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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Contributi a fondo perduto, il rilancio non c'è: pochi spiccioli alle piccole imprese

Secondo le simulazioni effettuate dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, l'impatto della misura contenuta nel decreto Rilancio sarà minimo: ''Un bicchiere d'acqua per tutti, ma che non toglie la sete''

Il decreto Rilancio varato dal Governo per ripartire dopo la crisi economica provocata dall'emergenza coronavirus, prevede, tra le varie misure, anche dei contributi a fondo perduto per alcune imprese, che l'esecutivo dovrebbe attivare nel giro di alcune settimane. Una mossa che, in teoria, dovrebbe risolvere i problemi di alcune attività economiche, ma che in pratica potrebbe avere un'efficacia a dir poco minima. 

Contributi a fondo perduto, la Cgia: ''Pochi spiccioli per le piccole imprese''

E' quanto emerge dalle simulazioni effettuate dall'Ufficio studi della Cgia di Mestre, con il coordinatore Paolo Zabeo che ha usato una “forte” metafora per definire l'impatto dei contributi a fondo perduto: "Solo pochi spiccioli. In altre parole, con i contributi a fondo perduto il Governo sta offrendo un bicchiere d'acqua a tutti, ma non è nelle condizioni di togliere la sete a coloro che ne hanno veramente bisogno". 

Critico anche il commento del segretario della Cgia Renato Mason: "E' vero che oltre agli indennizzi diretti è stato introdotto l'abbattimento dell'Irap, la riproposizione dei 600 euro, la detrazione del 60% degli affitti delle attività che hanno visto crollare di almeno il 50% del fatturato negli ultimi 3 mesi e il taglio delle bollette, ma tutto questo è ancora insufficiente a colmare la rovinosa caduta del fatturato registrata in questi ultimi mesi da tantissime piccole imprese". 

Contributi a fondo perduto: tutti gli scenari

La simulazione relativa agli effetti dei contributi a fondo perduto effettuati su 7 casi dalla Cgia infatti "sono modestissimi": un parrucchiere con un fatturato medio annuo di 70 mila euro e una perdita, aprile 2020 su aprile 2019, di oltre 5.833 euro, riceverà il 20% di questo disavanzo. In pratica otterrà 1.167 euro; un negozio di abbigliamento con un fatturato annuo di 180mila euro presenta una perdita ad aprile 2020 sullo stesso mese dell'anno scorso di 15 mila euro. Con questa cifra riceverà dallo Stato 3.000 euro, cioè il 20% della perdita.

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E ancora: una impresa edile con 450 mila euro di fatturato presenta una caduta del fatturato di 37.500 euro. Dalle disposizioni del "decreto Rilancio" riceverà 5.625 euro. Importo ottenuto applicando il 15% sulla perdita mentre leggermente meglio un'azienda tessile con ricavi annui di 500mila euro e un disavanzo di 41.667 euro che incasserà dallo Stato 6.250 euro, pari al 15% della perdita. Una concessionaria auto con un volume di affari annuo di 1,1 milioni di euro e un disavanzo mensile di 91.667 euro, invece, stima ancora la Cgia di Mestre, "porterà" a casa 9.167 euro, ovvero il 10% del disavanzo; un mobilificio con un volume di affari di 1.700.000 euro e un disavanzo di 141.667 euro, verrà indennizzato con 14.167 euro; una attività alberghiera con 5 milioni di fatturato e una perdita ad aprile 2020 su aprile 2019 di 416.667 euro, incasserà 41.667 euro, vale a dire il 10% della perdita.

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