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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Clausole di salvaguardia, l'incubo Iva è solo rimandato

Nella Manovra economica che il governo giallorosso ha concordato con l'Europa sono inscritte alcune clausole salva deficit tra cui il congelamento dei risparmi di Quota 100. Ma non basteranno a scongiurare la spada di Damocle delle clausole di salvaguardia per il 2021

Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, nella sua lettera di risposta alle osservazioni inviate dalla Commissione Europea sulla finanziaria, ha dovuto ammettere che l'Italia introdurrà nel testo della Legge una clausola di salvaguardia salva deficit che consiste nel congelamento 'temporaneo' delle spese, in attesa di verificare i risparmi attesi da Quota 100 anche per il triennio 2020-2022. 

lettera mef a ue-2

La lettera del Mef ai commissari europei

Come era già palese a Luglio il tesoretto nasce dal fatto che le 185mila persone che hanno fatto richiesta per andare in pensione con Quota 100 sono "molti meno" rispetto alle stime iniziali del governo gialloverde. Nella Relazione Tecnica che accompagnava il "decretone" veniva infatti stimato come allo scivolo previdenziale avrebbero fatto ricorso ben 290mila italiani. In pratica Quota 100 costerebbe la metà, ovvero poco più di 1,8 miliardi, con un risparmio di oltre un miliardo e mezzo di euro che - come abbiamo visto - il ministro Gualtieri ora ha messo a garanzia del rispetto degli scenari di riduzione del debito pubblico concordato con Bruxelles. 

Se l'economia italiana andrà bene e l'Europa darà il proprio semaforo verde alla tenuta dei conti pubblici, questo tesoretto potrà tornare a disposizione del governo. 

Occhio però a un dettaglio. Le clausole di salvaguardia che avrebbero potuto far scattare l'aumento dell'Iva, vertevano su anni plurimi, in particolare con la manovra 2019 si prevedeva potessero aver efficacia in due step nel 2020 e 2021 per poi durare per gli anni successivi, consentendo un notevole ingresso di fondi all'erario per ripianare i conti.

Queste "misure precauzionali" sono infatti un escamotage per tutelare la finanza pubblica che scattano in caso di mancato rispetto degli accordi dei vincoli di bilancio. Introdotte col decreto Salva-Italia dal governo Monti, negli anni successivi tutti i governi si sono rimpallati il problema, compreso il Conte I.

Nella manovra 2019 vennero quindi iscritti a bilancio clausole in cui si predisponeva l'aumento dell'iva in mancanza di uno stanziamento da 23 miliardi di euro nella manovra 2020. Aumenti che si riproporranno nel 2021 e 2022 a fronte di circa 29 miliardi.

Lo spiega anche il documento programmatico di bilancio inviato dal governo alla commissione europa. L'aumento Iva è disattivato solo per il 2020.

clausole salvaguardia 2020-2

In pratica il governo giallorosso con l'impegno di ben 23 miliardi di euro (l'1,3% del Pil) ha evitato l'aumento delle aliquote Iva per il prossimo anno, ma la spada di Damocle si ripresenterà quando si dovrà disegnare la nuova manovra 2021. 

Come indicava anche l'ufficio parlamentare di Bilancio al momento della stesura della Nota di Aggiornamento del Def:

"Per quanto riguarda il biennio 2021-22, la NADEF non indica elementi utili a valutare, sia pure in termini generali, attraverso quali interventi il Governo intenda conseguire gli obiettivi programmatici."

Se infatti, il più favorevole scenario tendenziale di finanza pubblica ha consentito (insieme al finanziamento in deficit) di disattivare, nel 2020, un valore delle clausole quasi doppio rispetto al 2019 (12,5 miliardi), resta verosimilmente ancora elevato il gettito derivante dalle clausole nel biennio 2021-22, anche a causa del livello iniziale pari a poco meno di 29 miliardi a partire dal 2021.

Come annota ancora l'ufficio parlamentare di Bilancio "gli elementi di rischio – soprattutto di matrice internazionale – riguardanti l’evoluzione del quadro macroeconomico, soprattutto nel biennio 2021-22, potrebbero avere inevitabili ripercussioni sul processo di aggiustamento dei conti pubblici".

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