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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Crisi Trony, chiusi 40 negozi: centinaia di dipendenti restano senza lavoro

E' fallita la Dps group, cui fanno capo una quarantina di punti vendita in Italia. 500 posti di lavoro a rischio. I dipendenti - raccontano i sindacati - hanno ricevuto solo un messaggio Whatsapp che avvisava della perdita del posto di lavoro

Epilogo "disastroso" per la Dps group - società che gestisce non tutta la catena ma solo una quarantina di negozi a marchio Trony - con 500 persone che perderanno il lavoro. Lo afferma la Filcams Cgil, sottolineando che "il 16 marzo il tribunale di Milano ha decretato il fallimento della società di proprietà dell'imprenditore pugliese Piccinno, radicata con il marchio Trony in Basilicata, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia e Veneto". Chiudono così circa 40 negozi Trony: cinquecento lavoratori senza più un posto di lavoro e centinaia di clienti che non sanno come entrare in possesso della merce ordinata. A Dps group, come detto, fanno capo una quarantina di punti vendita della catena. I dipendenti - raccontano i sindacati - hanno ricevuto solo un messaggio Whatsapp che avvisava della perdita del posto di lavoro.

Crisi Trony

La Filcams "aveva dichiarato poco credibile il piano industriale presentato nel 2017, che vedeva la nascita di una nuova società denominata Vertex e che avrebbe dovuto rilanciare, oltre alla rete di vendita, anche il mercato dell'online. Purtroppo la conferma è arrivata quando l'imprenditore è stato costretto a chiedere il concordato preventivo in bianco, neanche sei mesi dopo aver annunciato il rilancio".

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In queste ultime settimane, "i referenti aziendali hanno continuato a tranquillizzare i lavoratori sul futuro, ma probabilmente neanche il tribunale ha creduto alle prospettive di Dps e il concordato con continuazione di attività non è stato concesso. Venerdì sera è arrivata la doccia fredda e 500 persone perderanno il lavoro: l'ultima speranza è che ci sia il tanto atteso intervento di terzi che acquisiscano la rete vendita".

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Chiesto incontro al ministero

Per questo sarà chiesto immediatamente un incontro al ministero dello sviluppo economico. "È indispensabile - conclude la Filcams - un ammortizzatore sociale che attutisca l'impatto occupazionale e consenta ai lavoratori di poter cogliere l'opportunità di essere ceduti a terzi". Dallo scorso dicembre gli addetti alla catena erano pagati soltanto al 20% dello stipendio dovuto.

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