Centri estivi, tutto quello che c’è da sapere: dai costi ai bonus
Il centro estivo è l’unica soluzione possibile per i genitori che lavorano? Esiste un bonus centri estivi 2022? Come scegliere la struttura più adatta? Proviamo a rispondere a tutte queste domande con questa utile guida
Si è appena concluso un nuovo anno scolastico, gli alunni hanno festeggiato l’inizio delle vacanze estive davanti alle scuole dandosi appuntamento ai primi di settembre. Ma da qui a settembre passeranno tre mesi: come si sono organizzati i genitori dei più piccoli? C’è chi fortunatamente può contare sull’aiuto prezioso dei nonni, ma c’è anche chi si trova ‘costretto’ per ragioni di lavoro a mandare i propri figli a un centro estivo, sborsando cifre a volte esorbitanti. Il centro estivo è l’unica soluzione possibile per i genitori che lavorano? Esiste un bonus centri estivi 2022? Come scegliere la struttura più adatta? Proviamo a rispondere a tutte queste domande con questa utile guida.
- Il 30% delle famiglie sceglie il centro estivo
- Centri estivi: quanto costano
- Bonus centri estivi 2022: quest’anno c’è solo quello dell’Inps
- La struttura e l’offerta delle attività fanno la differenza
- Come scegliere un centro estivo: la guida
- Le alternative al centro estivo privato
Il 30% delle famiglie sceglie il centro estivo
Finita la scuola c’è chi parte con i propri nonni per la casa al mare o di campagna e c’è chi invece resta nelle grandi città a caccia di luoghi freschi in cui giocare con i pochi amici rimasti. I genitori sono ben felici di affidare i propri figli ai nonni, non solo per una ragione affettiva, ma anche per i costi spesso proibitivi dei centri estivi. Chi non può contare sui nonni, infatti, non ha molte alternative al centro estivo. Secondo l’Adoc - Associazione difesa orientamento consumatori - circa tre famiglie su dieci mandano i bambini al centro estivo per almeno una settimana. Spesso si tratta di centri privati perché quelli comunali restano una chimera, visto che i posti sono sempre pochi rispetto alla domanda. Ma quanto costa mandare un bambino al centro estivo?
Centri estivi: quanto costano
Secondo l’Osservatorio delle famiglie di Federconsumatori i prezzi dei centri estivi sono salatissimi. Quelli privati si aggirano sui 168 euro settimanali (5 giorni) per il tempo pieno, per scendere sui 96 euro per mezza giornata (fino alle 14:00). L’altra opzione è il centro estivo organizzato in strutture pubbliche, con costi molto più contenuti: 81 euro settimanali per l’intera giornata e 50 euro per metà. Facendo un po’ di conti, a livello mensile servono 672 euro per i centri privati e 324 euro per quelli pubblici. Considerando due mesi di centro estivo si arriva a spendere più di 1.200 euro per quello privato, vale a dire circa uno stipendio. Le cifre variano anche a livello geografico, segnala l’Adoc, con il conto mensile che nel Sud Italia oscilla tra 250 e 300 euro a figlio mentre nelle grandi città o al Nord arriva a 500 euro e oltre. Si tratta di cifre che per molte persone rappresentano anche il 40%, se non di più, dello stipendio quindi impossibili da sostenere senza un aiuto statale. Le cose poi si complicano se si hanno più figli, anche se sono previsti sconti tra il 10-20%. “Nonostante l’offerta sia cresciuta, sia in termini quantitativi che qualitativi, i centri estivi sono ancora oggi una soluzione a portata di ben poche famiglie”, dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc. Peccato che quest’anno, a differenza di quelli passati con il covid, non esista più un vero e proprio bonus centri estivi.
Bonus centri estivi 2022: quest’anno c’è solo quello dell’Inps
Quest'anno niente bonus centri estivi 2022. Il Governo ha previsto dei fondi da erogare alle famiglie per le attività estive dei propri figli, ma mancano le linee guida a livello nazionale, così alcune regioni si sono organizzate autonomamente per offrire soluzioni alle famiglie. Ad esempio, rivela l’Adoc, la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna hanno già stanziato il cosiddetto bonus rette, con un fondo di 6 milioni di euro a disposizione. Previsti contributi spese fino a 112 euro a settimana a figlio in Emilia Romagna e a 75 euro a settimana ad Aosta. In Piemonte solo alcuni comuni si sono mobilitati, come ad esempio quello di Torino, con l’iniziativa “Estate Ragazzi”, dove per usufruire delle tariffe agevolate è necessario possedere la dichiarazione Isee 2022. Quindi, se non si vogliono spendere troppi soldi, prima di iscrivere i propri figli a un centro estivo privato è consigliabile verificare sul sito della propria regione o del proprio comune di residenza se sono stati attivati bandi per l’iscrizione al centro estivo.
Il bonus centri estivi introdotto con l’emergenza covid, quindi, non esiste più. C’è però, come di consueto, il bando di concorso Inps per l’assegnazione del contributo ai figli e ai pensionati dei dipendenti pubblici. In particolare, il bando Inps offre ai minori di età compresa tra i 3 e i 14 anni la possibilità di fruire di centri estivi in Italia durante il periodo estivo. La domanda deve essere trasmessa entro le 12 del 20 giugno 2022, dopo di che l’Inps stilerà una graduatoria degli ammessi sulla base dei redditi, dando priorità agli orfani e ai ragazzi con disabilità. Una volta consegnate le fatture del centro estivo, l’Inps riconoscerà agli assegnatari dall’80% al 100% della retta settimanale, a seconda dell’Isee dichiarato, fino a un massimo di 100 euro alla settimana.
La struttura e l’offerta delle attività fanno la differenza
Scegliere il centro estivo più adatto per i nostri figli non è molto semplice. Prima di tutto bisogna fare i conti con il budget a disposizione, perché se è vero che per una settimana in un centro privato si spendono in media 168 euro è vero anche che si arriva anche a poco meno di 300 euro per un campus di un certo livello. Sappiamo bene che non tutti i centri estivi sono uguali e che le differenze riguardano soprattutto la struttura e le attività offerte. Ci sono centri estivi sportivi e centri per l’approfondimento di una lingua straniera, ma anche laboratori di arte, scienza e tecnologia. Quale scegliere?
Come scegliere un centro estivo: la guida
Finita la scuola molte famiglie si sono messe alla ricerca del centro estivo più adatto per i propri figli. Ma su quali basi scegliere? L'Adoc ha stilato un vademecum molto utile, che offre una serie di consigli e suggerimenti.
- Ambiente: scegliere il contesto ambientale più gradito al bambino: città, mare, montagna, campagna.
- Attività e divertimento: scegliere insieme al bambino il centro che offre attività di suo gradimento: sport, lingue, informatica, natura. Accertarsi che ci siano attività differenziate in base all’età, visto che solitamente i centri estivi accolgono bambini dai 4 ai 13 anni.
- Verificare l’offerta di persona: non farsi convincere da un volantino o dal web. E’ sempre meglio recarsi presso la struttura, constatarne l’effettivo stato in cui si trova, conoscere responsabili ed educatori. Prediligere centri estivi con buone recensioni.
- Extra o compreso nel prezzo? Chiedere sempre quali sono i servizi extra non compresi nel prezzo. In particolare, chiedere chiarimenti sul pranzo, la merenda, le bibite e il lavaggio della biancheria.
- Spazi giusti: chiedere quanti bambini frequenteranno il campo e qual è il rapporto numerico tra educatori e bambini. Dev’essere previsto al massimo un educatore ogni dieci ragazzi, l’ideale sarebbe uno ogni cinque o sei.
- Personale e sicurezza: chiedere e verificate le qualifiche degli educatori, specie se è prevista la piscina o sono previste attività al mare. Se ci sono piscine gonfiabili, occorre accertarsi della qualità e del ricambio dell’acqua utilizzata. Chiedere se gli educatori hanno fatto almeno una volta il corso di primo soccorso e di disostruzione delle vie aeree. Lasciare uno o più numeri per le emergenze.
- Flessibilità: chiedere se gli orari di entrata e uscita sono flessibili e se è possibile fare un’iscrizione giornaliera o di solo mezza giornata da poter sfruttare in caso di particolari esigenze.
Le alternative al centro estivo privato
Ci sono alternative al centro estivo privato? Abbiamo già detto che ci sono i centri estivi comunali, ma che sono solo per pochi fortunati, e quelli Inps per i figli dei dipendenti pubblici. Ci sono poi i centri estivi organizzati dalle parrocchie, dove si spendono circa 35 euro a settimana per mezza giornata. Infine, c’è l’opzione baby sitter, piuttosto costosa. Negli ultimi anni, però, sono nate sul web nuove forme di assistenza come le “tate condivise”, alle quali è possibile affidare fino a 4 bambini per tagliare i costi.