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Giovedì, 25 Aprile 2024
L'intervista

Che fine faranno le criptovalute dopo il fallimento di Ftx

"Emergeranno solo le valute più solide e gli operatori più seri, quelli che non si avventurano in speculazioni selvagge", ha dichiarato Christian Miccoli, co-fondatore e Ceo di Conio, in un'intervista a Today.it

Alla base della bancarotta di Ftx, una delle principali piattaforme per lo scambio di monete virtuali al mondo, ci sono grandissimi errori finanziari che hanno fatto evaporare 2 miliardi di dollari, tutti fondi di clienti. Le principali criptovalute hanno reagito male alla notizia, registrando un crollo delle quotazioni. Gli appassionati di monete digitali temono ora un effetto a cascata sugli altri operatori del settore, in poche parole lo scoppio della bolla delle criptovalute. Siamo davvero di fronte a questo evento? Cosa succederà alle monete virtuali in futuro? Lo abbiamo chiesto a Christian Miccoli, co-fondatore e Ceo di Conio, l’app fintech fondata nel 2015 da imprenditori italiani, che ha lanciato il primo portafoglio Bitcoin per smartphone in Italia.

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La bancarotta di Ftx: cosa è successo

Il mondo delle criptovalute è in subbuglio per la bancarotta di Ftx, il secondo exchange di monete digitali al mondo dopo Binance. Ftx è fallita perché si è comportata esattamente come una banca tradizionale, ha preso i soldi dei clienti e li ha utilizzati per scopi propri. Quando i clienti hanno chiesto i soldi indietro, Ftx non li aveva più perché li aveva impegnati in operazioni andate male. La bancarotta ha fatto crollare tutte le principali criptovalute, con gli investitori spaventati soprattutto dai possibili effetti a catena di questo fallimento, paragonato a livello digitale a quello di Lehman Brothers.

La bolla delle criptomonete è definitivamente esplosa? "No, perché in realtà la turbolenza sul mercato delle criptovalute è iniziata in primavera, quando sono scomparsi tutti quei vari schemi di finanza decentralizzata (servizi per le criptovalute molto simili a quelli bancari, ndr) che promettevano interessi esagerati ai clienti, tipo un 10% al mese – spiega Christian Miccoli in un’intervista a Today.it - Con l’inversione di tendenza delle banche centrali, che hanno iniziato a ritirare la liquidità dai mercati, questi operatori hanno sostanzialmente chiuso e non hanno restituito i fondi ai clienti. Ftx non direttamente ma probabilmente indirettamente ha utilizzato uno schema di questo tipo, ha perso i soldi e non è stata più in grado di restituirli ai clienti". Da qui il suo repentino collasso e il crollo generalizzato delle criptovalute. Il Bitcoin, la moneta digitale più conosciuta al mondo, è sceso sotto la soglia dei 16mila dollari, proseguendo un trend al ribasso iniziato nell’autunno del 2021, dopo aver toccato un massimo storico a 69mila dollari (-75% circa).

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Effetti del crac Ftx sull’economia

Ftx potrebbe essere solo la punta dell’iceberg, "nel senso che potrebbero esserci altri exchange nella stessa condizione di Ftx. Lo vedremo nei prossimi mesi". Stiamo parlando di operatori "poco seri", ci tiene a sottolineare Miccoli rimarcando le "fortissime differenze interne" presenti nel mondo delle criptovalute. Ad esempio, ci sono monete virtuali "molto valide come i Bitcoin ed Ethereum" ma anche "token privati emessi da alcune organizzazioni - come l’FTT di Ftx e il BNB di Binance – che onestamente sono molto meno validi, sono un po’ delle trappole per chi ha cercato guadagni facili lanciandosi su qualsiasi cosa che fosse un token, cosa avvenuta dal 2017 in poi".

Il fallimento di Ftx preoccupa, anche perché "per certi versi è paragonabile a quello di Lehman Brothers, ma con un vantaggio. Il problema è confinato al settore delle criptovalute mentre quando è saltata Lehman Brothers ha rischiato di coinvolgere tutta l’economia mondiale. Il settore delle criptovalute, infatti, è ancora troppo piccolo per generare un effetto contagio così forte".

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Ftx sarebbe fallita anche con la regolamentazione Ue

Il fallimento di Ftx riaccende i riflettori sulla regolamentazione del settore criptovalute. Secondo Miccoli "non ha senso parlare di regolamentazione quando le conseguenze si limitano al fatto che c’è qualcuno che perde dei soldi (cosa abbastanza normale su tutti i mercati finanziari). Ha senso invece quando le perdite rischiano di estendersi a tutto il resto dell’economia", ma non è il caso delle criptovalute.

Riguardo alla Markets in Crypto-Assets Regulation (MiCA), la regolamentazione europea che sta arrivando, l’esperto dichiara che "regolamenta tantissime cose diverse ma non va a toccare i veri problemi". Ad esempio, non impone dei vincoli per gli exchange sull’utilizzo dei fondi dei clienti, quindi, paradossalmente, se oggi ci fosse stata Ftx sarebbe fallita lo stesso. "Dal mio punto di vista la regolamentazione potrebbe servire, ma deve essere molto mirata a risolvere i problemi che mano mano emergono. Non c’è bisogno di regolamentare tutto, perché se io impongo alcuni schemi mentali e di lavoro a un settore completamente nuovo di fatto riduco il potenziale di innovazione".

Come cambierà il mondo delle criptovalute

Il fallimento di un exchange così grande e importante a livello reputazionale può insegnarci qualcosa. "Non tutti i token sono criptovalute valide; gli exchange sono pericolosi", spiega Miccoli ricordando quanto sia importante avere un servizio di wallet dove tenere i Bitcoin, "perché solo così ho il controllo diretto delle mie valute".

Finora "la gente comprava un po’ di tutto, qualsiasi cosa che fosse un token in blockchain, meno costava meglio era perché si diceva: se costa 0,1 poi andrà a 1.000. Questa è stata un’ubriacatura, ed è bene che sia finita". Il Bitcoin, invece, essendo più costoso veniva snobbato. L’esperto è convinto che d’ora in poi "emergeranno solo le valute più solide, come il Bitcoin, Ethereum e Algorand. Non sarà un mercato infinito fatto di migliaia di token come è fatto oggi, sarà un mercato più selettivo e dall’altra parte emergeranno gli operatori più seri, quelli che non si avventurano in speculazioni selvagge, promettendo rendimenti favolosi o emettendo token strani".

Una criptovaluta stabile è possibile?

Viste le ampie fluttuazioni delle criptovalute il sogno di una moneta virtuale stabile è realizzabile? "Certamente sì e già esistono per certi versi – risponde Miccoli - Oggi alla terza e quarta posizione per capitalizzazione ci sono delle criptovalute il cui valore è agganciato al dollaro, sono Tether e USD Coin".

Riguardo all’Euro digitale, invece, Miccoli ha spiegato che la moneta elettronica allo studio della Bce in realtà è una cosa profondamente diversa dalle criptovalute. Il Bitcoin è soprattutto una forma di investimento che non risente dell’inflazione mentre l’euro digitale "deve essere comodo per fare pagamenti".

Christian Miccoli Ceo di Conio

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