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Giovedì, 25 Aprile 2024
Le motivazioni

Perché Draghi ha sospeso il Cashback di Stato

Durante il Consiglio dei Ministri di ieri sera il premier ha spiegato le motivazioni poste a fondamento della sospensione della misura: "Ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori"

La sospensione del Cashback di Stato a partire da oggi, giovedì 1° luglio, ha innescato una scia di polemiche tra i sostenitori della misura, come M5s e Pd, e chi da sempre si era dimostrato contrario, come il centrodestra. Ma la domanda che in molti si sono posti è una: per quale motivo il premier Draghi ha deciso di sospendere il Cashback?

Cashback sospeso: le motivazioni di Draghi

A rispondere a questa domanda, spiegando le ragioni dello stop, è stato lo stesso Draghi durante il Consiglio dei Ministri di ieri sera: ''Il Cashback ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori''. 

La maggiore concentrazione dei mezzi alternativi al contante si registra tra gli abitanti del Nord e, più in generale delle grandi città, con un capofamiglia di età inferiore a 65 anni, un reddito medio-alto e una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato. Anche se non esistono a tutt'oggi dati specifici a riguardo, è presumibile che siano queste categorie a trarre i maggiori benefici dal Cashback e dai bonus e superbonus collegati. La misura rischia perciò di accentuare la sperequazione tra i redditi, favorendo le famiglie più ricche, con una propensione al consumo presumibilmente più bassa, determinando un effetto moltiplicativo sul PIL non sufficientemente significativo a fronte del costo della misura

"Inoltre - ha aggiunto Draghi - non esiste alcuna obiettiva evidenza della maggiore propensione all'utilizzo dei pagamenti elettronici da parte degli aderenti al Programma. Quasi il 73 per cento delle famiglie già spende tramite le carte più del plafond previsto dal provvedimento. Pertanto, la maggior parte potrebbe ricevere il massimo vantaggio anche senza intensificare l'uso delle carte. È invece improbabile che chi è privo di carte o attualmente le usa per un ammontare inferiore al plafond possa effettivamente raggiungerlo, perché la maggior parte di loro non può spendere quelle cifre. In media, le famiglie del quinto più povero dovrebbero infatti aumentare la loro spesa con carte di quasi il 40 per cento, mentre quelle più abbienti solo dell'1 per cento. Ne sono indice il fatto che le transazioni che hanno raggiunto l'obiettivo previsto per l'erogazione del rimborso (50 transazioni nel semestre) rappresentano solo il 50% delle transazioni totali rilevate e che circa il 40% dei beneficiari ha comunque effettuato un numero di transazioni tale da far ritenere che si tratti di persone già abituate all'uso della moneta elettronica''. 

Misura ''onerosa'' da quasi 5 miliardi

Draghi ha anche sottolineato come l'onerosità della misura, pari a 4,75 miliardi di euro, debba essere valutata non solo in relazione ai benefici attesi, ma anche del costo e dell'attuale quadro economico e sociale, che ha visto - nel 2020 - 335 mila nuovi nuclei familiari e oltre 1 milione di persone in più entrare in povertà assoluta (dati Istat). A fronte degli effetti regressivi, dei costi e delle criticità applicative, non possono a tutt'oggi stimarsi effetti significativi sul gettito. Al contrario, è probabile che le transazioni elettroniche crescano per effetto del Cashback soprattutto in settori già a bassa evasione, come la grande distribuzione organizzata che, secondo l'Istat, assorbe quasi la metà della spesa al dettaglio, piuttosto che in quelli critici.

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