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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Detrazioni, bonus e spese sanitarie: la beffa nella dichiarazione dei redditi

Chi ha un reddito basso rischia di recuperare molto meno di chi è benestante. Ecco perché

Com’è noto le spese sanitarie possono essere portate in detrazione in sede di dichiarazione dell’Irpef. Ciò che però non tutti sanno è che la detrazione, pari al 19%, si applica solo per le spese che superino la franchigia fissata a 129,11 euro. Se ad esempio sosteniamo una spesa di 200 euro, avremo diritto ad una detrazione del 19% su circa 71 euro. In sostanza pochi spiccioli. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, la detrazione spettante è pari al 19% della differenza tra il totale della somma spesa e la franchigia di 129,11 euro.

Chi ha un reddito basso (e anche sulla salute tende a risparmiare) rischia dunque di non recuperare nulla, o quasi nulla, delle spese sostenute, come già dimostrato qualche mese fa da uno studio dell’università Ca’ Foscari di Venezia e dell’ateneo di Pavia. Secondo i ricercatori "le spese detraibili sono più elevate per le classi più alte di reddito individuale" e di fatto "la detrazione Irpef per le spese sanitarie premia i contribuenti più ricchi e aumenta la disuguaglianza di salute tra le famiglie italiane".

Il motivo è presto detto: non c'è alcun limite di reddito per accedere alle detrazioni, la cui eliminazione comunque "non è auspicabile", spiegano i ricercatori. E' però  "importante studiare i modi per far sì che questo importante strumento non provochi degli effetti indesiderati". Cosa che finora, in tutta evidenza, non è stato fatto.

Un discorso simile ovviamente può essere fatto non solo per le spese sanitarie, ma anche per le altre detrazioni e bonus elargiti generosamente dallo Stato: si pensi ad esempio al bonus mobili o al bonus ristrutturazioni. Si tratta di agevolazioni di cui beneficia in larga parte chi ha abbastanza denaro per potersi permettere interventi di questo genere.

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Il paradosso è che con le loro tasse, i più poveri finanziano detrazioni a cui accedono con più facilità le classi sociali più benestanti. Ma questa non è certo una novità, come ha rimarcato di recente Nicola Rossi, presidente dell'Istituto Bruno Leoni. "Il sistema attuale - ha spiegato Rossi - è un paradiso per le persone più abbienti, anche perché molte detrazioni, deduzioni, bonus e trattamenti di favore sono utilizzati soprattutto dai ricchi. Dubito che nei quartieri più poveri si utilizzi il bonus giardini, si scarichino le spese per il veterinario o la palestra". 

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Tornando alle spese sanitarie va detto che però che alcune spese sostenute per le persone con disabilità sono invece ammesse integralmente alla detrazione del 19%, senza applicare la franchigia di 129,11 euro .

Spese sanitarie, la guida sul sito dell'Agenzia delle Entrate

Ricordiamo che è possibile detrarre dall’Irpef le spese mediche e sanitarie sostenute sia per conto dello stesso contribuente che per il coniuge, del familiare a carico o non a carico, o di un disabile. L'importo massimo di 6.197,48 euro riguarda solo le spese sanitarie sostenute per familiari non a carico affetti da patologie esenti.

La detrazione vale anche per le spese mediche sostenute all'estero, che seguono lo stesso trattamento previsto per quelle effettuate in Italia.

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