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Martedì, 23 Aprile 2024
Equilibri in bilico

Quanti miliardi rischia di costarci una crisi di governo in questo momento

Gualtieri l'ha messo in chiaro: per procedere coi ristori, ma non solo, serve lo scostamento di bilancio. Un esecutivo "in stand-by" rallenterebbe anche la definizione dei decreti attuativi della manovra. Timori a Bruxelles: "L'Europa non lo può reggere"

Il Recovery Plan italiano c'è, il governo Conte-bis, fra quache ora, potrebbe essere già un ricordo. Missione compiuta secondo il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri: "Il Consiglio dei ministri vara il Recovery Plan, il più grande piano di investimenti mai visto in Italia. Con le risorse europee ora il nostro Paese può cambiare davvero. E' stato un gran lavoro, più importante d'ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella societa'". Il via libera è arrivato con l'astensione dei ministri renziani. Tutto a posto? Più o meno: una destabilizzazione del quadro politico oggi come oggi rischia di costare un bel po' di miliardi di euro: ecco perché.

Recovery Plan: l'ultimo scontro tra Conte e Italia Viva

Sul Mes nel dettaglio si è consumato l'ultimo scontro tra Iv, Conte e gli altri partiti alleati. Le ministre renziane definiscono "incomprensibile" la rinuncia al fondo salva-Stati, lamentano ritardi sulle urgenze del Paese e sui nuovi ristori. 

Ma il Mes "non fa parte di Next generation Eu e non sono soldi che possono essere usati come risorse aggiuntive alle spese per la sanità" avrebbe detto secondo le agenzie il ministro Gualtieri, replicando nel corso del Cdm a Bellanova e Bonetti. Il ministro ha ribadito che lui "è da sempre favorevole a usarlo in sostituzione di risorse già stanziate, se ci fosse consenso politico che non c'è".

"Il Mes non è compreso nel Next Generation, non è questa la sede per discutere il punto", avrebbe confermato Giuseppe Conte in sede di Cdm, invitando a "non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l'attivazione del Mes", con "un accostamento che offende la ragione e anche l'etica". Alta tensione.

Recovery Plan: 222,9 miliardi per l'Italia

Il Recovery Plan, approvato dal Cdm, vale 222,9 miliardi. Per digitalizzazione e cultura sono stanziati 46,18 miliardi. Per la rivoluzione verde 68,9 miliardi. Per le infrastrutture 31,98 miliardi. Per l'istruzione 28,49 miliardi. Per l'inclusione e la coesione (lavoro, famiglia, politiche sociali) 27,62 miliardi. Per la salute 19,72 miliardi è un documento di 160 pagine.

La messa in sicurezza dei fondi europei e l’approvazione della prima bozza del Recovery plan nazionale potrebberò però portare a breve termine a danni ugualmente seri. "Una crisi di governo in piena pandemia non sarebbe solo incomprensibile - diceva ieri il viceministro dell’Economia Antonio Misiani - ma bloccherebbe misure essenziali per l’economia e il lavoro, dai ristori per le imprese colpite dalla crisi al rifinanziamento della Cig fino al taglio dei contributi per gli autonomi".

Quanto rischia di costarci la crisi di governo oggi? "24 miliardi"

Quanto rischia di costare in questo momento la crisi di governo? Secondo la Stampa rischia di avere pesanti effetti sulle nuove misure economiche attese nelle prossime settimane, con riverberi su vari dossier. Non basta infatti dare semaforo verde ai 222,9 miliardi del Recovery plan per stare tranquilli, perché all’orizzonte si profila un altro passaggio decisivo: per procedere coi ristori, ma non solo, serve infatti un nuovo scostamento di bilancio da 24 miliardi di euro. Si tratta, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, di "un atto che naturalmente richiede un governo nella pienezza dei suoi poteri e che non è compatibile con una crisi di governo".

Un governo che procede a scartamento ridotto, e con alcuni dicasteri in predicato di cambiare guida, inoltre, rallenterebbero anche la definizione di almeno una parte dei 176 decreti attuativi che servono a far marciare i tanti provvedimenti inseriti nella nuova legge di Bilancio, a partire dai vari bonus vecchi e nuovi [...], e lascerebbe senza tutoraggio dossier delicati come Alitalia.

"L'Europa non può reggere una crisi politica in Italia" dice a Repubblica, l'economista tedesco Guntram Wolff, l'uomo che guida il think-tank Bruegel di Bruxelles. "Le frizioni politiche vanno sempre maneggiate con attenzione, ed è comprensibile che su un piano di tale portata si scateni la dialettica interna". "In questo momento - dice ancora - è difficile pensare di affrontare un progetto comunitario che può dare un enorme contributo alla ripresa, con il Paese a cui è destinata la maggior parte dei fondi che si dibatte in una situazione tormentata".

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