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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Dazi, la mannaia Usa sul Made in Italy: 25% su formaggi e prosciutto, la lista dei prodotti

Dal 18 ottobre gli Stati Uniti faranno scattare dazi per 7,5 miliardi di dollari su alcuni prodotti Ue. Nel mirino anche l'Emmental svizzero, i vini francesi e alcuni capi d'abbigliamento. Ecco la black list completa del Wto

Vino, olio d'oliva e pasta sono salvi, ma la stangata tanto temuta dei dazi Usa sta per abbattersi su molti prodotti iconici del Made in Italy come i formaggi e il prosciutto. Il giorno 'X' sarà il prossimo 18 ottobre, data in cui gli Stati Uniti faranno scattare dazi per 7,5 miliardi di dollari (pari a circa 6,8 miliardi di euro) su prodotti dell’Unione europea.  Il provvedimento viene varato dopo il via libera del Wto (World Trade Organization) all’adozione di misure da parte di Washington sui prodotti importati dall'Ue come compensazione per gli aiuti concessi nel Vecchio Continente al consorzio aeronautico Airbus.

Dazi Usa, la lista dei prodotti

Il Dipartimento del Commercio statunitense ha reso nota una lista di prodotti su cui verranno applicati dazi che varieranno tra il 10% (relativo, ad esempio, ai grandi aerei commerciali) e il 25%. Nel mirino dei “duties” non ci saranno soltanto i già citati formaggi e prosciutti italiani, ma anche capi d’abbigliamento britannici in lana, componenti tedeschi per fotocamere, olive spagnole, il whisky scozzese, alcuni vini francesi, l'Emmental svizzero e il groviera. Qui in basso è possibile consultare la black list completa indicata dal Dipartimento del Commercio statunitense e pubblicata nel Registro Federale.

Dazi Usa, per l'Italia un conto da un miliardo

L'introduzione di questi dazi potrebbe costare all'Italia più di un miliardo di euro e potrebbe colpire per circa la metà dell’importo il cibo, la moda, i materiali da costruzione, i metalli, le moto e la cosmetica, a meno che gli Stati Uniti non decidano di modificare le priorità inserite nell'elenco attuale dei prodotti. Secondo un'analisi di Coldiretti, se verranno mantenute queste priorità l'Italia sarà il secondo Paese, dopo la Francia, a pagare il conto più salato. 

''Il settore più a rischio è  proprio l’agroalimentare con vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, succhi di frutta, pesche e pere in scatola, acqua, superalcolici e caffè. In pericolo – spiega la Coldiretti – sono soprattutto i formaggi per le pressioni della lobby dell’industria casearia Usa che ha scritto al Presidente degli Stati Uniti Trump per chiedere di imporre dazi alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l’industria del falso Made in Italy che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni dal Wisconsin alla California fino allo Stato di New York. Quello americano è, dopo la Germania, il secondo mercato estero per Parmigiano Reggiano e Grana Padano per i quali la tassa passerebbe da 2,15 dollari a 15 dollari al kg, facendo alzare il prezzo al consumo fino a 60 dollari. A un simile aumento corrisponderà inevitabilmente un crollo dei consumi stimato nell’80-90% del totale, secondo il Consorzio del Parmigiano Reggiano".

Dazi Usa, come cambierebbero i prezzi

"Ma il re dei formaggi non è il solo simbolo del Made in Italy a tavola vittima della manovra di Trump.Un altro esempio è rappresentato dalla Mozzarella di Bufala Campana Dop che negli Usa costa 41,3 euro al chilo, che salirebbe a 82,6 euro al chilo nel caso fossero applicati dazi pari al 100% del prodotto. Attualmente il dazio sulla mozzarella è di 2 euro al chilo. Per l’olio extravergine d’oliva venduto negli States il prezzo salirebbe da 12,38 euro al litro a 24,77 euro al chilo (attualmente non c’è dazio sull’olio). E pure la pasta aumenterebbe sulle tavole americane a 3,75 euro al kg rispetto agli attuali 2,75 euro al kg. Per penne e spaghetti il dazio è in media di 6 centesimi al kg. E in pericolo c’è pure il Prosecco, il vino italiano più esportato all’estero che ha visto gli Stati Uniti – ricorda Coldiretti – diventare nel primo semestre del 2019 il principale mercato davanti alla Gran Bretagna, grazie a un aumento in valore del 41%. Il prezzo negli States volerebbe da 10-15 euro a bottiglia a 20-30 euro a bottiglia. In gioco – continua la Coldiretti – ci sono dunque settori di punta dell’agroalimentare nazionale in Usa a partire dal vino che con un valore delle esportazioni di 1,5 miliardi di euro nel 2018 è il prodotto Made in Italy più colpito, l’olio di oliva le cui esportazioni nel 2018 sono state pari a 436 milioni, la pasta con 305 milioni, formaggi con 273 milioni, secondo lo studio della Coldiretti. 

''L’Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che, come ritorsione, ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy oltre un miliardo in cinque anni ed ora”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “l’Italia rischia di essere ingiustamente anche tra i Paesi più puniti dai dazi Usa per la disputa tra Boeing e Airbus che è essenzialmente un progetto franco tedesco al quale si sono aggiunti Spagna e Gran Bretagna''.''Una buona premessa al confronto sono le importanti relazioni con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha saputo costruire il premier Giuseppe Conte'', ha concluso Prandini.

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