Cosa sono le comunità energetiche e perché possono farci risparmiare in bolletta
Produrre e condividere energia per risparmiare in bolletta, guadagnare e rispettare l'ambiente: le comunità energetiche sono la svolta? Cosa dice la normativa
Le comunità energetiche potrebbero essere la risposta all'attuale crisi dell'energia: gruppi di cittadini che si uniscono per produrre, usare e vendere energia rinnovabile. È tutto già previsto dalla legge, c'è una normativa. I benefici sono di tipo economico, ma anche ambientale, perché con le comunità energetiche si potrebbe non solo risparmiare in bolletta, ma anche guadagnare, il tutto rispettando l'ambiente. L'energia viene prodotta a partire da fonti rinnovabili,riducendo le emissioni di CO2 e di altri gas inquinanti. Considerando che in Italia una famiglia tipo consuma circa 2700 kWh di energia elettrica all’anno, con un impianto fotovoltaico si eviterebbero le emissioni di circa 950 kg CO2 /anno corrispondenti all’attività di assorbimento di circa 95 alberi. Tutto quello che c'è da sapere sulle comunità energetiche.
- Cosa sono le comunità energetiche
- Come funziona una comunità energetica
- Qual è la normativa
- Perché si risparmia in bolletta
- Perché si può anche guadagnare
- Dove sono le comunità energetiche in Italia
Cosa sono le comunità energetiche
Una comunità energetica è un insieme di cittadini che collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia tramite uno più impianti energetici locali. Ogni comunità ha le proprie caratteristiche, ma tutte hanno lo stesso obiettivo: autoprodurre energia rinnovabile a prezzi accessibili per i propri membri. I principi fondanti di una comunità energetica sono il decentramento e la localizzazione della produzione di energia. Cittadini, attività commerciali, imprese e altre realtà del territorio possono fare comunità per produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione.
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Come funziona una comunità energetica
Una comunità energetica possiede un proprio impianto di produzione di energia e consuma ciò di cui ha bisogno. L'energia in eccesso viene immessa nella rete locale per scambiarla con gli altri membri della comunità o viene accumulata e restituirla alle unità di consumo nel momento più opportuno. I soggetti che fanno parte della comunità devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili, come nel caso di una centrale fotovoltaica o eolica a disposizione della collettività, oppure individuali, come per esempio un sistema fotovoltaico installato sul tetto di una casa, di un’azienda, di una sede di un’amministrazione pubblica o di un condominio.
Le comunità energetiche possono essere di due tipi:
- Comunità Energetica Rinnovabile: si basa sul principio di autonomia tra i membri e sulla necessità che si trovino in prossimità degli impianti di generazione. Questa comunità può gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile.
- Comunità Energetica di Cittadini: non prevede i principi di autonomia e prossimità e può gestire solo l’elettricità.
La partecipazione alla comunità deve essere aperta e basata su criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori. I partecipanti sono considerati consumatori e di conseguenza mantengono i loro diritti come clienti finali, compresi quelli di scegliere il proprio fornitore ed uscire dalla comunità quando lo desiderano.
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Qual è la normativa
Le direttive UE, stabilite nel pacchetto legislativo “Energia pulita per tutti gli europei” (CEP - Clean Energy Package), cercano di mettere in atto quadri giuridici adeguati a consentire la transizione energetica e dare un ruolo di primo piano ai cittadini nel settore dell’energia. La comunità energetica è definita come “un soggetto giuridico” fondato sulla “partecipazione aperta e volontaria”, il cui scopo prioritario non è la generazione di profitti finanziari, ma il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci o al territorio in cui opera. Per garantire il carattere no profit delle comunità energetiche, non è ammessa la partecipazione, in qualità di membri della comunità, di aziende del settore energetico (fornitori e ESCO) che possono, invece, prestare servizi di fornitura e di infrastruttura.
In Italia, l’articolo 42-bis del Decreto Milleproroghe definisce i concetti di autoconsumo collettivo e comunità energetica. Per promuovere l’utilizzo di sistemi di accumulo e la coincidenza fra produzione e consumo, è stata stabilita una tariffa di incentivo, per remunerare l’energia autoconsumata istantaneamente. Per accedere agli incentivi, l’impianto deve essere nuovo, ossia, installato dopo il 1º marzo 2020. La tariffa di incentivo sarà cumulabile con le detrazioni fiscali e dipenderà dal tipo di energia (autoconsumata oppure non consumata ed emessa in rete). Altre condizioni della comunità energetica:
- La comunità energetica rinnovabile deve essere formata dai consumatori ubicati nelle prossimità dell’impianto di generazione;
- Gli impianti fotovoltaici devono avere potenza complessiva non superiore a 200 kW.
Perché si risparmia in bolletta
Ci sono degli incentivi previsti per le comunità energetiche che sono anche cumulabili con altre agevolazioni, tra cui le misure previste dall’Ecobonus, dal Superbonus 110% e dal Bonus Casa, con la possibilità per imprese, enti locali e cittadini di ottenere un risparmio economico elevato grazie alla riduzione dei costi, visto che l'energia viene autoprodotta. soprattutto sulle componenti variabili della bolletta (quota energia, oneri di rete e imposte come accise e IVA). Alcune stime parlano di circa 500 euro risparmiati ogni anno sulla bolletta.
Perché si può anche guadagnare
Le comunità energetiche in Italia possono ottenere un beneficio tariffario per 20 anni gestito dal GSE (Gestore Servizi Energetici), con un corrispettivo unitario e una tariffa premio, quest’ultima pari a 100 euro/MWh per i gruppi di auto consumatori e 110 euro/MWh per le comunità energetiche. In più, produrre energia con un impianto fotovoltaico può rappresentare una fonte di guadagno grazie ai meccanismi incentivanti, ovvero lo Scambio sul
Posto, il Ritiro Dedicato e il Decreto Ministeriale Isole Minori. La norma prevede anche la restituzione di alcune voci in bolletta a fronte dell’evitata trasmissione
dell’energia in rete che questi impianti permettono, con conseguente sgravio che Arera quantifica in 10 €/MWh per l’Autoconsumo Collettivo e in 8 €/MWh per le CER sull’energia condivisa. Per fino la remunerazione dell’energia immessa in rete a Prezzo Zonale Orario, che, secondo RSE “si potrebbe assumere pari a circa 50 €/MWh. Quindi la somma di tutti i benefici ammonterebbe a circa 150-160 €/MWh.
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Dove sono le comunità energetiche in Italia
Al momento, in Italia ci sono alcune comunità energetiche, con nuove iniziative che prendono vita sempre più frequentemente. Più di 50 comuni laziali, oltre che di alcuni municipi di Roma, stanno implementando le basi giuridiche per la costituzione di comunità energetiche sul loro territorio, come riporta RomaToday. In Veneto, il Consorzio Cev (Consorzio Energia Veneto), che associa 1100 comuni su tutto il territorio nazionale, ha aiutato 16 comuni italiani a costituire proprie comunità energetiche, riporta TrevisoToday. Si possono trovare altre comunità energetiche in Italia:
- Cooperativa di Melpignano, Melpignano (LE), 2011:
La cooperativa nasce dalla collaborazione tra Legacoop e l’amministrazione comunale con l’obiettivo di produrre energia utilizzando pannelli fotovoltaici posti sui tetti degli edifici pubblici e privati della città. La cooperativa ha 16 inoltre la responsabilità di installare, gestire e manutenere gli impianti fotovoltaici, producendo energia e tenendo conto della domanda degli utenti che rivendendo il surplus.
- Comunità pinerolese, Pinerolo (TO), 2019:
Questa comunità è un altro recente progetto di comunità energetica, implementato nel territorio di Pinerolo, in Piemonte. I Comuni e le aziende sono
inclusi in questa comunità, e tra questi 8 su 11 sono prosumer. La comunità comprende: 15 impianti fotovoltaici diversi da quelli domestici; centrali idroelettriche e produzione di biogas. Viene utilizzato anche il gas naturale, ma, in questo caso, è presente un sistema di cogenerazione ad alta efficienza.
- GECO - Green Energy COmmunity, Bologna, 2019:
GECO è il progetto pilota che porterà alla creazione della comunità energetica di Pilastro-Roveri (BO). Il progetto intende rendere il sistema energetico
locale più efficiente e resiliente, puntando sulla figura del prosumer, il cittadino, allo stesso tempo produttore e consumatore di energia da fonti rinnovabili. GECO si propone di affrontare gli aspetti sociali, tecnici ed economici legati alla creazione di una comunità energetica green, col fine di aumentare la sostenibilità ambientale, ridurre la povertà energetica e generare un ciclo economico a basse emissioni di carbonio.
- CER - Energy City Hall, Magliano Alpi (CN), 2020
Nel dicembre del 2020 a Magliano Alpi è stata costituita la Comunità Energetica Rinnovabile Energy City Hall. Il Comune di Magliano Alpi, con il suo impianto fotovoltaico da 20 kWh installato sul tetto del Palazzo comunale, condivide la propria energia pulita prodotta proponendosi come coordinatore della CER oltre che produttore e consumatore.
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