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Venerdì, 29 Marzo 2024
previsioni al ribasso

La guerra in Ucraina frena l'economia italiana, e non solo

Le stime del Fondo monetario internazionale fanno sembrare ottimistiche quelle del Governo italiano

La guerra in Ucraina frena l’economia italiana, ma non solo. Oltre le devastanti conseguenze umanitarie e ambientali, la guerra rallenta la crescita economica in diversi campi: tutto il mondo ne risente, anche a causa delle sanzioni alla Russia (che però pare stiano funzionando). Le stime del Fondo monetario internazionale (Fmi) fanno sembrare ottimistiche quelle del Governo italiano contenute nel Documento di economia e finanza.

Il Fmi paragona la guerra in Ucraina a un terremoto e le sue onde sismiche si propagano in tutto il mondo: in generale, nel 2022 la crescita economica rallenterà in 143 Paesi del mondo.

La guerra e l'economia italiana

Le stime del Fondo monetario internazionale (Fmi) dicono che il Prodotto interno lordo dell’Italia crescerà meno del previsto. Secondo le stime fatte a gennaio l'economia italiana sarebbe dovuta crescere del 3,8% nel 2022, ma con il nuovo aggiornamento di aprile secondo il Fmi il Pil dell’Italia si fermerà al 2,3%, a causa di un taglio di 1.5 punti percentuali. Sono state riviste al ribasso anche le previsioni per il 2023: il Pil dell’Italia non andrà oltre l'1,7%, in calo di 0.5 punti percentuali rispetto a quanto si prevedeva a gennaio.

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L'Italia è il secondo stato dell'Eurozona (i paesi che hanno come moneta l'Euro) a rallentare di più la crescita. Peggio dell'Italia solo la Germania, che crescerà l'1,7% in meno di quanto previsto dal Fmi nelle stime di gennaio. Non è un caso che questi due Stati siano quelli più penalizzati dalla guerra in Ucraina: Italia e Germania sono anche i due stati che dipendono di più dal punto di vista energetico dall'estero (e dalla Russia). Ma ci sono anche altri fattori, come i problemi della catena di approvvigionamento globale legati all'aumento dei casi di Covid in Cina

Le stime del Fondo monetario internazionale sono più pessimistiche rispetto a quelle del Governo italiano contenute nel Documento di economia e finanza (Def). Nel Def si prevede che nel 2022 l'economia italiana sarebbe cresciuta del 3,1%. Una previsione già al ribasso rispetto alle precedenti, ma ancora ottimistica rispetto al 2,3% previsto dal Fmi. Anche per il 2023 c'è differenza tra le stime del Fmi, che prevede un +1,7%, e il +2,4% del Def italiano.

La crescita del Pil dell'area dell'euro nel 2022 è stata invece rivista dal Fmi al 2,8%, 1,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni fatte a gennaio. Tra le economie avanzate europee Francia e Spagna sono i paesi con la performance migliore, rispettivamente per le minori previsioni al ribasso ("solo" dello 0,6% per la Francia rispetto all'1,5% italiano) e la migliore crescita (+4,8% spagnolo).

proiezioni crescita paesi avanzati guerra ucraina-2

Effetti della guerra nel mondo e il ruolo dell'inflazione

"La guerra in Ucraina ha esacerbato due difficili compromessi politici: tra lotta all'inflazione e salvaguardia della ripresa e tra il sostegno ai vulnerabili e la ricostruzione delle riserve fiscali". 

Il Fondo monetario internazionale prevede che la crescita globale rallenterà, assestandosi al 3,6% nel 2022 e nel 2023. Nel 2021 la crescita era stata del 6,1%. Anche in questo caso la crescita è stata rivista al ribasso: si tratta di 0,8 e 0,2 punti percentuali in meno per il 2022 e il 2023 rispetto alle proiezioni fatte a gennaio. Oltre il 2023, si prevede che la crescita globale scenderà a circa il 3,3% nel medio termine. Gli aumenti dei prezzi delle materie prime indotti dalla guerra hanno portato a proiezioni di inflazione del 2022 del 5,7% nelle economie avanzate e dell'8,7% nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo, rispettivamente 1,8 e 2,8 punti percentuali in più rispetto alle proiezioni dello scorso gennaio. 

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“Gli sforzi multilaterali per rispondere alla crisi umanitaria, prevenire un'ulteriore frammentazione economica, mantenere la liquidità globale, gestire l'angoscia del debito, affrontare il cambiamento climatico e porre fine alla pandemia sono essenziali” si legge nel report del Fmi. In questo contesto, gli effetti della guerra sull'economia dell'Ucraina sono di proporzioni gigantesche: per quanto sia possibile leggere le dinamiche di un'economia in guerra, il Fmi si aspetta che l'economia ucraina si contrarrà del 35% nel 2022. "Anche se la guerra dovesse finire a breve, le perdite di vite umane, la distruzione delle infrastrutture e l'emigrazione dei cittadini freneranno l'attività economica per vari anni a venire" si legge nel report dell'Fmi.

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Tutte le notizie sulla guerra in Ucraina in diretta

La guerra sta causando interruzioni di produzione, ma ci sono anche da considerare le sanzioni, l'accesso fortemente compromesso ai sistemi di pagamento transfrontalieri e l'aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto per energia e cibo. Russia e Ucraina sono tra i maggiori produttori di cereali e rappresentano il 30% delle esportazioni totali di grano: di conseguenza dall'inizio della guerra i prezzi sono nettamente aumentati rispetto alla media, come si vede nel grafico sottostante.

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Più che per il petrolio (a causa delle grandi riserve disponibili) il Fmi è preoccupato dal prezzo del gas, a causa della sua "infrastruttura relativamente rigida necessaria per il trasporto" (le condutture sono più importanti per il gas che per il petrolio): significa che l'offerta globale può adattarsi meno facilmente, con una prospettiva di aumento dei prezzi più a lungo termine.

L'economia russa in sofferenza per le sanzioni

Le rigide sanzioni commerciali e finanziarie, l'accesso di alcune banche al sistema di pagamenti Swift e la limitazione delle attività della banca centrale russa, l'embargo su petrolio e gas da parte di alcune grandi economie avranno un grave impatto sull'economia russa. Il rublo è arrivato a perdere quasi il 60 per cento del suo valore, prima di tornare vicino ai livelli pre-invasione nelle ultime settimane, gli spread dei buoni di stato si sono ampliati di oltre 2.500 punti base e la borsa è stata temporaneamente sospesa. In più, il ritiro delle aziende straniere ha ostacolato molti settori, tra cui aviazione, finanza, informatica e agricoltura.

Il piano Ue per dire addio al gas dalla Russia: "Taglio di due terzi già nel 2022"

Le prospettive tracciate dal Fmi per la Russia non sono buone: "La disintermediazione finanziaria e la perdita di fiducia degli investitori porteranno a un calo significativo degli investimenti e dei consumi privati, solo in parte compensato dalla spesa fiscale" si legge nel report. Il Fmi prevede una forte contrazione dell'economia russa nel 2022, con un calo del Pil di circa l'8,5% e un ulteriore calo di circa il 2,3% nel 2023. L'inflazione triplicherà al +21,3% (da una previsione del 6,7% fatta nel 2021) e la disoccupazione raddoppierà al +9,3% (dal +4,8% nel 2021). Anche i piani annunciati, come fatto dall'Unione Europea, per emanciparsi dalle fonti energetiche russe avranno un peso nel medio termine. Lo scopo è eliminare quella che è stata definita dal presidente del Consiglio Mario Draghi una fonte di "finanziamento" per l'invasione russa dell'Ucraina, legata proprio all'acquisto di fonti energetiche dalla Russia.

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