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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Italia

L'Italia cerca lavoro: l'indice della speranza volge al positivo

La disoccupazione giovanile scende ai minimi dal 2011, aumentano le persone in cerca di occupazione mentre scende il tasso di inattività. Eppure un giovane italiano su 3 cerca lavoro senza trovarlo, peggio solo in Grecia e Spagna

Il tasso di disoccupazione a marzo rimane stabile all'11,0% rispetto al mese precedente mentre quello giovanile scende al 31,7% (-0,9 punti percentuali). Lo rende noto l'Istat precisando che la crescita della disoccupazionesi concentra tra le donne e i 35-49enni.

Il numero degli occupati continua a crescere a marzo (+0,3% rispetto a febbraio, pari a +62 mila), rileva l'Istat, con un tasso di occupazione che sale di 0,2 punti e si attesta al 58,3%.

Cercare lavoro: aumenta la speranza

Parallelamente, dopo il calo di febbraio, aumentano le persone in cerca di occupazione (+0,7% pari a +19 mila) mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,8% (-104 mila). Il calo riguarda entrambi i generi e tutte le classi di età ad eccezione dei 15-24enni. Il tasso di inattività scende al 34,3% (-0,3 punti percentuali rispetto a febbraio).

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La crescita dell'occupazione interessa tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni, sottolinea l'Istituto di statistica, con un aumento maggiore per i giovani 25-34enni (+0,9 punti percentuali). La crescita è dovuta interamente alla componente maschile mentre per le donne, dopo l'aumento dei mesi precedenti, si registra un calo.

L'Istat stima "una ripresa degli indipendenti, che recuperano in parte la diminuzione osservata nei primi due mesi dell'anno e, in misura più lieve, dei dipendenti a termine, mentre restano sostanzialmente stabili i permanenti".

Nell'arco del primo trimestre 2018 gli occupati crescono dello 0,1% rispetto al trimestre precedente (+21 mila). L'aumento interessa gli uomini e tutte le classi di età ad eccezione dei 35-49enni. Crescono i dipendenti a termine (+66 mila), mentre diminuiscono lievemente i permanenti (-8 mila) e in misura più consistente gli indipendenti (-37 mila). Alla crescita degli occupati nel trimestre si accompagna un lieve aumento dei disoccupati (+0,1%) e un calo degli inattivi (-0,3, -34 mila).

Su base annua continua l'aumento degli occupati (+0,8%, +190 mila). La crescita interessa uomini e donne e riguarda esclusivamente i lavoratori a termine (+323 mila), mentre calano i permanenti (-51 mila) e gli indipendenti (-81 mila). Crescono soprattutto gli occupati ultracinquantenni (+391 mila) e, in misura minore, i 15-34enni (+46 mila) mentre calano i 35-49enni (-246 mila). Nell'arco di un anno diminuiscono sia i disoccupati (-4,0%, -118 mila) sia gli inattivi (-1,1%, -150 mila).

Giovani disoccupati, va peggio solo in Grecia e Spagna

Cala la disoccupazione giovanile a marzo, con il tasso che scende al 31,7% toccando i minimi dal 2011. Numeri tuttavia lontanissimi dal resto d’Europa, dove per i giovani la disoccupazione si ferma ad una media del 15,9%. Lo afferma il Codacons, commentando i dati forniti oggi dall’Istat.

“Pur in presenza di una diminuzione del numero di giovani senza lavoro, l’Italia rimane saldamente ai vertici della classifica europea sulla disoccupazione giovanile – spiega il presidente Carlo Rienzi – Il nostro paese con un tasso del 31,7% occupa infatti la terza posizione di questa poco invidiabile classifica, preceduta solo da Grecia (45%) e Spagna (35,5%). Numeri lontanissimi dai tassi registrati ad esempio in Germania (6,2%), Paesi Bassi (7,2%) e Repubblica Ceca (7,5%)”.

“I numeri odierni dell’Istat ci dicono che c’è ancora molto da fare sul fronte del lavoro in Italia, e la strada per agganciare il resto d’Europa appare lunga e tortuosa e ci vorranno ancora anni prima di tornare a tassi di disoccupazione accettabili” – conclude Rienzi.

Allarme in Europa: frena la crescita economica

Si è materializzata come da attese la frenata della crescita economica dell'area euro. Secondo la stima preliminare diffusa da Eurostat, l'ente di statistica dell'Ue, nel primo trimestre il Pil della zona euro ha segnato un incremento dello 0,4 per cento rispetto ai tre mesi precedenti. Il ritmo di espansione su base annua si è smorzato al 2,5 per cento.

Nell'ultimo trimestre del 2017 il Pil dell'Unione valutaria aveva segnato un più 0,7 per cento dai tre mesi precedenti e un più 2,8 per cento su base annua. Guardando all'intera Unione europea a 28, riporta ancora Eurostat, il Pil ha segnato un più 0,4 per cento congiunturale e un più 2,4 per ceno su base annua.

Nelle previsioni invernali, diffuse lo scorso 7 febbraio, la Commissione europea aveva pronosticato una crescita 2018 al 2,3 per cento, indicando sul 2019 un più 2 per cento. La previsione di quest'anno era stata rivista al rialzo di due decimali di punto percentuale rispetto alle stime precedenti (vengono aggiornate ogni tre mesi), quella del 2019 di un decimale. Ora il rischio è che il dato 2018 sia oggetto di una eventuale limatura.

In Italia crescita bloccata all'1%

Per l'Italia l'Ue indicava una crescita 2018 all'1,5 per cento e una crescita 2019 all'1,2 per cento. Le previsioni di primavera saranno poi la base statistica sulla quale la Commissione effettuerà successivamente anche le sue valutazioni sulla dinamica dei conti pubblici nei vari Paesi, Italia inclusa, anche se in più occasioni in vicepresidente Valdis Dombrovskis e il Commissario agli Affari economici Pierre Moscovici hanno assicurato che fino a quando non sarà stato creato un nuovo governo, in base alle consuetudini Ue si potrà accettare uno scenario di "no policy change". 

Disoccupazione, in Europa a livelli del 2008

A marzo si è assistito ad un nuovo calo sul numero di disoccupati, 83mila in meno a marzo a 13 milioni 824 mila totali, secondo l'ultima rilevazione mensile di Eurostat. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato all'8,5 per cento, che rappresenta il valore più basso dal dicembre del 2008. Guardando a tutta l'Unione europea a 28 la disoccupazione risulta al 7,1 per cento con 17 milioni 481 mila persone.

Guardando a tutta l'Unione europea a 28 la disoccupazione risulta al 7,1 per cento con 17 milioni 481 mila persone.

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