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Martedì, 23 Aprile 2024
Lo studio

Perché il cashback potrebbe favorire i ricchi

Secondo uno studio della Cgia di Mestre, la misura costerà 4,7 miliardi nei prossimi due anni e  favorirà soprattutto coloro che possiedono una elevata capacità di spesa. Confesercenti: "Momento sbagliato"

Il cashback, ossia la possibilità di ottenere un rimborso sulle spese pagate con moneta elettronica, partirà già dicembre con quello 'extra' di Natale: una misura che poi proseguirà nel corso dei prossimi anni. Secondo gli ultimi numeri diffusi da Palazzo Chigi sono quasi quattro milioni e mezzo (4.456.597 per l'esattezza) i cittadini iscritti al Cashback. Finora il totale delle transazioni elaborate, già acquisite dal sistema e visualizzabili dai partecipanti, ammontano a 4.257.342, mentre l'importo totale del Cashback maturato dai partecipanti si attesta a 17.302.448 euro. I cittadini con almeno 10 transazioni, che già hanno diritto al rimborso dell'Extra Cashback di Natale, sono 151.218. Nonostante la misura sia stata ben accolta dai consumatori, non sono mancate le critiche, sia per quanto riguarda le tempistiche e la necessità di alcuni commercianti di aggiornare in dispositivi di pagamento, sia per il fatto che il cashback potrebbe favorire soprattutto chi ha maggiore capacità di spesa: vediamo perché.

Cashback, perché potrebbe favorire i ricchi

Secondo uno studio della Cgia di Mestre, la misura non soltanto avrà dei costi sempre più elevati, ma andrebbe ad avvantaggiare soltanto le persone in grado di spendere: "Nei prossimi 2 anni le risorse necessarie per finanziare il cashback ammonteranno a 4,7 miliardi di euro. Una spesa smisurata che tutti gli italiani saranno chiamati a pagare per incentivare l'utilizzo della moneta elettronica, concorrendo così alla riduzione dei pagamenti in nero effettuati con il contante. Nella pratica, però, sarà un provvedimento che favorirà soprattutto coloro che possiedono una elevata capacità di spesa". 

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"Persone che secondo le statistiche – spiega il coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo  - vivono nelle grandi aree urbane del Nord, dispongono di una condizione professionale e un livello di istruzione medio-alto. Insomma, una misura a vantaggio dei ricchi, ma pagata con i soldi di tutti. Un modo veramente molto singolare di combattere l'evasione fiscale".

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E' vero, sottolineano dalla Cgia, che dal 2021 la restituzione dei soldi sul conto corrente avverrà fino alla soglia del 10% della spesa sostenuta con almeno 50 operazioni effettuate entro un tetto di 1.500 euro ogni sei mesi (quindi 300 euro al massimo di ristoro per ogni anno). Ma sempre dal prossimo 1 gennaio e senza alcun importo minimo di spesa, i primi 100mila partecipanti che in ogni semestre totalizzeranno il maggior numero di transazioni valide, riceveranno addirittura un super cashback di 1.500 euro.

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A conferma che il cashback andrà a vantaggio dei più abbienti, l'Ufficio studi della Cgia si è avvalso dei dati messi a disposizione dall'Istat per l'anno 2019. Le differenze emerse a livello territoriale sono evidentissime: se a Nordovest la spesa media è stata di 2.810 euro al mese, nel Sud ha toccato i 2.067 euro (un gap di 743 euro pari ad una variazione del 26 per cento). Nello specifico, se compariamo la spesa della regione più elevata con quella che ha speso meno, risulta che nella provincia autonoma di Bolzano è stata di 3.517 euro, in Puglia di soli 1.996 euro.

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Anche se analizziamo la predisposizione agli acquisti per titolo di studio emergono grosse differenze tra soggetti con livelli di istruzione alti rispetto agli altri. Un capofamiglia laureato, l'anno scorso ha speso mediamente per gli acquisti mensili 3.587 euro, un diplomato 2.835, una persona con la licenza media 2.349 e con la sola licenza elementare 1.678 euro. E' altrettanto evidente il divario di spesa per i consumi presente in Italia anche in base alla condizione professionale della persona di riferimento. Se, infatti, il capofamiglia è un imprenditore o un libero professionista, la spesa media è pari a 3.918 euro, scende a 2.354 euro se è un pensionato e addirittura a 2.321 euro se è un operaio.

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Confesercenti: ''Momento sbagliato per il cashback e lotteria degli scontrini''

Anche Mauro Bussoni, segretario generale della Confesercenti, si è lamentato per la scelta di far partire in questo momento il casback e anche la lotteria degli scontrini: ''La partenza di queste due misure appare quanto mai inopportuna in un momento così difficile: riteniamo che per le nostre imprese dovesse essere fatta in un periodo diverso, non ora". 
In particolare, per la lotteria degli scontrini il rischio è che "il 50% dei negozi non abbia il tempo di adeguare i dispositivi necessari". Numerose le testimonianze dal campo: “E’ un continuo di chiamate da parte dei soci - conclude Bussoni - per chiederci se devono adeguare per forza il registratore di cassa che richiede un costo in più. Ci sono imprese che hanno riaperto ora dopo sei mesi di chiusura…”.

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