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Martedì, 19 Marzo 2024
Economia

Il coronavirus mette gli italiani in ginocchio: "55% in povertà entro tre mesi"

Secondo un'indagine di Bankitalia, oltre la metà della popolazione finirebbe le risorse economiche in tre mesi in assenza di altre entrate, mentre il 50% prevede una riduzione del reddito. Intanto la Commissione Ue rivede al ribasso le stime del Pil italiano per il 2020

In assenza di altre entrate economiche, il 55% della popolazione non avrebbe risorse finanziarie per restare sopra la soglia di povertà per più di tre mesi. A dipingere questo scenario drammatico, conseguenza dell'emergenza coronavirus, è l'indagine straordinaria sulle famiglie italiane nel 2020 pubblicata dalla Banca d'Italia e a cura di Andrea Neri e Francesca Zanichelli. Il dato è stato calcolato utilizzando come riferimento  omogeneo una soglia di povertà relativa stimata sulla base dell'Indagine sui Bilanci delle Famiglie italiane (Ibf) del 2016.

Ma non finisce qui. Circa la metà della popolazione si aspetta una riduzione del reddito familiare anche nell'arco dei prossimi 12 mesi, anche se di intensità inferiore a quella degli ultimi due mesi: solo il 7% ritiene che tra un anno il reddito della sua famiglia avrà subito un calo di oltre il 50% rispetto a quello precedente l'emergenza sanitaria. Anche tra coloro che riportano una caduta di oltre il 50% del reddito negli ultimi 2 mesi, più della metà si aspetta che tra un anno il calo sarà ridimensionato e il 15% ritiene che il reddito tornerà ai livelli precedenti l'emergenza sanitaria.

Crisi coronavirus, Bankitalia: ''40% ha problemi a pagare il mutuo''

Una difficoltà che si ripercuote soprattutto su chi ha il mutuo da pagare. Secondo lo studio di Bankitalia, quasi il 40% degli individui indebitati dichiara di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi. La quota è più elevata nel Centro e nel Mezzogiorno. Solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria mutui. 

Fra coloro che hanno un finanziamento per credito al consumo, la percentuale di individui in difficoltà con il pagamento della rata è del 34%. L'emergenza sanitaria incide negativamente anche sulle aspettative di spesa: circa il 30% della popolazione, si legge nel documento, dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza la prossima estate e quasi il 60% ritiene che anche quando l'epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi.

Crisi coronavirus, Ue peggiora le stime: Pil Italia -11,2%

Intanto non arrivano buone notizie neanche dal fronte europeo. La Commissione Ue ha rivisto al ribasso le stime relative all'andamento dell'economia italiana, colpita dagli effetti della pandemia di Covid-19. Secondo le previsioni economiche d'estate diffuse oggi, il nostro Paese dovrebbe registrare un crollo del Pil dell'11,2% nel 2020, il più marcato dell'Eurozona e dell'intera Ue, rispetto al calo del 9,5% stimato il 6 maggio scorso, con le previsioni economiche di primavera. L'economia italiana dovrebbe poi rimbalzare del 6,1% nel 2021, un po' meno del 6,5% stimato in maggio, e partendo da una base minore.

L'inflazione è attesa a zero nel 2020, per risalire allo 0,8% nel 2021. La crisi colpirà duramente l'intero continente: nell'area euro i Paesi che cedono meno sono Lussemburgo e Malta, che comunque lasciano sul terreno rispettivamente il 6,2% e il 6%. Tra i grandi Paesi Ue, la Germania è attesa nel 2020 in calo del 6,3%, la Francia del 10,6%, la Spagna del 10,9%, la Polonia del 4,6%, la Romania del 6%.

Secondo le previsioni il Pil dell'area euro dovrebbe calare dell'8,7% nel 2020 rispetto al 2019, per poi rimbalzare del 6,1% nel 2021. Nelle previsioni di primavera il calo del Pil dell'area euro era stimato al -7,7%. L'inflazione nell'Eurozona è prevista allo 0,3% nel 2020, dall'1,2% del 2019, e all'1,1% nel 2021. Peggiorano anche le previsioni per l'Ue a 27: il Pil nel 2020 è atteso in calo dell'8,3%, rispetto al -7,5% stimato in maggio, con un rimbalzo del 5,8% nel 2021.

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