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Giovedì, 28 Marzo 2024
ECONOMIA

Def, parla Renzi: "Stop ai sacrifici, non ci sono nuove tasse"

Il documento di economia e finanza viene sdoganato dal governo senza variazioni dell'ultimo momento: "Stop ai sacrifici, li facciano i politici", ha rivendicato Renzi

ROMA - Un Consiglio dei ministri durato circa un'ora e mezza ha approvato ieri sera il Def 2015, il documento di economia e finanza corredato dal Piano nazionale delle riforme e l'allegato Infrastrutture.

Il premier Matteo Renzi in una veloce conferenza stampa è tornato a insistere sul tema delle tasse, assicurando ancora una volta che non ci saranno nuovi balzelli per gli italiani. Anzi, se sarà necessario chiedere ulteriori sacrifici, ha detto, "non saranno chiesti ai cittadini, ma a qualche politico o amministratore". Fra le novità trapelate oggi, c'è la decisione di destinare il margine dello 0,1% sul deficit (circa 1,6 miliardi) che si creerà quest'anno dallo scostamento fra il quadro programmatico e quello tendenziale a misure di sostegno all'economia.

Si tratta, in sostanza, dei fondi liberati dal maggior spazio che l'Italia si può concedere in virtù della flessibilità accordata da Bruxelles. Ancora non è certa la destinazione, ma allo studio del governo ci sarebbero interventi a favore del welfare. Sulle ipotesi di destinazione Renzi però è stato cauto: "Decideremo nelle prossime settimane se e come utilizzare" queste risorse. L'impiego di questi fondi potrebbe essere definito in un decreto ad hoc, magari realizzando il progetto di estendere il bonus da 80 euro agli incapienti, o per la lotta alla povertà. Ipotesi sulla quale il premier non si è sblilanciato. "Vedremo, sono ipotesi", ha detto.

Questa 'dote', in realtà già nota da martedì scorso quando sono state rese pubbliche le tabelle, nasce dalla differenza fra il disavanzo netto che viene indicato per quest'anno al 2,5%rispetto al 2,6% programmatico, consentendo appunto un margine di 0,1 punti. L'anno prossimo, invece, il margine è di 0,4 punti (il deficit programmatico è pari all'1,8% del Pil contro l'1,4% tendenziale).

Per tutta la giornata di ieri era montata l'attesa sul Def e sul Consiglio dei ministri. La riunione, inizialmente convocata per ieri mattina alle dieci, è slittata per iniziare alle 20.30. Il tempo supplementare, ufficialmente, è servito all'esecutivo per approfondire l'analisi del documento e ai ministeri per apportare qualche limatura e cancellare doppioni e inesattezze. "Abbiamo letto e riletto il testo per evitare che ci fossero ritardi nella consegna", ha chiarito Renzi in risposta a tutti quelli che "gufavano" dalla mattina.

Angela Merkel visita Firenze con Matteo Renzi | foto da FirenzeToday

Quindi, nella sostanza, così come ha confermato lo stesso Renzi, il testo resta quello già definito, e le grandezze principali quelle già vagliate dal Cdm di martedì scorso. L'economia italiana, quindi, dopo tre anni di recessione tornerà a crescere a ritmi dello 0,7% quest'anno rispetto allo 0,6% stimato ad ottobre, per raggiungere un aumento dell'1,4% nel 2016 e dell'1,5% nel 2017. Il deficit nominale, invece, per il 2015 resta al 2,6%, per poi scendere all'1,8% nel 2016, allo 0,8% nel 2017, e azzerarsi nel 2018. Il pareggio di bilancio strutturale resta confermato al 2017 pur potendolo anticipare di un anno per conferire una natura espansiva alla programmazione.

L'ECONOMIA TORNA A CRESCERE - Nel complesso, per Palazzo Chigi, il Def disegna un "netto cambiamento di marcia nella situazione economica e finanziaria del Paese", con il prodotto interno lordo che nel 2015 diventa positivo dopo tre anni di recessione e "imposta una politica economica a supporto di una crescita più sostenuta nel triennio successivo". Il Def, che è stato approvato entro la scadenza del dieci aprile, è stato trasmesso alle Camere e arriverà sul tavolo europeo entro fine mese. Il Consiglio dei Ministri ha anche approvato l'allegato infrastrutture al Def. Il Programma delle infrastrutture strategiche 2015 identifica venticinque opere prioritarie, per un costo totale di 70,9 miliardi di euro e coperture finanziarie pari a 48 miliardi di euro. Il documento rileva che dei quarantuno miliardi di risorse pubbliche disponibili ben trentuno sono dedicati alla mobilità ferroviaria e cittadina.

Renzi in visita al cantiere Expo2015 | Foto MilanoToday

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