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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Def e tagli alle detrazioni fiscali: quanto perderanno le famiglie

Il taglio di 2 punti percentuali su alcune detrazioni rischia di essere una stangata per le famiglie. Sanità, mutui, istruzione: quanto incidono sul risparmio familiare

Tra le novità contenute nel Def c'è anche quella già annunciata (e paventata) del taglio delle detrazioni fiscali. Come riporta l'Andkronos, da fonti di governo, proprio attraverso questa stretta sarebbero state reperite le ultime risorse per coprire le misure volute dal governo come il reddito di cittadinanza, la quota 100 e la flat tax.

Tagli alle detrazioni, i costi per le famiglie

L'ipotesi più accreditata prevede un taglio dall'attuale 19% al 17% su alcune detrazioni.

Prendiamo il caso delle spese sanitarie. Se oggi una famiglia riesce a "riavere indietro" il 19% per cento di quanto speso per visite, esami o farmaci oltre i 129,11 euro, in futuro potrebbe vedere ribassata questa percentuale del 2% e aumantata la franchigia. Considerando ora una spesa media di 600 euro, l'attuale detrazione al 19% consente un risparmio di circa 90 euro l'anno. 

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Lo stesso scenario si prospetta anche per le spese universitarie e per i mutui. Facciamo un po' di calcoli anche qui. Per qunato riguarda le detrazioni per il mutuo, ad oggi è possibile detrarre dalla dichiarazione dei redditi il 19% fino a 4mila euro di interessi passivi all'anno: con la detrazione al 17% il rimborso sarebbe decurtato di circa 80 euro, passando dagli attuali 760 circa a 680 euro. 

E' possibile poi che alcune detrazioni non vengano ridotte ma cancellate. E' il caso ad esempio delle spese funerarie e veterinarie, i bonus ristrutturazioni, l'ecobonus, il contributo per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici e così via. 

Detrazioni a rischio, chi ci perde

Piccole cifre, si dirà. Sommate però l'una all'altra ecco che possono incidere e non poco sul bilancio delle famiglie. Secondo recenti calcoli contenuti in uno studio della Uil, il taglio di due punti percentuali alla detrazione attuale consentirebbe un maggior gettito di 580 milioni di euro all'anno che andrebbe a gravare soprattutto sui redditi medio-bassi, quelli fino a 35mila euro lordi. 

In particolare ad essere più colpita sarebbe la fascia di redditi tra i 20.000 e i 35.000 euro annui che garantirebbe il 42% del gettito complessivo pari a circa 250 milioni di euro. Contributo sostanzioso anche dalla fascia di redditi tra 10.000 e 20.000 euro che vedrebbe ridursi l'ammontare delle detrazioni di 131 milioni di euro (22,5% del totale) mentre la fascia sotto i 10.000 euro subirebbe un taglio dei benefici fiscali di 34 milioni di euro (5,8% del totale).

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