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Giovedì, 18 Aprile 2024
Crisi economica

L'Italia è ferma, l'Istat gela il governo: crescita zero nel secondo trimestre

Pil invariato fra aprile-giugno e gennaio-marzo. Su base annua invece la stima è stata rivista al rialzo: +0,8%. Soffre anche l'economia francese. Padoan: "Non è stagnazione, ma sintomo di un malessere profondo"

L'Italia è ferma, le stime preliminari diffuse dall'Istat lo scorso 12 agosto si erano rivelate purtroppo azzeccate: nel secondo trimestre del 2016 il Pil è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente. Crescita zero. Su base annua, invece, l’istituto di statistica ha rivisto al rialzo la stima di crescita del Pil: in base ai nuovi calcoli, l’economia italiana è cresciuta nel periodo dello 0,8% contro il +0,7% indicato nelle stime precedenti. 

Dal lato della domanda interna, i consumi nazionali sono stazionari in termini congiunturali, sintesi di un aumento dello 0,1% dei consumi delle famiglie e di un calo dello 0,3% della spesa della P.A., mentre gli investimenti fissi lordi hanno registrato una flessione dello 0,3%. Le importazioni sono aumentate dell'1,5% e le esportazioni dell'1,9%. 

I DATI DEL PIL NEGLI ALTRI PAESI - Nel secondo trimestre, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,6% nel Regno Unito, dello 0,4% in Germania e dello 0,3% negli Stati Uniti, mentre è rimasto invariato in Francia. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2,2% nel Regno Unito, dell'1,7% in Germania, dell'1,4% in Francia e dell'1,2% negli Stati Uniti. Il Pil dei paesi dell'area Euro è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell'1,6% nel confronto con lo stesso trimestre del 2015.

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PADOAN: "MALESSERE PROFONDO" - "Si è parlato di stagnazione secolare, io non lo penso". Lo ha detto il ministro italiano dell'Economia, Pier Carlo Padoan, nel suo intervento al Workshop Ambrosetti a Cernobbio, dove ha sottolineato il tema della bassa crescita globale. "Già domani - ha rilevato - mi aspetto titoli sui giornali che dicono che il ministro dell'Economia parla di stagnazione secolare".

"Non ho detto che siamo in stagnazione secolare ma che ci sono sintomi di malessere più profondi di quanto pensassimo". Questo, secondo il ministro, "non deve generare pessimismo" ma essere un incentivo a fare di più.

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