Perché si parla di concorsi pubblici online
Il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, in audizione davanti alle commissioni Lavoro e Affari costituzionali, ha spiegato il piano del suo dicastero: ''Stiamo cercando grandi aree pubbliche per svolgere le prove in sicurezza''
L'epidemia di coronavirus ha di fatto bloccato anche i concorsi pubblici. Tra la fine del 2019 e il 2020 sono decine le selezioni sospese e migliaia i posti da assegnare. Svolgere in presenza degli esami a cui partecipano centinaia di candidati è molto complicato in piena pandemia, motivo per cui si sta facendo largo l'ipotesi di svolgere online i concorsi nella Pubblica amministrazione, non da casa ma in delle grandi aree pubbliche
Ad annunciarlo è stato Renato Brunetta, ministro della P.A. del governo Draghi, che ha spiegato linee programmatiche del suo dicastero nelle commissioni riunite Lavoro e Affari costituzionali di Camera e Senato: ''Ci sono dei vincoli del Cts stiamo lavorando per sbloccare i concorsi già banditi. C’era il rischio di fare i concorsi da casa. L’idea cui sto lavorando è quella di individuare luoghi pubblici istituzionali: università, sedi fieristiche e altre aree dotate di strutture, di piattaforme tecnologiche dove ospitare un numero elevato per fare concorsi online in sicurezza. Stiamo facendo alcune verifiche con i sindaci. Questo tipo di soluzione potrebbe partire nell’arco di qualche settimana''.
Il titolare del dicastero della Pubblica amministrazione ha anche reso ufficiale l'addio ai concorsi centralizzati per accedere alla P.A: ''Un concorso non può durare dieci anni. Serve una nuova modalità di accesso. È necessario introdurre profili tecnici (ingegneri, architetti, geologi, chimici, statistici), ma anche competenze gestionali oggi non sufficientemente diffuse (project management, pianificazione, progettazione e controllo, performance e risk management, gestione di risorse umane e finanziarie, policy design, comunicazione digitale, gestione e rendicontazione dei progetti finanziati a valere sui fondi Ue) necessarie per mettere a terra i progetti del Piano e garantirne una celere ed efficace attuazione''.
''Per questo motivo - ha aggiunto Brunetta -verranno riformati i percorsi di accesso, abbandonando il modello dei concorsi centralizzati con graduatorie a scorrimento e durate pluriennali, non compatibili né con le esigenze delle amministrazioni di reclutare persone rapidamente, né soprattutto delle persone di vedere soddisfatte le loro aspettative di avere risposte in tempi veloci e certi, con la garanzia di parità nelle opportunità. I percorsi di selezione saranno resi digitali, trasparenti e meglio focalizzati sulle esigenze e i fabbisogni delle singole amministrazioni centrali e locali, anche mutuando modelli all’avanguardia utilizzati nelle organizzazioni internazionali e facendo confluire gli stessi sul portale unico per il reclutamento, che sarà l’infrastruttura tecnologica di gestione dei concorsi, comprese le singole prove concorsuali e che, in un’ottica di complementarietà, sarà finanziato con le risorse del Pon Governance, per consentirne l’immediata operatività dopo l’avvio del Pnrr''.