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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Stati Uniti d'America

Nuovi dazi Usa, l'Italia "si salva": ma la situazione resta pesante

I nuovi dazi colpiscono soprattutto Airbus mentre il Made in Italy è salvo. Di Maio: "Sono salvi i vini, l'olio d'oliva e gli altri prodotti italiani che rischiavano dazi fino al 100%". Ma le esportazioni di Parmigiano e Grana negli Stati Uniti sono praticamente dimezzate

Un piccolo grande sospiro di sollievo, anche se la situazione è tutt'altro che semplice. "L'Italia oggi esce indenne dalla revisione della lista dei prodotti soggetti a dazi che gli Usa avevano emanato lo scorso ottobre. Sono stati colpiti altri Paesi ma non il nostro. Sono salvi i vini, l'olio d'oliva e gli altri prodotti italiani che rischiavano dazi fino al 100%. La nostra azione diplomatica e la nostra amicizia con gli Stati Uniti hanno scongiurato il peggio per le nostre aziende. Così difendiamo il Made in Italy, così difendiamo i prodotti della nostra terra, orgoglio della nazione". Così in una nota il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Grande soddisfazione per la decisione del governo degli Stati Uniti che non colpisce i prodotti italiani con dazi aggiuntivi è stata espressa dal Sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto che, assieme alla nostra Ambasciata a Washington ha incontrato, sensibilizzandole, nei giorni scorsi, tutte le principale autorità governative americane e aveva ottenuto l`invio di una lettera al Presidente Trump da parte di un gruppo di oltre 40 parlamentari statunitensi per salvaguardare i prodotti italiani da questa tornata di dazi

I nuovi dazi degli Stati Uniti sui prodotti Ue colpiscono soprattutto Airbus mentre il Made in Italy è salvo. Washington ha deciso di aumentare dal 10% al 15% i dazi sugli aerei Airbus importati dall'Unione Europea. La decisione, che avrà effetto dal 18 marzo, è arrivata dopo la sentenza del Wto (l'Organizzazione mondiale del commercio) sui sussidi europei al gruppo con sede a Tolosa.

Nuovi dazi Usa, l'Italia è salva (per ora): "Grande lavoro"

"Il lavoro fatto in questi mesi ha dato i suoi frutti. L'agroalimentare italiano non compare nella lista dell'Ustr americana appena pubblicata dei prodotti soggetti a dazi", afferma la ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova. "Abbiamo scongiurato il rischio che le nostre eccellenze subissero danni irreparabili. Nell'incontro avuto con il segretario all'Agricoltura Usa Perdue il 30 gennaio scorso lo avevo ribadito a chiare lettere: tenere l'agroalimentare italiano fuori dalla vicenda Airbus. E avevo registrato condivisione e disponibilità", evidenzia Bellanova.

"Oggi - sottolinea ancora Bellanova - raccogliamo i risultati dell'impegno messo in campo e di un grande lavoro di squadra. In Italia e in Europa. Il che ci conferma in quello che affermiamo da mesi: azione di sistema vuol dire anche capacità e autorevolezza in Europa e presidio costante dei tavoli europei".

Dazi Usa, perché c'è ancora molto da fare

L'Italia esce indenne dall`ultimo giro di valzer sui dazi, nessun nuovo prodotto Made in Italy entra nella lista rivista di quelli soggetti a nuove misure degli Stati Uniti. "Una buona notizia per tutto il settore", dice Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia. "Un mercato necessario, strategico e non sostituibile per il nostro export" continuano da Filiera Italia parlando dello sbocco americano che oggi, pur gravato da dazi al 25% sulle principali eccellenze (come olio, salami e formaggi a pasta dura) vale comunque, stando agli ultimi dati Istat appena diffusi, 4,5 miliardi di euro e si posiziona al primo posto nei mercati extraeuropei e comunque al secondo posto in assoluto, con un tasso di crescita a due cifre, che ha visto aumentare nel 2019 le nostre esportazioni verso quel paese, del + 11,1% rispetto al 2018.

"Resta ancora molto da fare - prosegue Scordamaglia - soprattutto in termini di difesa delle nostre eccellenze contro l`Italian sounding". Già perché se in USA il Made in Italy spinge, i tarocchi di più: negli Stati Uniti, infatti, sono falsi 5 prodotti alimentari con evocazione di italianità su 6 e il falso italiano vale 23 miliardi di euro, più di 4 volte il nostro export.

"Il vino italiano sopravvive alla roulette 'americana' del carosello. Tiriamo un sospiro di sollievo e prendiamo fiato almeno per 180 giorni, termine entro il quale il governo americano potrà nuovamente rimescolare le carte sui dazi. Il risultato positivo di quest`oggi è stato raggiunto anche grazie al lavoro delle istituzioni italiane, che voglio ringraziare, che hanno dato vita a innumerevoli azioni di sensibilizzazione verso l`Amministrazione Usa a difesa del mondo del vino italiano". Con queste parole, Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, commenta la decisione del governo americano di mantenere lo status quo sui dazi nei confronti dei prodotti agricoli europei importati negli USA

"Le esportazioni di Parmigiano e Grana negli Stati Uniti sono praticamente dimezzate"

Le esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano negli Stati Uniti sono praticamente dimezzate nei due mesi successi all`entrata in vigore dei dazi il 18 Ottobre 2019. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della nota del dipartimento del Commercio Statunitense che conferma per l`Italia l`applicazione di tariffe aggiuntive del 25% su circa mezzo miliardo di euro di esportazioni di prodotti agroalimentari nazionali come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Provolone, Asiago, Fontina, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello, per la disputa nel settore aereonautico che coinvolge l'americana Boeing e l`'europea Airbus dopo che il Wto ha autorizzato gli Usa ad applicare un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari delle sanzioni alla Ue.

Le esportazioni di Parmigiano reggiano e Grana Padano negli Usa dopo i dazi sono crollate rispetto all'anno precedente del 54% a novembre e del 43% in dicembre ma effetti negativi si sono verificati anche negli altri settori interessati, secondo l'analisi della Coldiretti dalla quale emerge che ad avvantaggiarsene è stato il falso made in Italy, dal Parmesan al Provolone fino al Borgonzola.

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