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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'intervista

"Così il governo evita i controlli", Cottarelli critica il governo Meloni sul Pnrr: "Ha perso credibilità"

Il governo sta gestendo i ritardi sul Pnrr trattando con la Commissione Ue ma alzando la polemica contro la Corte dei Conti. Nel frattempo ci sono progetti a rischio e il quadro non è chiaro: cosa succederà all'Italia? Today.it ne ha parlato con Carlo Cottarelli

Pnrr stravolto, tagli da quasi 16 miliardi: i progetti che saltano

Il Pnrr continua a far parlare di sé ma non nel modo in cui ci si aspettava. Alcuni progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono a rischio, i ritardi nell'attuazione sono noti. II governo Meloni sta negoziando con la Commissione europea una revisione del Piano, e mentre è stato stoppato il pagamento della terza rata iniziano a farsi largo i timori sulla quarta, basata sugli obiettivi da raggiungere entro giugno 2023. In più, emerge una certa confusione dalle comunicazioni istituzionali: il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto aveva presentato in Cabina di regia la relazione sull'avanzamento del Pnrr, con il testo depositato diversi giorni dopo in Parlamento che presentava differenze sostanziali rispetto alla versione precedente. Today.it ha parlato dei ritardi del Piano con Carlo Cottarelli, professore dell'università Cattolica e da poco dimessosi dalla carica di senatore.

Il governo Meloni e i ritardi del Pnrr: perché

Il governo sta portando avanti una trattativa con la Commissione europea per cambiare il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Alcuni progetti saranno tagliati, altri posticipati o finanziati con fondi differenti. Il problema è che non si conosce il contenuto di questi dialoghi e in più, le relazioni presentate dal ministro Fitto stanno circolando in versioni differenti: "Il governo è stato molto parco di informazioni e sia alla Camera che al Senato le relazioni di Fitto sono state molto vaghe - ha detto Cottarelli a Today.it -. E non è ancora chiara la posizione del governo nelle negoziazioni del Piano con la Commissione Europea: non sappiamo cosa si stanno dicendo". 

Pnrr, i progetti di cui abbiamo più bisogno rischiano di saltare: quali sono

Finora l'Italia ha ricevuto dalla Commissione Europea quasi 67 miliardi di euro, ma la richiesta di pagamento della terza rata da 19 miliardi di euro è rimasta in sospeso. Visti i ritardi, si guarda già con preoccupazione alle scadenze da rispettare entro giugno 2023 per ricevere la quarta tranche di pagamenti da 16 miliardi. E la spesa dei fondi ricevuti va a rilento: nei primi cinque mesi del 2023 è stato speso poco più di un miliardo, portando la spesa complessiva a 25,7 miliardi di euro, appena il 13,8 di tutti i fondi da spendere entro il 2026.

Il grafico sui ritardi nella spesa del Pnrr in Italia, durante il 2023

"I ritardi del Pnrr sono evidenti, a partire dalle riforme - fa notare Cottarelli -. Il posticipo dei decreti a fine 2023 sulla riforma della giustizia ne sono la testimonianza più evidente. La minore spesa si è vista anche nel 2021-22, ma è esplosa nel 2023 perché in percentuale si trattava di molti più soldi. Le cause sono molteplici, ma risalgono ai problemi nella gestione della Pubblica amministrazione negli investimenti pubblici, in tutte le fasi di progettazione. La Pubblica amministrazione funziona male e non è solo una questione di semplificazione: non basta semplificare, ma bisogna produrre degli incentivi per far lavorare la gente meglio, anche tramite i compensi. I premi a pioggia non vanno bene. Si parla molto della 'paura della firma' ma nessuno parla di come incentivare il lavoro, penso anche ai dirigenti: se un dirigente porta a casa dei risultati è giusta venga premiato".

Perché l'Italia non riesce a spendere i soldi del Pnrr

Lo scontro governo Meloni vs. Corte dei Conti: "Una martellata al grillo parlante"

Una polemica, tutta istituzionale, si è inserita tra le preoccupazioni sui ritardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e le trattative per modificarlo con la Commissione europea: il governo Meloni ha infatti deciso di estromettere la Corte dei Conti dal "controllo concomitante" sui progetti del Piano, apparentemente per snellire le procedure.

"Togliere a Corte dei conti il controllo sul Pnrr mette a rischio i funzionari pubblici"

"Il governo Meloni ha pensato di dare una 'martellata al grillo parlante' e ha preso di mira la Corte dei Conti - ha detto Carlo Cottarelli a Today.it -. Il motivo è la necessità di delegittimare una voce autorevole: la Corte ha fatto dei rilievi nei mesi scorsi che la Commissione rigirava all'Italia. Il governo ha così estromesso la Corte dei Conti dal controllo concomitante per rendere meno difficili le negoziazioni con la Commissione, ma la perdita di credibilità è stata forte".

E ora ci sono dei progetti per cui il governo ha individuato delle criticità che ne metterebbero a rischio la realizzazione: "Tra i progetti a rischio colpiscono i ritardi sugli asili nido, ma anche sulle infrastrutture, specie sull'alta velocità - il pensiero di Cottarelli -. Sono tutti progetti importanti: secondo me bisogna portare a termine tutti i progetti del Pnrr. Si possono usare altri fondi, ma a condizioni più svantaggiose. Se non si fa una cosa col Pnrr, poi è più probabile che l'indebitamento cresca ma non è necessariamente detto: dipende da come si finanziano i progetti e dall'impatto che possono avere".

Così il governo vuole mettere più debito pubblico nelle tasche degli italiani

Il governo resta ancora in attesa della terza rata basata sugli obiettivi da raggiungere entro dicembre 2022 e guarda con preoccupazione alla quarta, quella relativa ai traguardi da centrare entro giugno 2023. Il quadro non è ancora chiaro, sia per le modifiche del Piano che per i progetti che verranno tagliati. Per Cottarelli "L'importante è che se ne esca presto: l'incertezza non fa bene".

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