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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Cimici e insetti “alieni”, agricoltura in ginocchio: colpite 48mila aziende, 1 miliardo di danni  

Xylella, cimice asiatica, moscerino killer e non solo: l'invasione di questi organismi sta flagellando l'agricoltura italiana. Soltanto nel 2019 i danni superano il miliardo di euro

I cambiamenti climatici la globalizzazione negli scambi hanno portato insetti e organismialieni” nelle campagne italiane: una vera e propria invasione che ha avuto effetti devastanti sui nostri raccolti. Soltanto nel 2019 i danni causati da questi “ospiti indesiderati” superano il miliardo di euro, con conseguenze negative non soltanto sul piano economico, ma anche paesaggistico e ambientale.

Dalla cimice asiatica alla Xylella: quali sono gli insetti “alieni”

Il dato arriva dal Rapporto Coldiretti su "Clima: la strage provocata dalle specie aliene nelle campagne italiane", diffuso all'inaugurazione della Fieragricola dove è stata mostrata la teca degli orrori con le specie aliene arrivate in Italia che hanno fatto strage nei campi coltivati, in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori italiani con i trattori. Dalla cimice asiatica al batterio della Xylella, dalla Popillia japonica alla Drosophila suzukii, il moscerino killer molto difficile da sconfiggere che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia. E ancora il cinipide galligeno ha fatto strage di castagni e il punteruolo rosso ha decimato le palme o il coleottero Aethina tumida, sono sempre di più le specie aliene che distruggono i raccolti, favorite dai cambiamenti climatici. L'ultima ad invadere l'Italia è la "cimice marmorata asiatica" arrivata dalla Cina che, sostiene la Coldiretti, è particolarmente pericolosa per l'agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno con 300-400 esemplari alla volta.

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Un autentico flagello è il batterio della Xylella che è stato introdotto con molta probabilità dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam ed ha devastato gli uliveti del Salento dove quest'anno sono andate perse quasi 3 olive su 4 in provincia di Lecce, con il crollo del 73% della produzione di olio di oliva. La produzione made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare. Ma c'è anche il punteruolo rosso Rhynchophorus ferrugineus originario dell'Asia che ha fatto strage di palme dopo essere comparso in Italia per la prima volta nel 2004 e da allora si è dimostrato un vero flagello che ha interessato il verde pubblico e privato in Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Liguria, Abruzzo e Molise.

"Con il cambiamento climatico sotto accusa è il sistema di controllo dell'Unione europea con frontiere colabrodo - denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini - che ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell'Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni".

Cimice asiatica, colpite 48mila aziende

L'ultimo “flagello” per i raccolti italiani è la cimice arrivata dall'Asia: sempre secondo Coldiretti, questo insetto killer ha colpito 48mila aziende in Italia, con un danno che supera i 740 milioni di euro a livello nazionale. 

"La cimice asiatica, che rovina tutto quello che trova nelle zone dove si riproduce, ha colpito - spiega la Coldiretti - pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegio e piccoli frutti, albicocche, susine, nocciole, olive, soia, mais e ortaggi. Questo insetto alieno favorito dai cambiamenti climatici rappresenta ormai una vera emergenza per il nostro sistema produttivo è capace di colpire oltre 300 specie coltivate e spontanee e la sua diffusione interessa tutto il territorio nazionale, con danni particolarmente rilevanti nelle aree del Nord Italia - sottolinea Coldiretti - dai 180 milioni del Piemonte agli oltre 160 del Veneto, dai 32 milioni della Lombardia ai 270 dell'Emilia Romagna, dai 40 milioni del Friuli ai 40 del Trentino Alto Adige fino ai 16 milioni della Liguria".

L'impatto è pesante anche sull'occupazione con una perdita stimata di oltre mezzo milione di giornate di lavoro nel corso del 2019 secondo elaborazioni Coldiretti su dati Cso. A livello nazionale - sottolinea la Coldiretti - si attende urgentemente il via libera del ministero dell'Ambiente che, sentiti il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e il ministero della Salute, deve emanare le linee guida per il via libera alla 'vespa samurai' nemica naturale della cimice anche se ci vorranno anni prima che la lotta sia efficace.

"Considerata la gravità della situazione è indispensabile aprire il confronto anche con le istituzioni europee coinvolgendo l'Ue sia per quanto riguarda gli aiuti alle imprese danneggiate che i controlli alle frontiere comunitarie, necessari per contrastare l'arrivo di altri insetti dannosi e l'import di frutta e ortaggi trattati con antiparassitari vietati in Italia" afferma Ettore Prandini, presidente Coldiretti.

A livello nazionale nonostante gli importanti sforzi fatti per integrare il fondo di solidarietà nazionale con 80 milioni di euro della legge di bilancio 2020 è necessario adeguare le risorse ai danni che si sono verificati con un piano pluriennale per sostenere le imprese agricole e rendere sistematico l'intervento del fondo e un Commissario unico che coordini gli interventi a livello regionale e nazionale con un tavolo di regia tra i ministeri di Agricoltura, Sanità, Ambiente, Rapporti Ue e le Regioni maggiormente coinvolte. Nelle zone colpite dal flagello - conclude la Coldiretti - è necessaria la dichiarazione dello stato di calamità e la delimitazione delle aree danneggiate con sostegni alle imprese agricole mediante moratoria sulle rate dei mutui, sospensione del pagamento degli oneri contributivi, indennizzi a fondo perduto per i danni subiti e le perdite di reddito e lo sviluppo di fondi di intervento mutualistici.

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