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Giovedì, 28 Marzo 2024
La protesta

Concessioni, la rabbia dei balneari: "Siamo sul piede di guerra"

La protesta della categoria attraverso le parole di Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari: "Daremo battaglia e la porteremo in Europa. Vogliamo il resoconto della mappatura del territorio nazionale, per sapere quanto ancora è il bene disponibile o indisponibile"

La decisione del Governo di "stoppare" le proroghe per le concessioni balneari, che andranno a bando da gennaio 2024, non è andata già a tutta la categoria, con la protesta degli addetti ai lavori che non ha tardato ad arrivare. "La categoria dei balneari è sul piede di guerra, noi daremo battaglia - tuona Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia-associazione imprenditori turistici balneari - Che nessuno pensi che noi possiamo accettare in modo arrendevole una situazione di questo tipo. I balneari sono disponibili a portare il livello della questione anche in Europa e lo avrebbe dovuto fare il governo. Il governo ha infatti l'obiettivo di tutelare e salvaguardare le proprie imprese che sono i valori economici del proprio Paese. Qui si ragiona in base e in nome della direttiva Servizi, però noi non siamo concessionari di servizi, perché l'oggetto della nostra concessione è una superficie, perciò si riceve in concessione un bene, non un servizio"

"I balneari - ha proseguito Licordari - chiedono il resoconto della mappatura del territorio nazionale, cioè sapere quanto ancora è il bene disponibile o indisponibile. Se il bene è ancora disponibile, la direttiva non viene applicata, ma di cosa stiamo parlando? C'è un evidente accanimento nei nostri confronti per dare la possibilità a chi vuole mettere le mani sui gioielli italiani di poterlo fare a costo zero".

Caro-ombrellone: è scontro sui canoni "bassi"

Poi la polemica sul 'caro-pmbrellone':  "Tutta la questione dei balneari è stata strumentalizzata facendola passare per un'operazione di giustizia sociale. Cosa c'entra parlare del prezzo degli ombrelloni o dire che i canoni sono bassi. I canoni li stabilisce il governo con le tariffe e come mai in questo provvedimento non vengono aggiornati se questo era il problema?".

"Ci dicono - spiega - che a fronte di canoni bassi guadagniamo tanto, però il canone non viene stabilito dai balneari, ma dallo Stato. Ci viene dato un fazzoletto di terra, aria, mare e sole e se come imprenditore sono capace a far fiorire l'azienda, guadagnando molto di più rispetto al mio vicino, pagherò più imposte allo Stato". "Il nostro - sottolinea - è un modello di balneazione esportato negli altri Paesi, con la differenza che all'estero la categoria è tutelata e protetta dado anche la possibilità di investire, mentre a noi ci stanno mandando al macero".

"Si parla di cementificazione delle coste ma non siamo noi che rilasciamo i permessi di natura edilizia, sono i Comuni che attraverso la commissione territoriale edilizia possono decidere cosa si può fare e cosa non si può fare". "Si parla - continua Licordari - di un bene pubblico a disposizione di tutti, però se non ci siamo più noi chi lo gestisce? Dobbiamo fare le spiagge libere quindi tutto incolto e abbandonato; gli esempi dove c'è il pubblico lo vediamo tutti: sporcizia, abbandono, mancanza di servizi igienici. Nel post Covid, invece, noi abbiamo garantito la ripresa della vita normale in sicurezza".

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