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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Cashback: perché alcuni non riceveranno il rimborso

Dal primo gennaio è partita la seconda fase, che prevede un credito sempre pari al 10%. Ma c'è chi rimarrà senza la restituzione. Ecco chi

Il Cashback di Stato chiude la fase sperimentale di Natale 2020 e riparte con quella standard del 2021, che vale il rimborso del 10% degli acquisti fatti nei supermercati, nei negozi e da artigiani e professionisti per un massimo di 150 euro nei prossimi sei mesi. Ma mentre cambiano le regole emerge anche che, mentre nel periodo sperimentale chi si è iscritto ha maturato un rimborso totale di 35 euro a testa, uno su quattro non riceverà alcun rimborso. 

Cashback: perché alcuni non riceveranno il rimborso

Con ordine: come abbiamo raccontato, dal primo gennaio è partita la seconda fase e dal primo giorno del 2021 si passa al cashback “standard”, che prevede un rimborso sempre pari al 10%. In sostanza non sarà necessaria alcuna procedura per attivarlo: chi si è già iscritto sull’app IO o con altre modalità al cashback di Natale è infatti automaticamente iscritto anche alla procedura “standard”. Gli acquisti dovranno sempre essere effettuati nei negozi fisici con carte o app di pagamento. Come per l’extra cashback di Natale non valgono per il rimborso gli acquisti effettuati online. Sono invece validi i pagamenti in bar, ristoranti, ad artigiani o professionisti e per la benzina. Sono quindi due i paletti: 

  • bisogna usare il bancomat almeno 50 volte;
  • per ogni scontrino il rimborso massimo è di 15 euro.

C’è poi l’attrazione del super cashback dedicato ai 100 mila consumatori italiani che totalizzeranno più transazioni digitali da qui al prossimo 30 giugno: per loro il rimborso sale a 1.500 euro nel semestre. I numeri della sperimentazione sono intanto sul tavolo del governo, che dovrà verificare come è andata la fase 1 del periodo natalizio. Attualmente hanno aderito all'extra cashback di Natale un totale di 5,8 milioni di cittadini, che in totale hanno maturato un credito potenziale di 200 milioni di euro, ovvero 35 euro a testa in media. Molto lontani quindi dai 150 euro promessi in partenza, ma questo dipende dal volume delle spese che, durante l'alternanza tra zone rosse, arancioni e gialle è stato giocoforza rallentato: in pochi hanno avuto la possibilità di acquistare nei negozi mentre il commercio online è escluso dal computo totale dei rimborsi. Probabilmente un ruolo nel rallentamento lo ha avuto anche il quadro di problemi dell'app IO e il fatto che alcuni strumenti di pagamento sono rimasti fuori dal piano (come il contactless). 

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Giuseppe Virgone, amministratore delegato di PagoPa, in un'intervista rilasciata oggi al Sole 24 Ore snocciola con orgoglio i dati della prima fase sperimentale legata al Natale dell’operazione Cashback: "Sono numeri che ci dicono che nonostante le difficoltà iniziali il sistema ha funzionato. Se poi aggiungiamo che AppIO è stata scaricata da oltre 9 milioni di persone possiamo davvero concludere che le istituzioni si sono dotate di un’infrastruttura digitale che ora è a disposizione per costruire servizi semplici e funzional".

Il Cashback e il rimborso massimo di 43 euro

C'è però anche altro da ricordare: Il Messaggero scrive oggi che uno su quattro non riceverà alcun rimborso. Perché secondo il quotidiano è questa la percentuale di chi non ha effettuato i dieci acquisti previsti con la carta di credito e rimarrà quindi fuori dal totale: 

I dati diramati mercoledì scorso da Palazzo Chigi, sotto il cui controllo opera PagoPa, la società partecipata dallo Stato specializzata in pagamenti digitali verso le amministrazioni pubbliche, che gestisce anche l’app Io, parlano di 9,6 milioni di strumenti di pagamento attivati, più di 49,6 milioni di transazioni elaborate, di un cashback effettivo da erogare ai cittadini che già hanno acquisito il diritto a riscuotere i rimborsi pari a 157 milioni di euro e di un cashback potenziale maturato superiore ai 198,4 milioni di euro. Non tutti gli iscritti riceveranno il cashback: chi a dicembre non ha effettuato almeno dieci acquisti senza contante non vedrà un euro.

A questo si accompagna la questione sollevata nei giorni scorsi da SkyTg24: per i rimborsi da erogare nel periodo compreso tra l’8 e il 31 dicembre - il così detto extra cashback di Natale - l’esecutivo ha messo sul piatto 228 milioni di euro. Ma non è detto che basteranno, anzi. L’incentivo a quanto pare ha avuto un successo superiore alle attese. Al 21 dicembre risultavano iscritti al programma 5,3 milioni di italiani, mentre l’App Io è stata scaricata 9 milioni di volte. I conti sono presto fatti: dividendo i 228 milioni per il numero di italiani che hanno aderito al piano Cashless, si ottiene un rimborso medio di 43 euro a testa. 

L’ipotesi che i soldi possano non bastare non è del tutto remota. Se ciò dovesse accadere, l’importo del rimborso potrebbe essere effettivamente più basso di quanto prospettato. Non lo diciamo noi, ma il decreto n.156 del 24 novembre 2020 che ha istituito il cashback. Come nota ancora SkyTg24, nel testo si legge che “l'attribuzione del rimborso previsto dall’articolo 7 avviene nei limiti dell'importo  di  euro  227,9  milioni.  Qualora  la  predettarisorsa finanziaria non consenta il pagamento integrale del  rimborso spettante, questo è proporzionalmente ridotto”. E si dà il caso che nell’articolo 7 sono messe nero su bianco proprio le norme che disciplinano l’extra cashback di Natale. Nel decreto viene specificato che le disposizioni del “rimborso cashback” si applicano “in via sperimentale anche con riferimento  al periodo compreso tra la data di avvio” della misura e il  31  dicembre 2020 e che il rimborso “è erogato nel mese di febbraio 2021”. Infine, bisogna segnalare che il governo ha deciso di finanziare il cashback attraverso i soldi dei prestiti del Recovery Plan: l’ultima versione del piano di resilienza italiano destina proprio al cashback 4,75 miliardi di euro: lo Stato insomma è pronto a indebitarsi con l’Europa pur di finanziare i rimborsi del 10% sugli acquisti senza contante.

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