metà di quello che dobbiamo fare nel primo anno di PNRR".

Il blocco a causa dell'impatto paesaggistico: "Tutte le richieste di autorizzazioni sono bloccate, non ce n'è nessuna che passa, sono tutte sbagliate anche se hanno l'approvazione V.I.A.", lamenta Cingolani, E allora "ho chiesto di portare il tema al Consiglio dei ministri per una decisione, se la cosa non va avanti si procede con i poteri sostituivi- segnala il titolare del MITE- spero di non doverlo fare ogni volta, per ogni benedetto impianto".

"Chiaramente tutto va fatto nel rispetto assoluto del patrimonio paesaggistico ma c'è un rispetto ulteriore che è quello della politica climatica e degli impegni internazionali - assicura il ministro - chiederò un'accelerazione perché si decida", oppure ogni impianto "dovrò portarlo ogni volta in discussione al Cdm, ma sarebbe un peccato".

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