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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Colf e badanti, in arrivo una stangata da 2mila euro per le famiglie

Con l'aggiornamento automatico degli stipendi all'inflazione, dal 1° gennaio 2023 ci saranno 125 euro in più al mese in busta paga per colf, badanti e baby sitter

L’aumento degli stipendi di colf, badanti e baby sitter per il 2023 legato all’inflazione potrebbe essere davvero insostenibile per alcune famiglie italiane: si rischia una stangata da 2 mila euro l’anno. A lanciare l’allarme Fidaldo (Federazione italiana dei datori di lavoro domestico), in vista dell’aggiornamento retributivo del ministero del Lavoro che dovrebbe avvenire entro il 20 dicembre. 

Buste paga più pesanti nel 2023: previsti rincari del 9%

In assenza di un accordo con il sindacato l’aumento delle retribuzioni minime scatterà in via automatica. Verrà calcolato sulla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo, con l’adeguamento all’80% dell’inflazione. Vale a dire una busta paga più pesante per colf, badanti e baby sitter del 9% a partire dal 1° gennaio 2023 (l'80% dell'11,8%). Facendo i calcoli si tratta di almeno 125 euro in più al mese, cifra che potrebbe arrivare su base annua fino a 2mila euro. Una vera e propria stangata per le famiglie e il rischio concreto di un aumento del lavoro nero in un settore nel quale il sommerso è già molto presente.

Voucher? No, grazie: è solo un favore a chi sfrutta i lavoratori

Fidaldo chiede lo scaglionamento nel tempo degli incrementi

"Siamo molto preoccupati perché il tempo per intervenire stringe", tuona Fidaldo chiedendo uno "scaglionamento nel tempo di questi incrementi, che peseranno sui budget familiari già gravati dagli aumenti del prezzo del gas e delle bollette".  Secondo il presidente dell’associazione, Alfredo Savia, si tratta di una misura necessaria "per scongiurare il rischio di incremento del lavoro nero, fenomeno preoccupante che rischia di dilagare qualora le famiglie dovessero trovarsi nelle condizioni di non riuscire a far fronte a questi aumenti vertiginosi".

Dello stesso avviso Assindatcolf (Associazione dei datori di lavoro domestico). "Le famiglie - spiega il presidente Andrea Zini - potrebbero decidere di ridurre le ore della propria assistente familiare o di dichiararne di meno ma c'è anche il rischio per molte donne di rinunciare al lavoro e tornare a casa perché diventa conveniente, a fronte di un lavoro a basso salario e della possibilità di avere la Naspi o assegni unici più consistenti, non affrontare la spesa del lavoro domestico". Per questo le due associazioni si augurano che si trovi un accordo con il sindacato che non faccia scattare l'aumento automatico e che "spalmi" l'adeguamento dell'inflazione, anche fino al 100%, ma sull'intero anno.

Assindatcolf chiede la deduzione delle spese per far emergere il sommerso

Zini, inoltre, chiede al governo di prevedere una deduzione per la spesa per colf, badanti e baby sitter per favorire l'emersione del lavoro nero, dicendosi contrario all'aumento del tetto per i voucher fino a 10mila euro. "Quasi il 75% delle lavoratrici domestiche ha retribuzioni inferiori a questa soglia, si rischia un utilizzo maggiore di questo strumento con un aumento della precarietà e del sommerso". 

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