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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Condono, il Governo ha più di un problema con la Pace Fiscale

Il presidente della Corte dei Conti in audizione in Senato rileva come le norme inserite nel decreto fiscale fanno ritenere non punibile anche chi emette fatture false. Inoltre l'aliquota del 20% pone il condono a rischio incostituzionalità

La formulazione della norma sul condono contenuta nel decreto fiscale fa ritenere non punibili i reati connessi alle dichiarazioni fraudolente con uso di fatture per operazioni inesistenti. Lo ha rilevato la Corte dei Conti nel corso di un’audizione alla commissione Finanze del Senato.

Condonate le fatture false?

“In merito alle implicazioni di ordine penale”, secondo la Corte, la formulazione della norma sul condono "fa ritenere non punibili, nei limiti dell’integrazione degli imponibili concretamente effettuta e in assenza di ulteriori profili di responsabilità penale, gli eventuali reati commessi riconducibili all’art.2 (dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e all’art.3 (dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici)".

La Corte rileva che in questo ambito “non è previsto un meccanismo di disclosure” con “le conseguenti difficoltà di applicazione”.

Il governo ha un problema con la Pace Fiscale

Inoltre secondo quanto rilevato dalla Corte dei Conti nel corso dell'audizione in Senato con la Pace Fiscale si profila la possibilità che chi vi aderirà possa utilizzare la rateazione del condono fiscale pagando solo la prima rata con intenti dilatori e per bloccare le procedure esecutive poiché "in caso di pagamento rateale la definizione dei processi verbali e degli atti di accertamento si perfeziona con il pagamento della prima rata"

Come ricorda il presidente della Corte dei Conti era già successo con la finanziaria del 2003 "con la mancata riscossione di ingenti importi dovuti a titolo di pagamento rateale".

"È infatti possibile - secondo la Corte - che il pagamento della sola prima rata sia utilizzato per fruire dei benefici che derivano dal perfezionamento della richiesta di definizione (cancellazione di sanzioni, eventuali misure cautelari in essere ecc) e, comunque, per procastinare gli atti di riscossione che, secondo l'ordinaria procedura, avrebbero fatto seguito al verbale di accertamento".

Condono a rischio incostituzionalità: il richiamo della Corte dei Conti

Inoltre secondo i rilievi avanzati dai magistrati contabili vanno "valutati i profili di costituzionalità" dell'aliquota del 20% applicata al condono fiscale. L'aliquota infati, rileva la Corte, può essere inferiore a quella prevista per le scadenze ordinarie, istituendo, in sostanza, un pagamento tardivo delle tasse senza alcun aggravio. Questo potenzialmente viola i principi richiamati dalla Corte Costituzionale in una sentenza del 1986 che ha parzialmente bocciato il condono fiscale varato nel 1982.

"L'aliquota del 20% si colloca al di sotto dell'aliquota applicata sui redditi originariamente dichiarati sia ai fini dell'Irpef che del'Ires, così potendosi verificare l'ipotesi di versamento tardivo del tributo senza aggravio alcuno, con l'applicazione di un'imposta sostitutiva inferiore a quella che avrebbero dovuto corrispondere alle scadenze ordinarie" spiega il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscemi richiamando i pincipi indicati dalla Corte costituzionale nella sentenza numero 175 del 1986".

"È possibile calcolare che in termini di imposte dovute ai fini dell'imposta personale sul reddito per i quattro periodi d'imposta potenzialmente interessati al condono il vantaggio fiscale accordato su una integrazione di 20.000 euro a fronte di un dichiarato originario di 10.000 ammonta a oltre 19.000 euro".

Infine la magistratura contabile ha sottolineato il nodo legato al cumulo delle imposte che concorre a formare il limite di 100.000 euro. Cumulo che "potrebbe comportare una sensibile riduzione degli imponibili concretamente integrbili".

Pace Fiscale, arriva la sanatoria per gli errori

Nel frattempo la Lega mostra di voler andar avanti con la politica della pace fiscale integrando le norme previste dal Decreto Fiscale con una sanatoria da inserire al momendo della conversione in legge della norma.

La sanatoria annunciata dal sottosegretario all'Economia, Massimo Bitonci è dedicata a chi, compilando la dichiarazione dei redditi, ha commesso degli errori ma era in buonafede.

"Nella pace fiscale verrà inserita anche la sanatoria per le irregolarità formali nelle dichiarazioni dei redditi - spiega in una nota - La Lega presenterà una proposta per inserire la sanatoria per tutti i contribuenti onesti che sono incorsi in qualche errore formale nella dichiarazione dei redditi. Errori che oggi si pagano troppo a caro prezzo".

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