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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'intervista

Cantieri a rischio chiusura per il caro prezzi: "Così il Pnrr fallisce"

Una vera e propria ‘apocalisse’ si abbatte sull’edilizia, settore che contribuisce per il 22% al Pil dell’Italia: si rischia la paralisi del Paese. Come è possibile affrontare questa emergenza? Lo abbiamo chiesto a Gabriele Buia, presidente dell’Ance

Tra i moltissimi settori economici in difficoltà per il caro energia e caro materie prime c’è quello delle costruzioni. Con rincari in media del 36% per i materiali edili (alcuni prodotti hanno raggiunto persino le tre cifre), la realizzazione di opere pubbliche e private è a rischio. La pressione sui prezzi e le difficoltà nel reperire materiali e manodopera specializzata stanno minando la realizzazione di migliaia di opere pubbliche, prima tra tutte quelle del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ma anche quelle della ricostruzione post sisma in centro Italia. Il caro prezzi rischia così di vanificare la ripresa avviata negli ultimi anni grazie agli interventi di adeguamento sismico ed energetico stimolata dagli sgravi fiscali, con il superbonus in testa. Si parla di una vera e propria ‘apocalisse’ per l’edilizia, settore che contribuisce per il 22% al Pil dell’Italia: si rischia la paralisi del Paese.

Superbonus edilizio, novità in arrivo

“Tutto il settore è scosso dallo shock dei rincari. Non possiamo più aspettare – dichiara Gabriele Buia, presidente dell’Ance, Associazione nazionale costruttori edili – senza decisioni rapide molti cantieri non potranno restare aperti. Così il Pnrr fallisce”. Per le sole opere infrastrutturali della missione 3 del Pnrr (che in tutto vale 25,4 miliardi), gli extra costi aggiuntivi dovuti ai rincari ammontano a 3 miliardi di euro, cifra che sale a 10 miliardi per l’intero settore dei lavori pubblici. Nei cantieri si lavora in perdita. In assenza di interventi da parte del governo migliaia di imprese saranno costrette a sospendere l’attività, con il rischio di fallimento e con gravissime ripercussioni occupazionali che andranno a gravare direttamente sul bilancio dello Stato. Quali sono i materiali edili che hanno registrato i maggiori rincari? Come è possibile affrontare questa emergenza? Lo abbiamo chiesto in un'intervista a Gabriele Buia, presidente dell’Ance.

Il caro materie prime sta penalizzando anche il settore delle costruzioni pubbliche e private. È vero che alcuni cantieri sono a rischio chiusura?

“Assolutamente sì. I rincari delle materie prime sono ormai insostenibili per tutte le imprese del settore delle costruzioni. Da tempo stiamo interloquendo con il governo e la politica chiedendo una soluzione che non ponga a rischio il proseguimento delle opere previste dal Pnrr. Dei 220 miliardi di risorse previsti, 108 passano infatti per il mondo delle costruzioni, dalla grande infrastruttura al piccolo intervento. Il nostro settore si sente responsabile di questo grande cambiamento, ma per riuscirci bisogna correre e far funzionare al meglio la macchina. Per questo abbiamo scritto una lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi, chiedendo di mettere in sicurezza anzitutto i contratti in corso di esecuzione. Stessa richiesta che abbiamo avanzato ai ministri Daniele Franco e Enrico Giovannini. Ora ci aspettiamo risposte che necessariamente devono arrivare in tempi brevi. Altrimenti, il blocco dei cantieri sarà inevitabile”.

Quali sono i prodotti che hanno registrato i maggiori rincari?

“Dalla fine del 2020 i principali materiali da costruzione (metalli, materie plastiche, calcestruzzo e bitumi), sono stati caratterizzati da aumenti di prezzo eccezionali. Negli ultimi mesi quelli che hanno registrato aumenti più significativi sono stati l’acciaio, il bitume, l’energia elettrica e il gasolio. Tutti aumenti con cifre esorbitanti. Secondo i nostri dati, ad esempio, nelle prime tre settimane di marzo il prezzo dell’energia elettrica è salito del 470%, bitume e ferro del 40%, mentre la crescita del costo del gasolio si è fermata al 38%”.

Rincari materiali edili Ance-2

Quali sono le vostre proposte per superare questa emergenza?

“Se da un lato il governo ha posto attenzione al tema, le soluzioni finora individuate però non sono state sufficienti. Nelle scorse settimane abbiamo deciso di scrivere una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi chiedendo di mettere in sicurezza anzitutto i contratti in corso di esecuzione. A ciò dovrebbe accompagnarsi l’introduzione di un vero sistema revisionale dei prezzi, sul modello delle migliori esperienze internazionali. Infine, occorre intervenire per aggiornare immediatamente i prezzari sulla base dei quali sono stimate e saranno bandite le opere di prossimo affidamento. Sarebbe anche giusto, a nostro parere, consentire la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta, senza sanzioni e segnalazioni all’Anac per l’appaltatore. Allo stesso modo, occorre garantire l’esonero da responsabilità per causa di forza maggiore, nel caso di ritardi o inadempimenti dovuti agli incrementi e alle difficoltà di reperimento dei materiali”.

Secondo l’Ance una soluzione al caro materie prime potrebbe venire anche dall’economia circolare? Come si sta muovendo l’Ance in tema di sostenibilità?

“La questione della sostenibilità è da anni al centro del dibattito normativo, culturale e sociale, non solo italiano ma internazionale, e oggi rappresenta uno dei principali obiettivi della politica industriale europea e il fulcro del nostro Pnrr. Tutto ciò nella convinzione che lo sviluppo sostenibile sia la vera chiave per guardare a un futuro di crescita e benessere. La filiera delle costruzioni riveste un ruolo di primo piano nel delineare e mettere in atto questo percorso. Ne è la riprova il fatto che il settore edile è coinvolto in ben 15 dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile. Noi siamo stati i primi in Italia a organizzare e progettare interamente la nostra assemblea nazionale secondo criteri di ecosostenibilità, in modo da minimizzare l’impatto di CO2. E proprio in quell’occasione abbiamo promosso un Piano per la vera sostenibilità, individuando 7 azioni necessarie per orientare la politica industriale verso la sostenibilità e l’economia circolare”.

Cosa succederà al Pnrr? Non tutto sta andando storto: le associazioni datoriali e le rappresentanze sindacali hanno trovato un’intesa sul nuovo contratto di lavoro studiato per far crescere il settore delle costruzioni in qualità, professionalità e sicurezza, fissando i principi cardine che dovranno guidare tutti i cantieri. Per affrontare le sfide del Pnrr, però, in questo momento servono soprattutto risposte urgenti dal governo sul costo delle materie prime e sulla crisi energetica. In assenza di interventi mirati per adeguare i contratti in essere ed evitare ritardi e sospensioni delle opere in corso, si rischia il blocco dei cantieri. A farne le spese saranno non solo le imprese del settore ma tutta l’economia nazionale, con effetti disastrosi a cascata sull’occupazione.

Foto presidente Gabriele Buia-2

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