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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia Italia

Primo sì al Decreto Genova, cosa cambia dopo l'approvazione del testo alla Camera

Muro contro muro fino a tarda notte per la contestata sanatoria per gli abusi edilizi a Ischia poi la Camera approva con 284 sì, 67 no, 41 astenuti il decreto nato dalla tragedia di Ponte Morandi

Dopo un lungo scontro fra governo e opposizione, la Camera dei Deputati ha approvato - con 284 sì, 67 no, 41 astenuti - il cosiddetto Decreto Genova che passa ora all'esame del Senato.

Al centro del muro contro muro fino a tarda notte, la contestata sanatoria per gli abusi edilizi a Ischia che il Partito democratico aveva chiesto - senza successo - di eliminare dal decreto legge per poter procedere a una veloce approvazione del decreto nato dalla tragedia di Ponte Morandi.

Ischia, è davvero un condono?

Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani contesta al Governo la presenza di due condoni edilizi, quello per Ischia e per le zone terremotate del Centro Italia. "Ai Senatori - spiega Ciofani - chiediamo di avere davvero il coraggio di modificare il Dl Genova cancellando le norme salva abusi, togliendo ogni riferimento al condono Craxi".

"Grazie a questo 'condono a 5 stelle' le case costruite sotto ad una collina che può venire giù per una pioggia torrenziale o in una zona ad alto rischio sismico, insanabili col condono Berlusconi ma sanabili per quello del 1985 di Craxi, saranno ora legalizzate e ricostruite con i soldi dei contribuenti, mettendo anche a rischio la vita di chi ci vivrà"

Legambiente chiede di eliminare la possibilità di sanare difformità fino ad agosto 2016 mantenendo i termini del condono del 2003 come data massima; e che si elimini quella deroga che fa aumentare la tolleranza dal 2 al 5 per cento di incremento di volumetria per cui una difformità edilizia.

Il testo del decreto Genova: la ricostruzione del ponte Morandi

Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli  ha spiegato come con la conversione in legge del decreto il Governo destinerà 72 milioni di euro per le 266 famiglie sfollate dopo il crollo del ponte Morandi, 55 milioni per le imprese danneggiate, 30 milioni per il sostegno al reddito dei lavoratori, quasi 50 milioni per la mobilità comunale e regionale, 20 milioni in favore degli autotrasportatori, circa 45 milioni per la logistica e il porto.

Il ministro Toninelli ricorda inoltre come nel decreto fiscale siano stati stanziati 15 milioni per l’Autorità di sistema portuale, mentre fondi siano previsti con la legge di bilancio per il Porto di Genova (200 milioni), per gli autotrasportatori danneggiati dai lunghi tragitti conseguenti al crollo del ponte Morandi (160 milioni) e per la Zona franca urbana (100 milioni).

Disposizioni urgenti per la città di Genova ed altre emergenze

La Camera ha approvato mercoledì 31 ottobre il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, recante disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze.

Il "decreto Genova" si compone di 5 punti fondamentali:

 |  |  |  | Ulteriori interventi emergenziali

Autostrade costretta a pagare

Nel decreto il "concessionario del tratto autostradale" viene ritenuto "responsabile dell’evento" perchè "responsabile del mantenimento in assoluta sicurezza e funzionalità dell’infrastruttura concessa" per questo dovrà "far fronte alle spese di ricostruzione dell’infrastruttura e di ripristino del connesso sistema viario, entro trenta giorni dalla richiesta del Commissario straordinario".

In caso di ritardi sui pagamenti

Se Autostrade non dovesse pagare o se dovesse tardare, lo Stato anticiperà 30 milioni annui dal 2018 al 2029. Soldi che arriverebbero dal fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale.

Autostrade fuori dalla ricostruzione

Il decreto conferma quanto dichiarato a più riprese dal vicepremier Di Maio e dal ministro Toninelli, ovvero che Autostrade per l'Italia non parteciperà alla ricostruzione del ponte. "Il commissario straordinario affida - si legge nel decreto - la realizzazione delle attività concernenti il ripristino del sistema viario, nonché quelle propedeutiche e connesse, ad uno o più operatori economici che non abbiano alcuna partecipazione, diretta o indiretta, in società concessionarie di strade a pedaggio, ovvero siano da queste ultime controllate o, comunque, ad esse collegate, anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitivo nel sistema delle concessioni autostradali". Sono quindi esclusi anche gli altri attuali concessionari autostradali.

Assunzioni per far fronte all'emergenza

"Per far fronte alle necessità conseguenti all’evento, la Regione Liguria, la Città metropolitana di Genova, il Comune di Genova, previa autorizzazione del Commissario delegato per l’emergenza  (...) possono assumere, complessivamente per gli anni 2018 e 2019 con contratti di lavoro a tempo determinato, ulteriori unità di personale con funzioni di protezione civile, polizia locale e di supporto all’emergenza, fino a 250 unità, in deroga ai vincoli di contenimento della spesa di personale previsti dalla normativa vigente". Via libera quindi ad assunzioni per fare fronte all'emergenza. 

Interventi per imprese, commercianti e professionisti

Sono previste anche misure di supporto a imprese, professionisti, artigiani e commercianti con sede o unità locale ubicate nella zona rossa che "nel periodo dal 14 agosto 2018 alla data di entrata in vigore del decreto hanno subito un decremento del fatturato rispetto al corrispondente periodo dell’anno 2017, è riconosciuta, a domanda, una somma fino al 100 per cento del predetto decremento e nel limite massimo di euro 200.000".  

A sostegno delle imprese colpite dal crollo del ponte, sarà infatti costituita una zona franca. Le imprese che hanno "la sede principale o una sede operativa all'interno della zona franca (...) e che hanno subìto a causa dell’evento una riduzione del fatturato almeno pari al 25 per cento nel periodo dal 14 agosto 2018 al 30 settembre 2018, rispetto al corrispondente periodo dell'anno 2017" potranno richiedere al Comune di Genova diverse agevolazioni ed esenzioni da imposte e dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.

Trasporto pubblico e locale

Il decreto prevede interventi per favorire le misure a sostegno del trasporto pubblico locale: Saranno infatti stanziate, a favore della Regione Liguria risorse straordinarie "nella misura di 500.000 euro per l’anno 2018 e 23.000.000 di euro per il 2019 da destinare al finanziamento dei servizi di trasporto aggiuntivi per fronteggiare le criticità trasportistiche conseguenti all’evento, per l’efficientamento dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale già attivati nonché per garantire l’integrazione tariffaria tra le diverse modalità di trasporto nel territorio della città metropolitana di Genova". Inoltre "Al fine di assicurare servizi di trasporto aggiuntivi per fronteggiare le criticità trasportistiche conseguenti all’evento, sono attribuite alla Regione Liguria risorse straordinarie nella misura di euro 20.000.000 per l’anno 2019 per il rinnovo del parco mezzi utilizzati nella città metropolitana di Genova". 

Previsti inoltre fondi per misure in favore degli autotrasportatori costretti a percorrere tratti autostradali aggiuntivi a causa dell'emergenza. 

Aiuti al porto

Stanziati anche 30 milioni di euro per il Porto, dove viene istituita anche la "Zona Logistica Semplificata - Porto e Retroporto di Genova comprendente i territori portuali e retroportuali del Comune di Genova, fino a includere i retroporti di Rivalta Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Piacenza, Castellazzo Bormida, Ovada Belforte, Dinazzo e Melzo e Vado Ligure".

Le coperture

La spesa per demolizione e ricostruzione è stata stimata in 360 milioni di euro, ma è soggetta a variazioni perché dipenderà dagli interventi e dal progetto che verrà scelto dal commissario straordinario. Complessivamente il decreto prevede spese per 645 milioni di euro.

Terzo Valico 

Manca nel decreto il riferimento al Terzo Valico per collegare Liguria e Piemonte, una scelta che ha acceso le polemiche politiche. 

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