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Giovedì, 28 Marzo 2024
Una difficile ripartenza / Catania

"Non si trova personale? Macché reddito di cittadinanza, sono finiti gli schiavi da spremere"

Storie di ordinario sfruttamento: tra le voci raccolte da Cataniatoday quella di un 25enne che ha denunciato la condizione in cui troppi sono ancora costretti a vivere per poter lavorare

Dopo il Covid ripartiremo diversi: tanto si è detto e scritto soprattutto nelle prime fasi della pandemia su quanto la crisi del coronavirus avrebbe agito da spartiacque tra due mondi, il pre covid e il post covid. In molti avevano vaticinato un mondo diverso in cui ne saremmo "usciti migliori". Ma è davvero così? In questa ripartenza generalizzata che l'Italia sta sperimentando si è tanto parlato delle difficoltà degli imprenditori di trovare personale per riaprire le attività. La scorsa settimana abbiamo visto come qualche imprenditore abbia addebitato la "colpa" della mancanza di lavoratori stagionali a una certa "poltronaggine" legata al reddito di cittadinanza e ai ristori per gli stagionali stanziati dal governo. 

"A tanti non conviene lavorare 10 ore al giorno per 700 o 800 euro al mese": questo è quello che si sente nella vulgata, ma l'Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali ci aveva spiegato come la realtà fosse ben diversa.

Oggi anche Cataniatoday ha approfondito la questione dopo che in tanti avevano spiegato che le proposte di lavoro contenessero "condizioni che non si possono più accettare". 

Tra i racconti raccolti dalla nostra redazione siciliana c'è quello di Michele, che ha parlato della sua esperienza di lavoratore nel settore della ristorazione. Lo scenario che prospetta è quello di tanto lavoro in nero e di poche garanzie. "Quando ho letto il vostro articolo, ho avuto molto da ridire in merito alla mancanza dei lavoratori a causa del reddito di cittadinanza - dice Michele - poiché la causa della carenza di personale non è data dal reddito di cittadinanza, ma dalle condizioni che vengono proposte. Si fanno non meno di 10 ore a turno, quindi pensate con il doppio turno a quanto si arriva! Per non parlare della misera paga che viene data, tutto ovviamente rigorosamente in nero. Quindi smettiamola con questa farsa che non si trova personale, perché sono gli schiavi che iniziano a scarseggiare".

Michele fa il lavoratore stagionale e non potrà beneficiare del decreto Sostegni poiché ha prestato la sua opera in nero e non percepisce nemmeno il reddito di cittadinanza: "Fin da quando ho terminato le superiori ho iniziato a lavorare in strutture ricettive. Dai 19 anni fino ai 22 ho lavorato facendo le pulizie e come lavapiatti in 2 ville per ricevimenti. Dai 22 anni, sino ad oggi che ne ho 25, lavoro come cameriere in diversi ristoranti e in una villa per ricevimenti. Nei ristoranti faccio almeno 10 ore a turno e la paga, per quanto riguarda i camerieri che vi sono sempre, varia dai 30 ai 40 euro per turno. Per quanto riguarda gli extra 60 euro e le mance vengono trattenute dai titolari proprio per poterci pagare gli extra e tutto avviene rigorosamente in nero, non in regola".

Il ragazzo racconta che viene regolarizzata solamente qualche unità di personale. Stessa cosa accade per i matrimoni, con turni ancora più lunghi. "La paga va dai 40 ai 70 euro a turno. Ovviamente rigorosamente in nero con qualcuno agganciato per non dare nell'occhio, oppure messo in regola per un paio di ore quando invece se ne fanno oltre 10". In tanti anni di lavoro nelle strutture per matrimoni Michele dice di non aver mai visto un controllo da parte delle istituzioni.

"Soltanto una volta è arrivata una pattuglia dei carabinieri perché i vicini si sono lamentati della musica troppo ad alto volume", dice ancora amareggiato. Poi conclude: "Ovviamente non voglio fare di tutta l'erba un fascio. Ci sono posti dove i titolari fanno lavorare bene rispettando il dipendente, ma nella maggior parte dei casi purtroppo non è così". Si tratta di episodi non nuovi e più volte denunciati, quindi le istituzioni in un momento di crisi del settore perché non portano avanti una detassazione in grado di far emergere il nero e di consentire una reale convenienza agli imprenditori e pagamenti migliori per i dipendenti?". 

Il caso di cuochi e camerieri che non si trovano: "Volete i lavoratori? Pagateli"

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