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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia Italia

Il conto dello spread: a Marzo bruciati 800 milioni di euro di interessi

Solo a marzo il "rosso" dello Stato è aumentato di 20 miliardi di euro. Colpa dell'aumento degli interessi del debito pubblico e dei maggiori prelevamenti dai conti di tesoreria intestati all'INPS. Cattive notizie anche dall'Istat: "Disoccupati in aumento"

A Marzo 2019 il saldo del settore statale si è chiuso con un fabbisogno di oltre 20 miliardi di euro, mentre il fabbisogno totale dei primi tre mesi dell’anno in corso è salito a 28 miliardi e mezzo di euro in aumento di circa un miliardo e mezzo rispetto a quello registrato nel primo trimestre del 2018. 

Se dal Ministero dell'Economia minimizzano numeri che fanno tremare i polsi -spiegando come il dato sia in diminuzione di circa 900 milioni rispetto al risultato del corrispondente mese dello scorso anno-  va registrato come a concorrere in maniera significativa al rosso delle casse statali sono in particolare le uscite per interessi del debito pubblico, risultate in aumento di circa 800 milioni. È il famoso effetto spread che chiede il conto. 

Conti pubblici, più soldi da tasse e quote CO2 

Tornando ai dati pubblicati dal Mef, dal lato degli incassi il saldo ha beneficiato di un aumento di circa 2 miliardi e mezzo cui hanno contribuito maggiori incassi fiscali per circa un miliardo i e i proventi delle aste delle quote CO2 per un importo pari a un miliardo e mezzo. 

Dal lato dei pagamenti occhio anche ai maggiori prelevamenti dai conti di tesoreria intestati all’INPS per circa 400 milioni.

Conti pubblici, il rosso dello stato in dettaglio

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Intanto oggi lo spread tra Btp e Bund è tornato a salire sfiorando quota 260 dopo il brusco peggioramento del settore manifatturiero. Il deterioramento del quadro economico ha spinto gli acquisti di beni rifugio come il Bund facendo scendere il tasso del decennale tedesco fino a -0,048% per riportarsi a -0,04%.

La giornata nera dei conti pubblici italiani è gravata anche dalle nuove previsioni diffuse dall'Ocse che registra l'indebolimento dell'economia italiana, tanto da prevedere una contrazione del Pil a -0,2%. Il disavanzo delle finanze pubbliche, che passerà dal 2,1% del Pil nel 2018 al 2,5% nel 2019" mentre il debito salirà al 134%.

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Sempre oggi l'Istat ha diffuso i dati provvisori della disoccupazione che - a febbraio - è aumentata attestandosi al 10,7%. Confrontando il dato con il minimo pre-crisi (5,8%, dell'aprile 2007), emerge come il tasso disoccupazione sia ancora di quasi 5 punti superiore.

La stima degli occupati a febbraio è "in lieve calo" rispetto a gennaio: -0,1%, pari a -14 mila unità. L'Istat ricorda che il mese precedente aveva fatto registrare un "contenuto aumento". L'istituto spiega come la diminuzione di febbraio si rifletta in una contrazione dei dipendenti (-44mila), sia permanenti (-33 mila) che a termine (-11 mila). Invece risultano in aumento gli indipendenti (+30 mila).

Su base annua invece l'occupazione risulta ancora in crescita (+113 mila) benché la stima degli occupati a febbraio sia in lieve calo sia tra i permanenti (-33 mila) che a termine (-11 mila)

Preoccupante il tasso di disoccupazione giovanile (15-24enni) praticamente stabile al 32,8%, in "lieve" diminuzione rispetto a gennaio (era 19,4% a febbraio 2007).

Allarme per i 35-49enni: non più ragazzi ma lontani dalla pensione: per loro l'Istituto nazionale di statistica "vede" un calo di 74 mila occupati in un mese, 216mila persone in un anno che necessitano di un reinserimento nel mondo del lavoro.

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