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Giovedì, 25 Aprile 2024
ECONOMIA

Né carne, né pesce: italiani "in crisi" anche a tavola

Sei italiani su dieci hanno ridotto gli acquisti alimentari, per un totale di 15,4 milioni di famiglie costrette a tirare ulteriormente la cinghia negli ultimi due anni. E undici milioni di italiani non mangiano abbastanza carne o pesce

ROMA - Si tira la cinghia anche a tavola, risparmiando sugli acquisti alimentari. E si comprano meno carne e meno pesce. E' quanto emerge dal rapporto Coldiretti-Censis sul tema "Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio" illustrata dal presidente del Censis, Giuseppe De Rita, e dal presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, al Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione organizzato a Cernobbio da Coldiretti in collaborazione con Studio Ambrosetti.

Dall'indagine emerge anche come quasi un italiano su tre accumuli in casa riserve alimentari come non avveniva dai tempi di guerra, per un totale di 8,3 milioni di famiglie che fanno regolarmente scorta di prodotti in offerta con le promozioni, ai quali si aggiungono 14,3 milioni che lo fanno di tanto in tanto.

Una fotografia drammatica che - continua la Coldiretti - rappresenta la punta di un iceberg delle difficoltà che incontrano molte famiglie italiane nel momento di fare la spesa. "E' necessario rompere questa spirale negativa aumentando il reddito disponibile soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare "la necessità di sostenere la ripresa dei consumi, che sono tornati indietro di oltre 30 anni sui livelli minimi del 1981". E non sembra che sia stato ancora toccato il fondo con gli acquisti alimentari che nel 2014 sono ulteriormente scesi dell'uno per cento rispetto all'anno precedente con picchi per alimenti come le uova (-3,8%) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica e l'ortofrutta i cui consumi degli italiani sono crollati a un quantitativo che nel 2014 è sceso a meno di 323 chili per famiglia all'anno, addirittura al di sotto - conclude la Coldiretti - dei 400 grammi per persona raccomandati dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Gli italiani che non riescono neanche a portare in tavola i cibi necessari per garantirsi una buona salute sono più che raddoppiati (+130%) rispetto all'inizio della crisi nel 2008 e oggi si contano circa 11 milioni di persone che, pur volendolo, non possono permettersi un pasto proteico adeguato almeno ogni due giorni. L'aspetto piu' drammatico di questa situazione sono i 4.068.250 di poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, secondo elaborazioni Coldiretti sul "Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013", realizzato dall'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). Tra questi - sottolinea la Coldiretti - si contano ben 428.587 bambini con meno di 5 anni di età e 578.583 over 65 anni che sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari. In particolare - continua la Coldiretti - 303.485 persone hanno beneficiato dei servizi mensa, mentre sono ben 3.764.765 i poveri che nel 2013 hanno avuto assistenza attraverso i pacchi alimentari, che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri (pensionati, disoccupati, famiglie con bambini) i quali per vergogna prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti in mensa.

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