Caterpillar chiude la produzione a Jesi: licenziati in 270, il direttore dello stabilimento costretto a fuggire
Megafono in mano Jean Mathieu Chatain aveva tentato di spiegare le "ragioni di mercato" che avevano spinto la multinazionale a prendere la dolorosa decisione
Il sito marchigiano della Caterpillar, che produce cilindri per macchine movimentazione terra, chiuderà. Lo ha annunciato il direttore dello stabilimento di Jesi ai sindacati durante uno degli incontri semestrali in Confindustria proprio nel giorno in cui era attesa la stabilizzazione di alcuni precari. Per la Fiom è stato "un fulmine a ciel sereno": nello stabilimento "lavorano 260-270 lavoratori, compresi gli interinali.
Appresa la notizia, un centinaio di dipendenti hanno bloccato la produzione uscendo fuori dallo stabilimento. Il nuovo direttore dello stabilimento Jean Mathieu Chatain li ha raggiunti e megafono alla mano ha fronteggiato le tute blu dicendosi "molto dispiaciuto" per quanto accaduto ma che le cause della chiusura sarebbero da ricercare nell’aumento delle materie prime necessarie alla produzione. Gli operai, tra insulti e lancio di oggetti, lo hanno sostanzialmente costretto a una precipitosa fuga in automobile protetta dalle guardie private della ditta.
Annunciate iniziative di mobilitazione con presidio permanente davanti ai cancelli. Di "una scelta incomprensibile e pugno nello stomaco a centinaia di famiglie" parla il sindaco Massimo Bacci che chiede di aprire immediatamente un tavolo in Regione e uno al Ministero con il quale costringere la proprietà ad assumersi tutte le proprie responsabilità che non possono ricadere sulle spalle dei lavoratori. "Lo stabilimento di Jesi - ha aggiunto il sindaco - è da sempre considerato un fiore all’occhiello del gruppo Caterpillar, dove vi è una organizzazione e uno studio dei processi produttivi assolutamente all’avanguardia, che ho anche avuto modo di verificare di persona, con lavoratrici e lavoratori di grandi capacità e di marcata professionalità: un’azienda a pieno titolo perfettamente integrata nel nostro territorio, anche avvalendosi di un importante indotto. Non può essere la semplice logica dei costi, che altrove sarebbero inferiori, a giustificare così all’improvviso la scelta di chiusura, tanto più che è assodato che inseguire il solo guadagno non ha mai ripagato nessuna strategia industriale. Le modalità poi con cui è stata data questa notizia ai lavoratori, alla vigilia di Natale, appare di una scorrettezza inaudita e poco rispettosa di una comunità che ha accolto tanti anni fa Caterpillar e che ha permesso a questa azienda, attraverso il know how, le competenze e la dedizione al lavoro di centinaia di dipendenti di raggiungere importanti traguardi industriali".
"Siamo stati facili profeti purtroppo nel giugno scorso" spiega il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Da allora sul fronte dei licenziamenti nel nostro Paese un vero e proprio drammatico bollettino di guerra quotidiano. Con un governo inerte e disinteressato a questa continua tragedia collettiva. Ora si aggiunge un bruttissimo colpo per il territorio di Jesi con bel regalo di Natale per i lavoratori della Caterpillar, licenziati con un metodo assolutamente irrispettoso dei diritti e della dignita' delle persone". "Una multinazionale - prosegue il leader di SI - che chiude una fabbrica solo per aumentare i profitti, i cui vertici si presentano con i guardaspalle come se fossimo negli anni '20 del secolo scorso, e gettano nel lastrico centinaia di famiglie."
L'ex premier Giuseppe Conte parlando dei casi Caterpillar di Jesi e dell'azienda che licenzia via Teams, ha chiesto al governo un intervento immediato per accelerare l'iter delle misure chiamate a tutelare i lavoratori "da un far west di delocalizzazioni, licenziamenti e precariato".