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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Italia

Coronavirus, l'altra trincea: esplode la rabbia contro le banche

Famiglie e imprese costrette ad intaccare i risparmi, mentre le modalità per accedere ai prestiti garantiti dallo Stato appaiono più macchinose del previsto: così la rabbia esplode contro chi lavora in banca. Il sindacato Fabi denuncia decine di aggressioni

Violenze e aggressioni verbali, minacce, offese, insulti, soprusi, sputi. E poi vetrine prese a sassate, ruote delle autovetture bucate e perfino finti pacchi bomba. Questa la situazione che vivono i dipendenti delle banche italiane secondo quanto denuncia la Fabi, principale sindacato bancario italiano, che parla di "esasperazione collettiva per l'emergenza legata al Coronavirus".

"È salita la tensione allo sportello, con le lavoratrici e i lavoratori delle banche finiti letteralmente 'sotto attacco' da parte della clientela".

La tensione agli sportelli arriva dopo due mesi di lockdown, la liquidità di imprese e famiglie al minimo, i risparmi ormai intaccati. Secondo una ricerca del gruppo Cerved una famiglia su cinque in Italia si trova in grave difficoltà economica, mentre a vedere nero per il futuro è quasi la metà degli italiani che vede vacillare anche la propria condizione lavorativa.

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La attesa boccata di ossigeno promessa dal governo ha finito per alimentare speranze che hanno impattato contro gli scogli della burocrazia. Se ben oltre metà degli autonomi che avevano fatto richiesta ha potuto beneficiare del bonus di 600 euro per il mese di marzo, molto maggiori sono le difficoltà connesse ai prestiti garantiti dallo Stato annunciati con il decreto liquidità.

"Le richieste e le relative erogazioni si stanno rivelando assai più complicate rispetto alle indicazioni e alle previsioni" denuncia il sindacato dei bancari Fabi. "Le difficoltà di imprese e famiglie e l'aspettativa creata attorno ai prestiti garantiti dello Stato hanno alimentato nervosismo nei cittadini e negli imprenditori, con la rabbia sfogata contro chi lavora in banca".

"Le banche denuncino tutto alle procure della Repubblica o lo faremo noi - ha commentato Lando Maria Sileoni, segretario generale del sindacato - Le Forze dell'ordine stanno garantendo la sicurezza con un impegno straordinario in tutta Italia e per questo ringrazio gli agenti, i Prefetti e il ministro Lamorgese. Alla famiglia del poliziotto morto ieri a Napoli, in occasione di una rapina in banca, rivolgo il sentimento di vicinanza da parte della Fabi e di tutta la categoria dei bancari".

Coronavirus, sale la tensione contro le banche

Il sindacato ha elencato una serie di aggressioni che hanno visto per protagonisti i bancari. Ad esempio a Salerno un cliente senza mascherina ha minacciato il personale di una filiale richiedendo una attestazione Isee senza aver prima concordato l’appuntamento. A Bari la tensione è esplosa quando un cliente si è presentato pretendendo di cambiare un assegno risultato scoperto. Sempre a Bari, marito e moglie, entrambi al lavoro in un piccolo negozio di bomboniere chiuso dall’11 marzo, si sono presentati in banca per chiedere un prestito trovando però la filiale chiusa. L'uomo ha iniziato a prendere a calci la saracinesca, mentre la moglie urlava disperata: "Siamo senza soldi! Fate schifo! Lo Stato fa schifo. Come dobbiamo fare? Come facciamo a vivere? Non abbiamo più niente in casa, vi prego venite a vedere nella mia cucina, non abbiamo più neanche la farina. Mia madre è un mese che non prende le medicine, vogliamo solo mangiare". Due guardie hanno cercato di calmarli, un passante ha regalato 50 euro a testa.

A Torino si è assistito ad un vero e poprio assedio al Monte dei Pegni con la clientela che teme che alla riapertura delle aste (bloccate per il lockdown) i beni siano venduti immediatamente. Ogni mattina si formano file anche di 1.000 persone e non a caso, è ormai presente una copertura fissa delle Forze dell’ordine (15 agenti), spesso in borghese, anche a motivo della presenza di usurai in strada a caccia di affari con cittadini disperati e senza soldi.

Ruote bucate per la macchina del direttore di una filiale a Varese dove marito e moglie, commercianti, avevano chiesto uno “scoperto” di 5.000 euro sul conto senza che ve ne fossero le condizioni. Così giù insulti, pugni allo sportello, minacce, calci alla porta e poi, ancora, grida fuori della banca. Sassate contro una filiale a Collecchio dove un artigiano aveva chiesto di prelevare 1.200 euro da un conto scoperto. Insulti ai bancari anche a Verona da parte di clientela in coda per chiedere i prestiti garantiti dallo Stato col decreto liquidità. Sempre per l'insofferenza dei correntisti ad Aversa e Gallarate sono arrivati anche sputi in faccia ai bancari. "Ho il virus!", urlava un cliente esagitato mentre sputava verso l'addetto allo sportello. 

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