Quelli che si ribellano al nuovo Dpcm
Manifestazioni contro il "semi lockdown" in molte città italiane. Ma non sono solo commercianti ed esercenti a ritenere sbagliate o insufficienti le nuove misure
Le manifestazioni di protesta contro il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte si moltiplicano: da Torino a Roma, da Pescara a Siracusa, migliaia di cittadini si sono dati appuntamento in piazza per contestare le chiusure imposte dal decreto del 24 ottobre. "Tu ci chiudi, tu ci paghi", è lo slogan che ricorre in lungo in largo in tutte le grandi città italiane.
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Le iniziative, perlopiù pacifiche, vengono preannunciate e promosse sui social network e spesso si svolgono senza autorizzazione da parte della questura e violando il coprifuoco in vigore nei territori.
Chi si ribella contro il nuovo Dpcm
Le proteste contro il nuovo Dpcm 24 ottobre che chiude i pubblici esercizi alle ore 18 sono guidate in primo luogo dalle associazioni dei commercianti che subiranno i maggiori danni dalla nuova stretta e per i quali il governo ha annunciato ristori in un decreto legge che dovrebbe essere approvato questa settimana. "Le chiediamo ufficialmente di fornirci gli studi e le evidenze scientifiche prodotte dal Comitato tecnico scientifico che dimostrino che i ristoranti, i bar, i pub, le pizzerie e tutti i luoghi della somministrazione sono la causa della risalita dei contagi", scrive Mio Italia, Movimento Imprese Ospitalità, associazione di imprese che operano nel settore Ho.Re.Ca., Ospitalità e Turismo, in una lettera arrivata sul tavolo del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ieri pomeriggio una delegazione è stata ricevuta dal premier.
(Manifestazione dei commercianti al Vomero. Video Alessandra De Cristofaro-NapoliToday)
Anche Renzi boccia il nuovo Dpcm
"Al teatro e al cinema non si rischia". Nel giorno dell'entrata in vigore del nuovo Dpcm firmato dal premier Conte per arginare l'allarmante diffusione dei nuovi contagi da coronavirus, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, protesta per le misure che impongono, tra le altre cose, la chiusura di cinema e teatri. "Mi ha colpito che proprio il ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura dicendo che dobbiamo salvare vite umane - scrive sui social Renzi -. Io dico che certo, è vero, vogliamo salvare vite umane. Ma basta essere andati al cinema o al teatro, in queste settimane, per capire che non sono posti dove si rischia di morire, ma dove - anzi - si impara a vivere meglio".
Il leader di Italia Viva annuncia dunque che chiederà a Conte di modificare il Dpcm "nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva. E aggiunge: "Mentre si chiedono (ancora) sacrifici, sarebbe molto utile, secondo me, che il Governo chiarisse questi punti. E ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni: i dati scientifici, non le emozioni di un singolo ministro".
Il barista pronto a tutto: "Io non chiudo, mi possono anche arrestare"
E c'è chi come Edoardo Milliaccio del Dodo Caffé a Venezia non ha paura e si dice pronto a tutto: "Mi possono anche arrestare, non c'è nessun problema". Il barista ha comunicato la volontà di rimanere aperto ai suoi clienti con un cartello appeso fuori dalla porta del suo locale. "Ho sempre rispettato le ordinanza e i decreti, rispettato le distanze e le mascherine. Io non chiudo", rivendica.
La protesta della palestra di Ferrara
"Voglio continuare a rispettare le regole ma non potete chiuderci e se non sarò ascoltata prego il sindaco di non mandarmi nessuna autorità a chiudermi, perché li farò tornare indietro con le buone o con le cattive", dice invece Maria Antonietta Pellanda, titolare di una palestra per bodybuilding nel Ferrarese che ha annunciato pubblicamente di voler disobbedire alle nuove misure imposte dal Dpcm che ha introdotto ulteriori restrizioni per fermare il contagio da coronavirus tra cui la chiusura totale di palestre, piscine e centri sportivi.
La disperazione del ristoratore per il nuovo Dpcm in una foto: "Questa è la mazzata finale"
Ma non ci sono solo loro. L'estrema sinistra è scesa in piazza a Napoli e i centri sociali si stanno organizzando nelle grandi città, ma il mini lockdown non piace neppure a Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria, che ieri ospite di Lucia Annunziata su Rai3 ha attaccato: "Faccio fatica a capire qual è la direzione. Una settimana fa le palestre restavano aperte, ora le chiudiamo. La verità è che ci siamo fatti cogliere impreparati. C’è un disagio sociale e non possiamo non tenerne conto".
Il nuovo Dpcm e l'allarme per il Pil
Bonomi poi ha lanciato l'allarme: il Pil italiano, "se le misure restrittive andranno avanti", potrebbe segnare "un -11/-12%, con un danno per l'economia di 216 miliardi, superiore ai fondi del Recovery Fund". Il presidente di Confindustria ha richiamato all'attenzione quando si parla di ristori, perché "abbiamo ancora 12mila persone che aspettano da maggio la Cig erogata dallo Stato, è su queste cose che gli italiani perdono la fiducia".
Anche Walter Ricciardi boccia il nuovo Dpcm
Ma non sono solo imprenditori, commercianti, esercenti, operatori della cultura e dello spettacolo a ritenere sbagliate o insufficienti le nuove misure. Anche Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, ritiene che il nuovo Dpcm non sia sufficiente a contenere il contagio. "Il virus dilaga incontrollato in alcune aree del Paese. Servono lockdown locali, le misure adottate non sono sufficienti", ha detto a Omnibus su La7. "L’insieme delle misure sono un passo avanti - ha spiegato - ma non sono sufficienti per affrontare la circolazione del virus in questo momento. Le misure vanno prese in maniere proporzionata alla circolazione del virus e in alcune aree del nostro Paese in questo momento il virus dilaga incontrollato", ha proseguito Ricciardi. "In alcune zone l’indice di contagio è 2,5, significa che la trasmissione del virus è esponenziale e c’è bisogno di misure più aggressive. Non lo dico io, lo dice uno studio pubblicato da colleghi dell’università di Edimburgo su ‘Lancet’ dopo l’analisi delle esperienze di 131 Paesi in questi 7 mesi", ha concluso.
Bassetti: "Dubito che con queste misure ridurremo i contagi"
"Non so dove porterà questo Dpcm. Francamente ho grossi dubbi che grazie a queste misure ridurremo i contagi". L'infettivologo Matteo Bassetti interviene a "Mattino Cinque" e commenta il contenuto del nuovo Dpcm. "Credo che la circolazione del virus continuerà inesorabile", rivela l'esperto del San Martino di Genova. "Mi pare di vedere che le idee sono molto confuse - riferisce l'infettivolgo - non si può continuare a saltare da un provvedimento all'altro". "La cosa che spiace vedere è che nel Dpcm non si faccia menzione alle persone anziane e fragili - argomenta Bassetti -. Si sarebbe dovuto pensare a mettere in sicurezza questa categoria attraverso, per esempio, dei servizi sociali", conclude l'esperto.
Il premier Giuseppe Conte "la scorsa settimana aveva detto che un lockdown sarebbe stato disastroso". Ebbene, "queste misure di fatto creano un lockdown, peraltro con dei provvedimenti che io trovo assurdi" e "non credo avranno un impatto significativo sul numero dei contagi". Con queste parole Maria Rita Gismondo, microbiologa dell'ospedale Sacco di Milano, boccia il nuovo Dpcm per il contenimento dell'epidemia di Covid-19 in Italia.
Il nuovo Dpcm con le misure anti Covid-19 non convince nemmeno Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute. "Io ho sempre pensato che laddove c'è un protocollo e dove il protocollo viene rispettato con rigore e severità il rischio contagio è sicuramente molto basso. Su queste misure io non ero pienamente d'accordo, non sono, a dire il vero, pienamente d'accordo": ha detto nel programma Agorà di Rai Tre.
"Not in my name", scrive Antonella Viola, professoressa ordinaria di patologia generale presso il dipartimento di scienze biomediche dell’università di Padova e direttrice scientifica dell’istituto di ricerca pediatrica. La dottoressa si scaglia su Facebook contro il nuovo Dpcm: "La decisione di imporre la chiusura di bar e ristoranti (perché salvo pochi casi questo significa chiusura totale, non ci prendiamo in giro), palestre, teatri e cinema significa condannare intere famiglie alla disperazione e un intero paese ad una tensione sociale insostenibile. È una decisione irrazionale, cieca, assurda. Non so se queste misure avranno un impatto sulla diffusione dei contagi e, onestamente, io non lo credo, perché le persone si incontreranno ugualmente ma in posti non controllati (ma mi auguro di sbagliare)".
Beppe Sala e Luca Zaia contro le nuove misure
"Io penso che noi veneti non siamo degli irresponsabili, da febbraio abbiamo subìto un lockdown pesante e lo abbiamo rispettato. Penso ai ristoratori, alle palestre, alle altre attività che oggi vengono colpite e che hanno fatto grandi investimenti per tutelare la salute dei lavoratori e dei propri clienti. Andare a dire a queste categorie che chiudendo le loro attività si dovrebbe modificare la curva del contagio, staremo a vedere se è davvero così...". Con queste parole tra l'amareggiato ed il polemico il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha commentato in un'intervista televisiva le ultime misure contenute nel Dpcm in vigore da oggi, lunedì 26 ottobre.
"Ieri il Capo dello Stato ha richiamato a uno spirito di "leale e fattiva collaborazione fra le Istituzioni della Repubblica". E io così farò. Ma non posso dire di condividere le norme del Dpcm sullo spettacolo". Conciso ma incisivo, il sindaco di Milano Beppe Sala prende una netta posizione contraria alla sospensione di tutti gli spettacoli nelle sale cinematografiche, teatrali, da concerto e all'aperto, prevista dal Dpcm firmato domenica dal premier Giuseppe Conte. Gli italiani trascorreranno un mese senza cinema, senza teatro, senza concerti. E questo nonostante un rapporto dell'Agis (Associazione generale italiana dello spettacolo), reso noto il 12 ottobre, certifica che si è verificato un solo caso di positività al coronavirus tra gli spettatori dopo la riapertura (quindi dal 15 giugno a inizio ottobre), in seguito al monitoraggio di 2.782 spettacoli per un totale di 347.262 spettatori.