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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Da Taranto a Milano per insegnare, docente fa causa al Miur: "Ridatemi i soldi dell'affitto"

Giovanna Giorgino, ha 54 anni ed è una docente di diritto residente a Taranto, ma per insegnare è stata costretta a lasciare la città pugliese per prendere cattedra a Sesto San Giovanni. Ora è pronta a portare in causa il Ministero dell'Istruzione

"La mia vita rovinata da un algoritmo". Lei si chiama Giovanna Giorgino, ha 54 anni ed è una docente di diritto residente a Taranto, ma per insegnare è stata costretta a lasciare la città pugliese per prendere cattedra a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. Una docente "deportata" come tante altre ma ora, fatti i conti di quanto sia costosa la vita a migliaia di chilometri da casa, è pronta una causa al Ministero dell'Istruzione.

Il quotidiano milanese ‘Il Giorno‘ l’ha intervistata e le dichiarazioni sono di quelle pesanti:

"Sarò a Sesto per i prossimi tre anni. Ma non ho mai pensato di non andarci e non ho fatto un giorno di assenza. Ma per lavorare devo stare lontana dalla mia famiglia e con i soldi, praticamente, ci rimetto. Ho una casa in affitto e spendo 400 euro al mese. Per scendere a Taranto spendo 150 euro a settimana di treno e lo devo fare tutte le settimane perché le mie figlie hanno solo 11 e 12 anni. Poi devo mangiare, almeno una volta al giorno. Lo stipendio è di 1.480 euro, faccia lei i conti. Almeno il ministero facesse una convenzione con Trenitalia per farci pagare di meno i viaggi".

"Rivoglio indietro i soldi che ho speso per l’affitto"

Tutta colpa dell’algoritmo ministeriale che non ha tenuto in minima considerazione le preferenze della docente: dopo Taranto, Brindisi, Bari, Lecce, Matera, Napoli e infine Milano. L'insegnante ha fatto ricorso al giudice del lavoro di Taranto ma l’azione legale è stata respinta per competenza territoriale di Monza.

"In forza della sentenza del Tar che obbliga a rendere pubblico l’algoritmo, ripresenterò la mia istanza. E sono certa che verrà accolta, perché si capiranno senza possibilità di dubbio gli errori del ministero.’ Intanto, aspetta con ansia la domanda di mobilità: sarà importante “conoscere prima della mobilità che faremo ad aprile i parametri dati e aumentare la percentuale riservata a chi come me è andato fuori regione. Ho vinto il concorso regionale, in Campania, nel 1999 Se avessi voluto andare in Lombardia avrei fatto diversamente e sarei dentro la scuola da vent’anni”.

Per l'anno prossimo il problema però si riproporrà con i trasferimenti 2017/18 da decidere tra un mese. Ma con un aggravio: se il Mef taglierà i fondi già stanziati per la Buona Scuola a causa della lettera di richiamo di Bruxelles potrebbe essere il caos.

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