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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il colpo di grazia

Discoteche chiuse a Capodanno: "A rischio mille imprese e 45mila posti di lavoro"

In un'intervista a Today Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento, lamenta una "discriminazione grave" nei confronti del settore

Monta la rabbia dei gestori delle discoteche dopo le nuove misure anti Covid annunciate a meno di una settimana dal Capodanno, che impongono la chiusura forzata delle sale da ballo e delle discoteche a causa dell'impennata dei contagi. Fino al 31 gennaio 2022 sono vietati gli eventi, le feste e i concerti, ovvero tutte quelle situazioni che implicano assembramenti in spazi all’aperto. Chiuse le sale da ballo, discoteche e locali assimilati, dove si svolgono eventi, concerti o feste comunque denominati, aperti al pubblico.

I gestori dei locali, nonostante le prevendite già acquistate e le prenotazioni registrate, sono stati costretti ad annullare le serate già organizzate: i biglietti erano stati già venduti, lo staff assunto e i cibi e le bevande acquistate. I dati sull'aumento dei contagi erano già disponibili, non ci si capacita come mai non si sia deciso di agire prima e con meno danni.

Gianni Indino, presidente regionale del Silb, il sindacato locali da ballo, tuona: "Hanno ucciso la notte un’altra volta. E' quella definitiva. Siamo rovinati. Valuteremo quali azioni intraprendere, per cercare in ogni modo di far cambiare idea al governo".

Dello stesso parere Assointrattenimento - Federturismo Confindustria, che definisce la decisione del governo come "l'ultimo atto prima del fallimento di un intero settore che occupa 90.000 addetti e conta 2000 imprese sopravvissute alla schizofrenica gestione della crisi pandemica degli ultimi due anni dei nostri governanti".

A sorprendere i gestori dei locali è soprattutto la mancanza di fiducia dello stesso governo nella terza dose di vaccino. "È assolutamente grave che lo stesso Governo e, in primis, il Ministro della Salute, non credano all’efficacia della prima, della seconda e della terza dose dei vaccini e neppure abbiano fiducia nei tamponi (siano essi antigenici rapidi o molecolari)". Decidere di chiudere le discoteche anche a coloro che hanno fatto la terza dose è incredibile, considerando che "l’enfatizzazione di questa ennesima vaccinazione è stata a dir poco assordante. Tutti gli sforzi delle nostre imprese per riaprire sono stati vani, la programmazione delle nostre aziende cancellata senza alcun preavviso!". 

Discoteche, Zanchi: si prevedono altre mille chiusure

Abbiamo chiesto a Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento, un commento sulla decisione improvvisa del governo di chiudere le discoteche e le sale da ballo. "Noi non possiamo più vivere di ipotesi, noi facciamo gli imprenditori, abbiamo aziende complesse e non possiamo permettere che lo Stato ci comunichi che noi dovremmo chiudere, non si sa da quando fino al 31 gennaio 2022, senza che neanche abbia convocato le associazioni di categoria. Le imprese resistite fino a due anni fa erano 3mila, ora sono solo 2mila, abbiamo già perso un 33% di imprenditori che hanno cambiato mestiere. Scelte scellerate come questa faranno in modo che un altro 50%, altre mille aziende, vadano a chiudere da qui alla primavera dell'anno prossimo. Di fatto cosa faremo: o ci riconvertiremo o chiederemo il reddito di cittadinanza. Ci stanno portando con queste scelte improvvise e senza motivo a chiudere".

Parlando di ristori, Zanchi ci ha detto che queste chiusure improvvise di interi comparti economici dovrebbero essere accompagnate da "ristori immediati, credibili, nella forma di 50mila euro a impresa. Moltissimi di noi avevano già prenotato e pagato artisti per la festa di Capodanno, Natale, concerti gospel, artisti internazionali che noi dobbiamo pagare in anticipo. Ora chi ci ridarà quel denaro?".

"Il ministro Speranza ormai da 22 mesi ha un atteggiamento ostativo verso i locali da ballo, che non sono il diavolo - ha continuato il presidente di Assointrattenimento -. Io ritengo che se non è possibile entrare in discoteca con la terza dose di vaccino allora non è possibile nemmeno andare al centro commerciale o al mercato rionale. Mi sembra che venga usata una discriminazione grave nei confronti di un settore che è relativo al benessere psicofisico delle persone, giovani e meno giovani, infatti si parla di discoteche ma anche di sale da ballo".

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