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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Colf e badanti, perché la "stretta" del Fisco fa paura alle famiglie

Si fa strada secondo varie indiscrezioni l'ipotesi (che per ora resta tale) di trasformare i nuclei familiari in sostituti di imposta nel caso abbiano alle proprie dipendenze lavoratori domestici come colf e badanti: che cosa cambierebbe in concreto

Colf e badanti nel mirino? In vista della prossima Legge di Bilancio, si fa strada secondo varie indiscrezioni l'ipotesi di trasformare i nuclei familiari in sostituti di imposta nel caso abbiano alle proprie dipendenze lavoratori domestici come colf e badanti. Un giro di parole che ha un significato molto preciso: le famiglie potrebbero versare per le colf. Una quota della "paga" dovrebbe essere trattenuta e versata direttamente al Fisco, proprio come già accade per i contributi previdenziali. 

Sarebbero compito delle famiglie quindi prendere una parte dei soldi che prima versavano direttamente al lavoratore, e che questi avrebbe poi a sua volta dovuto pagare al Fisco come imposta sul reddito percepito (Irpef), versandoli loro stesse nelle casse dello Stato. 

Nettamente contrario alla possibile novità è il parere di Assindatcolf, l'associazione di categoria che riunisce dei datori di lavoro domestico. "Sarebbe intollerabile – si legge in una nota –  fare 'cassa' a spese delle famiglie che già oggi, in mancanza di adeguate leve fiscali e di un welfare efficiente, sono costrette a farsi carico di tutto il peso dell’assistenza, anche e soprattutto economico. Un onere destinato a crescere qualora il datore di lavoro domestico fosse reso sostituto di imposta poiché, oltre al versamento contributivo e alla retribuzione netta concordata con il lavoratore, la famiglia dovrebbe farsi carico di versare anche l’Irpef per il proprio dipendente".

Colf e badanti nel mirino: l'evasione fiscale nel settore c'è

Non c'è su questo specifico argomento una presa di posizione ufficiale del governo: si resta quindi nel campo delle pure e semplici ipotesi. Vero è che nella relazione annuale sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale che si trova come sempre "in allegato" alla nota di aggiornamento al Def si fa cenno al lavoro domestico, che sarebbe un bacino da non trascurare di lavoro nero. Basti pensare che sarebbe irregolare il 22,8 per cento del totale del giro d'affari di colf e badanti. E quasi il 10 per cento di chi lavora nel settoresottodichiarerebbe i propri redditi. Conti facili a questo punto: un terzo del totale dell'intera area dei lavoratori dei servizi alla persona (33,3%) sarebbe "in nero". Tutti soldi che mancano all'erario, e il governo valuta di introdurre delle novità che potrebbero far emergere le irregolarità: l'obiettivo è farlo senza far sentire "esattori della tasse" le famiglie stesse, e senza pesare sui conti dei nuclei familiari (che dovrebbero avere poi la liquidità per versare l'Irpef, onere da non sottovalutare).

“Per scongiurare che questa ipotesi diventi realtà con conseguenze pesantissime per le famiglie – commenta l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico – chiediamo ai ministri competenti, Economia e Lavoro, di avviare confronto sul tema”, convocando un “tavolo specifico per discutere in modo organico di come valorizzare il comparto, con meccanismi premianti come la deducibilità dei costi e non di come continuare a penalizzarlo come nel caso del Reddito di cittadinanza o nella, speriamo scongiurata, ipotesi di alzare il salario minimo orario. Il risultato sarebbe solo quello di incentivare il lavoro irregolare, nero e grigio".

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