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Venerdì, 22 Settembre 2023
L'intervista

Perché i 435 euro di aumento chiesti dai bancari "non sono troppi"

Cosa sta succedendo al settore bancario ma soprattutto perché i riflettori sono puntati su Intesa Sanpaolo? Intervista di Today a Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi - Federazione autonoma bancari italiani

Stipendi fermi da decenni e prezzi alle stelle: l’inflazione sta divorando il potere d’acquisto delle famiglie mentre alcuni settori industriali registrano utili record, come quello farmaceutico, energetico e creditizio. A fronte di questa sempre più evidente dicotomia si rinnovano gli appelli per una redistribuzione della ricchezza, partendo dalla possibilità di contrattare aumenti di stipendio più consistenti in occasione dei rinnovi dei contratti collettivi di lavoro nazionali.

La pensa così anche l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, dichiaratosi favorevole a un aumento di 435 euro al mese per i bancari. "Con un utile netto di 7 miliardi di euro, non ho coraggio a guardare in faccia le persone e dire che mi metto a negoziare sugli aumenti". Cosa sta succedendo al settore bancario ma soprattutto perché i riflettori sono puntati su Intesa Sanpaolo? Ne abbiamo parlato con Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi - Federazione autonoma bancari italiani.

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L'apertura di Messina all'aumento

A luglio verrà rinegoziato il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore creditizio e finanziario scaduto a dicembre 2022, poi prorogato, ma i giochi sembrerebbero già fatti. La proposta di un aumento di 435 euro lordi al mese in busta paga per i dipendenti del settore bancario "è accettabile", ha dichiarato Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo in occasione del XXII congresso della Fabi. Il numero uno della banca più grande d’Italia ha spiazzato un po' tutti, soprattutto perché ha specificato che, considerata l'elevata redditività dell'istituto di credito, "non farà nessun tipo di approccio negoziale sulle richieste economiche dei sindacati".

Lando Maria Sileoni, riconfermato segretario generale della Fabi il 16 giugno scorso con il 98,2% delle preferenze, sa bene che parte delle banche presenti in Abi (Associazione bancaria italiana) pensa che 435 euro siano troppi, ma promette battaglia, forte anche dell’appoggio di Messina.

Intesa Sanpaolo e la pericolosa frattura con l’Abi

Perché i riflettori sono tutti puntati su Intesa Sanpaolo? Perché l’istituto di credito guidato da Messina dà lavoro a quasi un terzo dei dipendenti di tutto il settore (95.574 nel 2022). A febbraio il colosso bancario ha ritirato la delega all’Abi per le trattative sindacali sul rinnovo del contratto nazionale, creando un precedente pericoloso.

"Per convincere banca Intesa a rientrare nel comitato sindacale di Abi sarà fondamentale e indispensabile che Abi, e non io o la Fabi, costruisca insieme ad Intesa un percorso interno alla stessa Abi dove sarà fondamentale la presenza qualificata di personaggi che conoscono il mondo delle relazioni sindacali – ha dichiarato Sileoni in un’intervista a Today -. Non abbiamo voglia di perdere tempo, ma abbiamo soltanto un obiettivo: portare a casa un contratto nazionale per la categoria, mettendo in condizione i sindacati aziendali e di gruppo di svolgere al meglio la loro attività con regole chiare e trasparenti. Se Intesa deciderà di non rientrare nel comitato sindacale di Abi, ci sarà il rischio concreto che, nell’attuale clima di competizione economica e politica fra gli stessi gruppi bancari, qualcuno possa seguire Intesa e uscire dal Casl. Sarebbe un danno enorme per tutti, ma ripeto il percorso e l’iniziativa devono essere prese e tracciate da Abi, subito".

Rinnovo contrattuale ricco per i bancari: +435 euro al mese

Il confronto (impossibile) con altri settori

Come si è arrivati a definire questa cifra: 435 euro? "La parte economica del nuovo contratto è attesa da tutti i lavoratori bancari: costruita sia sul recupero dell’inflazione, che nel 2022, quando è scaduto il contratto nazionale dei bancari è arrivata oltre quota 10%, sia sulla nuova importante redditività delle banche che proseguirà sicuramente anche nei prossimi anni – ha chiosato Sileoni -. Complessivamente, il settore bancario ha realizzato, lo scorso anno, utili per oltre 25 miliardi di euro, garantendo così agli azionisti dei singoli gruppi e istituti importanti dividendi. Per dire no alle nostre richieste economiche, serviranno delle motivazioni serie che però oggi non esistono e, conseguentemente, non accetteremo mai delle motivazioni basate su pregiudizi e bugie. Dobbiamo sempre essere pronti a scendere in piazza".

Un bel bottino, molto più alto rispetto a tutti gli aumenti salariali proposti recentemente da altre categorie di lavoratori (vedi i +112 euro al mese dei metalmeccanici in quattro anni). A detta di alcuni esperti, però, non è possibile fare un confronto tra settori molto diversi tra loro perché ognuno calibra le richieste sulla base dell’andamento economico del proprio settore. Inoltre, le trattative si fanno su richieste che tengono conto della storia dei negoziati e dei rinnovi, quindi il confronto è impossibile.

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Orcel: "Meglio un avanzamento di carriera"

Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, pur riconoscendo che le persone che lavorano in banca "devono essere remunerate correttamente", si è mostrato più cauto sull'aumento salariale, dichiarando che a volte "un avanzamento di carriera può essere molto meglio di 435 euro". È difficile però pensare a una promozione di massa, un avanzamento in un solo colpo per 37mila dipendenti (lavoratori in Italia di Unicredit). Da considerare poi che con il rinnovo del contratto devono essere assicurati aumenti economici per tutti i lavoratori, per allineare gli stipendi al costo della vita. Stiamo parlando di oltre 26mila dipendenti bancari italiani, con il numero in costante calo nel tempo: -2,1% nell'ultimo anno e -7,7% negli ultimi 5 anni (dati Fisac Cgil).

Smart working e lavoro agile

"L’aumento noi lo riteniamo portato a casa, perché Intesa Sanpaolo ha il suo peso e Abi deve tenerne conto",  ha dichiarato Fulvio Furlan, segretario generale della Uilca, sottolineando però che "la trattativa è da fare completa perché i temi sul tappeto sono tanti".

Riduzione costante dei posti di lavoro, chiusura delle filiali con una media altissima di due sportelli bancari al giorno, il settore si sta trasformando pesantemente, ecco perché lo smart working e il lavoro agile saranno sicuramente al centro delle prossime trattative. "Lo smart working deve essere accuratamente regolamentato, per garantire la massima tutela alle lavoratrici e ai lavoratori delle banche – ha dichiarato Sileoni -. Il lavoro agile, al contrario, non deve rappresentare, per le banche, una nuova scusa per tagliare posti di lavoro. Né deve essere il preambolo per esternalizzazioni, che siamo pronti a contrastare. Durante la pandemia, questo strumento è stato fondamentale per garantire la tutela della salute dei dipendenti e della clientela. Abbiamo anche accettato deroghe al contratto nazionale, che stabilisce un massimo di 10 giorni al mese".

Tanti dunque gli argomenti che verranno trattati in sede di rinnovo del contratto bancario 2023-2025, con l’aumento salariale di fondamentale importanza considerata l’elevata redditività delle banche e l’impennata dell’inflazione (il rincaro dei prezzi è destinato a durare ancora per qualche anno). Da considerare poi la politica aggressiva della Banca centrale europea, che con i suoi continui rialzi dei tassi d’interesse sta facendo lievitare i guadagni degli istituti di credito mentre sempre più famiglie non riescono a pagare le rate del mutuo.

Lando Maria Sileoni

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