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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Decreto sostegni 2022: a chi andranno i nuovi aiuti e ristori

E' in arrivo il nuovo provvedimento per il sostegno ai settori più in difficoltà, in primis il turismo, ma non solo. La coperta è corta, le risorse sono quelle previste nella legge di Bilancio. Frenata sull'ipotesi di una nuova Cig covid fino a marzo e su un nuovo scostamento di bilancio: prima c'è l'elezione del Capo dello Stato

Il grido d'allarme di molte imprese non resterà inascoltato. Ma sarà un decreto dal raggio d'azione molto limitato. E' in arrivo infatti il nuovo decreto per il sostegno ai settori più in difficoltà, in primis il turismo. Le risorse sono quelle previste nella legge di Bilancio varata poche settimane fa dal parlamento, dove era stato stanziato un fondo di 150 milioni per il solo settore turistico. Mario Draghi durante la conferenza stampa di ieri sera ha frenato sull'ipotesi di una nuova Cig covid fino a marzo: da poco, ha sottolineato il premier, è entrata in vigore la riforma degli ammortizzatori sociali firmata Orlando che ha esteso i sussidi anche alle micro imprese del terziario (ma in parte dovranno pagarsi l’ammortizzatore). Potrebbe però esserci all'orizzonte secondo il Sole 24 Ore una sorta di cassa “di prosecuzione” (ma non sono ancora chiari i contorni) a sostegno delle imprese in questo momento più in affanno. Un'ipotesi fragile, al momento.

Decreto sostegni 2022: le indiscrezioni

Se ne parlerà in ogni caso nel prossimo consiglio dei ministri tra 48 ore. Gli aiuti andranno, in queste fase, ai settori più direttamente colpiti dalle poche misure restrittive attuali, come le discoteche e gli spettacoli alle prese con i limiti alle capienze, oltre che su agenzie di viaggio e tour operator che hanno visto un abbattimento del giro d'affari. Non è chiaro invece come verranno "trattate" le imprese del settore dei congressi e degli eventi.

La coperta è relativamente corta. Molto più corta che in passato. In tutto ci sono due miliardi: un miliardo già accantonato in legge di bilancio nei fondi speciali dei ministeri, più il rinvio di qualche stanziamento meno urgente. Molte delle richieste che arrivano dal settore produttivo in queste ore andranno deluse. Non ci sarà infatti un altro scostamento di bilancio, nonostante ci sia chi in maggioranza lo ritenga necessario.  "La fotografia del Paese in questo momento racconta di famiglie in difficoltà nel sostenere le spese, tra cui quelle legate all’energia, e di genitori che faticano a organizzare le proprie giornate con i figli in Dad - dice Alessandra Carbonaro, vicecapogruppo del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei deputati. - Racconta di aziende in crisi, imprese costrette a chiudere, interi settori economici in enorme sofferenza a causa delle restrizioni per fronteggiare il Covid - cultura e turismo in primis, ma non solo - e di lavoratori che non possono riprendere le loro attività. Il presidente Mario Draghi ha appena annunciato nuovi ristori: bene, perché sono fondamentali per dare ossigeno il Paese. Ma la fase che stiamo che attraversando è particolarmente critica, per questo il MoVimento 5 Stelle continua a chiedere uno scostamento di bilancio: una misura forte e coraggiosa, che serva a evitare il più possibile nuove crepe nel tessuto socio-economico dell’Italia e a contrastare l’aumento delle disuguaglianze".

Difficile che accada già nei prossimi giorni. Sul fronte del caro bollette, le misure di sostegno invece proseguiranno anche dopo questo primo trimestre coperto (parzialmente) dagli interventi di fine anno.

Ieri il presidente dell’Anci, il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha elencato i problemi più urgenti e improcrastinabili che pesano sui conti locali delle amministrazioni comunali: servirebbe un miliardo e mezzo abbondante per fronteggiare l'emergenza: 550 milioni per il caro bollette (i Comuni pagano poco meno di 2 miliardi all’anno in tempi normali per luce e gas; ora a fronte dei rincari la cifrà salirà vertiginosamente, e non ci sono aiuti specifici). I primi cittadini ritengono necessaria anche una nuova replica (500 milioni per i Comuni e 70 per le Città metropolitane) dei fondoni che nel 2020 e 2021 hanno compensato il crollo delle entrate e l'aumento delle spese emergenziali. Il crollo del turismo impatta anche sulle casse dei Comuni, che stimano un buco complessivo di 200 milioni per la mancata imposta di soggiorno. E poi c'è il problema delle partecipate, soprattutto quelle del trasporto pubblico locale, per le quali si stima una necessità di 200 milioni per sostenerle: il calo dei passeggeri ha pesato nell'ultimo anno e mezzo su molte di esse. Tanta carne al fuoco dunque, troppa.

Sono giorni molto complicati. Di una complessità inattesa fino a dicembre. Ora anche le aziende dei trasporti, dei congressi e degli eventi chiedono al governo ristori. I nuovi ammortizzatori sociali all'orizzonte dovrebbero aiutare soprattutto le piccole aziende in difficoltà. Il settore del turismo dovrebbe ricevere più aiuti di tutti gli altri. 

Cosa sono i ristori

I Ristori (o Sostegni) sono delle erogazioni a fondo perduto (quindi non prestiti che prevedono una restituzione della cifra seppur in forme agevolate) fatte dal governo a favore delle attività che hanno subito, a partire dall'inverno del 2020, forti contraccolpi economici a causa della crisi e dalle chiusure dovute al Covid. L'ultimo decreto, ad esempio, ha previsto indennizzi a fondo perduto con bonifici diretti sul conto corrente, dal 100% al 200% di quanto già erogato nel mese di aprile con il Decreto Rilancio. Per alcuni settori specifici, quali ad esempio discoteche e sale ballo, si era arrivati al 400%.

Quali sono le aziende che stanno pagando il prezzo più salato

Insomma, l'allarme delle imprese, per le quali il rincaro dei prezzi dell'energia è stato una mazzata vera, è reale e non può essere sottovalutato: ma un intervento immediato per scongiurare il rischio di chiusure e fallimenti non potrà arrivare a stretto giro di posta. Il governo ha già messo in circolazione tanti soldi, 9,5 miliardi di euro in sei mesi, tra azzeramento degli oneri di sistema e potenziamento dei bonus sociali (lo sconto per i nuclei più svantaggiati). Lo scostamento di bilancio non appare comunque possibile prima del voto per il Quirinale che inizia il 24 gennaio.

Sono in difficoltà le imprese medio-grandi, rimaste fuori dalle misure emergenziali previste dall’esecutivo. La batosta del caro energia è stata più significativa per i settori energivori, dalla siderurgia alla ceramica, dalle cartiere alle vetrerie, alla chimica, che non riescono a ribaltare sul mercato i rincari subiti e negli ultimi mesi hanno visto comprimersi sempre di più i margini, fino ad andare, in alcuni casi, in perdita. «Il problema è molto più grave di quanto sia percepito nel Paese – spiega al Sole 24 Ore il presidente di Confindustria Ceramica, Giovanni Savorani –. Ci sono già 5-6 aziende del nostro settore che sono dovute ricorrere alla cassa integrazione per far fronte a una situazione che sta diventando insostenibile. Abbiamo proposto due tipi di intervento per cercare di calmierare i prezzi: immettere sul mercato le riserve strategiche di gas e riattivare l’ estrazione dai nostri giacimenti".

Ma è un intervento che richiederebbe fino a due anni per essere a regime. 

Caro bollette, Unc: "Deludenti le parole di Draghi"

L'Unione nazionale consumatori definisce "deludenti" le risposte date in conferenza stampa dal premier Mario Draghi alle domande inerenti possibili nuovi interventi per contrastare il rincaro delle bollette per l'energia. "Il presidente Draghi ha dichiarato oggi in conferenza stampa sull'emergenza bollette di luce e gas: 'vedremo poi, è previsto vengano presi altri provvedimenti per affrontare l'emergenza bollette nel trimestre successivo e nei mesi a seguire'. Una delusione la dichiarazione di Draghi! - afferma in una nota Marco Vignola, responsabile del settore energia dell'Unione Nazionale Consumatori - Un passo indietro rispetto a quanto aveva dichiarato nella conferenza stampa di fine anno in cui aveva ipotizzato un intervento oltre quello che era stato già deciso, ossia i 3,8 miliardi in manovra, visto che erano stati stanziati in previsione di aumenti molto forti ma inferiori a quelli poi visti a fine dicembre".

"Purtroppo in questo trimestre si concentra il 50% dei consumi di gas, mentre dal 15 aprile i caloriferi sono addirittura spenti. Quindi è evidente che un aiuto sarebbe ben più utile ora e non nei trimestri a seguire", ha poi concluso Vignola.

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